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Economia
Il resoconto dell’Assemblea Generale ordinaria con la pubblicazione del Bilancio Finanziario 2004 della CTICI sarà oggetto di un apposito articolo da pubblicare sul prossimo numero del « Corriere di Tunisi ». L’Assemblea Generale Ordinaria è stata preceduta da una presentazione del Professore Gaetano Esposito, Direttore Generale di Assocamerestero Italia, durante la quale ha sottolineato l’importanza delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, e la necessità di un loro rapporto diretto con l’Italia attraverso la rete camerale. Di seguito riportiamo un resoconto dell’intervento del Professore Esposito: Il Prof. Esposito, nel delineare le caratteristiche delle Camere di commercio italiane nel mondo, ha sottolineato l’evoluzione registrata negli ultimi anni dal nostro sistema, la crescente attività svolta sul versante promozionale ed il raccordo con i soggetti istituzionali e con le imprese: in sostanza, lo sforzo di costante adeguamento alle sollecitazioni che provengono dal mercato. Per le CCIE, si tratta di uno strumento che “parte da lontano” in quanto l’idea originaria di impostare un “manuale” di riferimento per le CCIE fu avanzata da Filippo Montera all’inizio degli anni novanta, quando il nostro Sistema si avviava verso il suo consolidamento, organizzandosi per dare una risposta innovativa alle esigenze che scaturivano dalla crescita dei mercati internazionali. Le Camere italiane nel mondo sono associazioni imprenditoriali a base bi-nazionale, che svolgono azioni di promozione per l’internazionalizzazione a favore di imprese e territori italiani; coniugano il genuino interesse allo sviluppo (che non può che essere bi-laterale dell’Italia e del paese in cui le Camere operano) e realizzano una importante azione di consolidamento e di radicamento della presenza italiana nel mondo. Per fare questo occorre organizzazione, capacità progettuale, fitto tessuto di relazioni con i soggetti locali esteri e con gli altri soggetti del sistema italiano della promotion: si tratta di un lavoro importante e complesso, che richiede crescente professionalità, capacità di elaborare risposte di servizio innovative, attitudine a lavorare in rete, per un sistema che oggi conta più di 130 presenze di CCIE sul territorio di 46 Paesi del mondo. Le Camere di Commercio –frutto dell’iniziativa di membri della comunità italiana nel Paese ospite- possono essere il collante che aggrega energie ed interessi per un progetto che, oltre a gettare un ponte verso l’Italia, rende localmente più visibili e meglio rappresentati tutti i soggetti coinvolti e gli interessi di cui essi sono portatori. È evidente, peraltro, che l’iniziativa non può rimanere circoscritta alla comunità industriale italiana in loco, ma deve essere capace di attrarre consensi, come condizione imprescindibile di rappresentatività e di raccolta dei mezzi finanziari adeguati agli impegni da affrontare (sede, personale, dotazioni d’ufficio, ecc.). Conviene, inoltre, tener presente che le CCIE si presentano, oggi, sempre più con una duplice valenza: * É, difatti, un soggetto binazionale di natura associativa, unico nel suo genere, avente per finalità quella di favorire iniziative di introduzione e di radicamento sul territorio in cui opera di imprese ed istituzioni; * É altresì un soggetto con competenze e professionalità che lo rendono idoneo a prestare servizi, secondo una logica di mercato. La coesistenza di queste due anime –quella associativa e quella di servizio- non solo deve trovare, nella pratica quotidiana, il suo attento bilanciamento quanto interagire mutuamente, perché proprio questa particolarità é l’essenza, la peculiarità di una Camera di Commercio e ne costituisce il suo tratto distintivo rispetto ad altre strutture ed organizzazioni (es. business council, agenzie pubbliche di promozione, aziende pubbliche o private di fornitura di servizi). A dimostrazione dell’attenzione con cui vengono valutate le nuove realtà delle CCIE, ricordiamo di seguito alcuni degli indicatori che il Ministero per le Attività Produttive italiano prende in considerazione per valutarne l’efficienza: * La funzionalità, come idoneità alla promozione dell’interscambio nonché a dare servizi alle imprese (in altre parole, l’efficacia, la continuità, l’intensità, l’intersettorialità); * La capacità e modalità “relazionale”, verso i soci (numero degli associati, “peso” delle aziende leaders –italiane e locali- sul totale); nei rapporti con altri soggetti (Camere di Commercio Italiane ed altre CCIE, associazioni, ecc.); nei rapporti con * L’organizzazione, riferita alla sede, alle risorse materiali ed umane, al patrimonio informativo, ai mezzi finanziari. È da considerare inoltre che attualmente il M.A.P. vincola il co-finanziamento alle CCIE alla esecuzione di progetti promozionali e di specifiche attività di servizio, dando priorità ad aree di attività di prevalente interesse pubblico (internazionalizzazione dei “distretti”, scambio di tecnologie, collegamento tra le P.M.I. ed il mondo della ricerca, accesso ai canali della grande distribuzione internazionale, per citarne solo alcuni) nonché ad attività promozionali realizzate in rete da più CCIE coordinate tra di loro e con i principali attori della “promotion” pubblica italiana (Regioni, Province, Comuni, ENIT, Consorzi, Associazioni imprenditoriali, ecc.). Nella sostanza, il co-finanziamento deve servire per potenziare le risorse umane e materiali e per creare le condizioni più favorevoli al miglioramento delle prestazioni camerali, lungo una linea di sviluppo che faccia aumentare, di anno in anno, il grado di auto-finanziamento, riducendo nel contempo il peso percentuale di questo asset sul totale delle entrate.
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