Lettere
UN'ADOZIONE DIFFICILE
Tutto è cominciato dalla legittima idea di adottare un bimbo. Da molti anni desideravo un figlio. Quando non se ne può avere uno naturale, per questioni di salute, il desiderio diventa sempre più forte. |
Con mio marito abbiamo cominciato a fare la trafila degli Psicologi e Assistenti Sociali, come da Legge prescrive in Italia. Esperienza drammatica per la scarsa sensibilità di questi personaggi che, invece di aiutare, cercano di scoraggiare in tutte le maniere con domande assurde le coppie di buona volontà (chi ha seguito questa prassi può comprendere). Ci vuole infatti molta voglia di amare, perché quasi tutti i bambini adottati, avendo subito il trauma dell'abbandono, sono problematici e difficili da educare.
Comunque abbiamo ottenuto l'autorizzazione ad ottenere l'idoneità all'Adozione di un bambino Nazionale, ma non quella Internazionale, perché io e mio marito siamo di religione islamica: così ha decretato un giudice italiano al nostro ricorso.
Tutti sanno quanti anni passano affinché tale sogno possa avverarsi in Italia (parecchie coppie di fatto vi rinunciano). Abbiamo atteso molto, malgrado ci siamo rivolti a numerosi Tribunali.
In un viaggio abbiamo conosciuto una coppia marocchina, e da loro abbiamo saputo che in Marocco la prassi per l'adozione invece è veloce: bastano pochi mesi. Così siamo partiti per Casablanca, e precisamente all'Istituto " Lalla Hasna " ci hanno affidato un bimbo. Tutto regolare, con sentenza del Giudice, dopo 4 accertamenti, uno anche dall'Ambasciata del Marocco in Italia.
Sono passati 5 anni e ancora continua il calvario per avere il Visto per l'Italia. Dal Marocco, considerate le condizioni psicologiche del bambino che vuole dimenticare, poiché sa di essere stato adottato e ricorda ancora i difficili anni di Orfanatrofio, ci siamo trasferiti in Tunisia, in attesa del miraggio. Un Giudice italiano della Corte di Appelo di Roma ha riconosciuto da più di un anno la Kafalah islamica eguagliandola all'Affidamento Italiano. Malgrado il bambino abbia il cognome italiano di Famiglia, ancora questo provvedimento non viene riconosciuto: nemmeno il Comune di Poli vuole inserirlo nel nucleo famigliare.
Forse non si vuole prendere la responsabilità di creare un primo caso, dal momento che in Italia ci sono ben 600 casi del genere in attesa di soluzione. Tante donne della nostra Penisola si sposano con uomini di religione islamica e come noi prendono in adozione vari bambini.
Abbiamo già pagato 10.000 Euro di Avvocati. Abbiamo per tanti anni di lavoro pagato tantissime tasse per nulla?
Il Centro Adozioni Internazionali (C.A.I.) ha risposto all'intervento del nostro avvocato che bisogna rivolgersi alle Associazioni che si interessano alle Adozioni Internazionali, cioè a quelle Istituzioni che incassano dai 25.000 ai 45.000 Euro, secondo la nazionalità del bimbo, quantunque varie volte non risolvano neanche il problema.
Il CAI considera i bambini come fogli di carta ; possibile che non sanno che non esistono Associazioni per orfani di nazionalità islamica?
Certo fa rabbia pensare, ad esempio, che molti tunisini sbarcati a Lampedusa hanno ottenuto il permesso di soggiorno provvisorio, mentre un orfano adottato da genitori italiani da sempre no!
Eppure tutti conoscono qual'è la situazione della natalità nel Bel Paese.
Tutti sanno anche com'è attualmente la situazione politica, figuriamoci se si prende in considerazione il desiderio di un bambino che parla quasi italiano e che vuole conoscere i parenti ed il Paese natale dei suoi genitori.
Abbiamo inviato varie E-mail ad alcuni politici, come Alessandra Mussolini, ma risposte neanche una.
Spero che il problema possa risolversi presto, poiché io, la madre, ammalata e depressa, prima di morire, vorrei vedere il Passaporto Italiano del mio unico figlio, desiderato da una vita.
Non riusciamo, io e mio marito, a trovare una soluzione; anche perché, se non possiamo riunire la famiglia in Italia, nemmeno si potrà procedere all'adozione italiana.
Grazie per l'attenzione.
Lilly Di Benedetto
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