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 712 - Echi di storia mediterranea

 

L’AVVENTURA DI DUE RAGAZZI ALL’ISOLA DI DJERBA

 

Adam è un giovane ed attraente tunisino, leale e generoso, dall’aspetto fiero. Forse influenzato dalla cultura occidentale che in questi ultimi anni ha valicato il Mediterraneo invadendo come bruma benefica e malefica tutto il Maghreb è un uomo libero, un musulmano che potremmo definire progressista, capace di confrontarsi anche con altre culture.

Adam presenta una bella immagine della sua famiglia, dei suoi genitori, una famiglia tradizionale ferma nei principi morali, del resto anche Cristina proviene da una famiglia italiana esemplare. Lei dopo un viaggio in Tunisia scopre una nuova terra ed una cultura altra. L’incontro tra i due giovani è passato velocemente  dall’innamoramento ad un serio piano matrimoniale. Le barriere di  diversa cultura, della lingua e dei modelli di pensiero si presentarono presto, ma i due ragazzi  forti dei loro principi educativi hanno potuto affrontare le incomprensioni. La moralità è la pietra angolare  sulla quale la coppia fa tutt’oggi riferimento nei momenti difficili. Per Cristina con l’acquisizione dei modi  culturali arabi si sono aperte  le possibilità di apprendere ed esplorare percorsi di cui in tempi precedenti non si sarebbe mai sognata di percorrere,  arricchendosi di elementi nuovi che si intrecciano tra loro delineando nuove conformazioni di senso.

Per Adam che in un primo tempo ha avuto qualche difficoltà a farsi accettare dai genitori italiani, si è in breve totalmente riscattato attraverso la stima dei suoceri dopo che ha mostrato la sua serietà nella conduzione della famiglia.

E, se pur vero che sovente le differenze culturali stridono negli orientamenti questa giovane coppia sembra abbia imparato a dominare reciprocamente le tensioni vivendo armoniosamente il rapporto attraverso l’uso dell’intelligenza. Una autentica prova di capacità di mediazione interculturale su base pratica ed affettiva.   

Lo sviluppo delle attività turistiche a Djerba  iniziato negli ultimi 30 anni del secolo scorso delineava  alcune possibilità  professionali ed economiche. Cristina , aveva in sè amore per il settore moda; lei italiana, competente ed entusiasta non tarda con suo marito ad aprire una serie di boutique, prima a Houmt Souk poi a Midoun e a Zarzis. In quegli anni le attività erano abbastanza fruttuose diventando uno dei motivi di coesione e di rafforzamento della coppia che si impegna nella conduzione delle attività con attenzione e un discreto successo.  Ma l’avventura dei due ragazzi sull’isola non termina, Cristina aveva ancora in serbo un idea compensata da un’altra forte passione:”la cucina italiana”, tanto che  gli amici che invitava a pranzo nella loro bella e grande casa  veniva spontaneo dire: “cucini benissimo, perché non apri un ristorante?”. Preso seriamente questo consiglio acquistarono “Il Pappagallo”, un locale di cui passarono alla ristrutturazione trasformandolo in un ristorante  “tipicamente italiano”. Da questo periodo sono trascorsi  8 anni e il “Il Pappagallo” è diventato noto in tutta l’isola, Cristina in cucina, e Adam che con la sua amabilità si distingue nelle relazioni con i clienti.

La cucina è ottima, la cordialità e l’accoglienza potremmo definirla speciale. Il locale oltre ad essere frequentato da turisti e viaggiatori è diventato un po’ il centro d’incontro di molti italiani, francesi e tunisini residenti a Djerba. Il personale è per metà italiano e tunisino e Cristina nel comunicarlo interviene con una espressione politica italiana: “la famosa par condicio” lasciando intendere che tutto a casa sua è in equilibrio tra le due culture. Cristina è ed Adam sono due persone intelligenti e nel dialogo che ho avuto con loro mi hanno espressamente dichiarato che a loro non piace l’etichetta della coppia che ce l’ha fatta. Poiché  secondo  loro molta è la strada ancora da percorrere. Il matrimonio tra due persone di differente cultura necessita di una particolare reciproca  apertura di vedute, la conoscenza di molti aspetti che hanno formato le idee e i parametri della vita, considerando anche la parte religiosa che meriterebbe da sola una articolata ed approfondita spiegazione.

 In casa nostra dice Cristina:” si mangia prevalentemente italiano, si discute animosamente in arabo, e si osserva la TV in francese, il tutto abbastanza civilmente”.

Sono trascorsi molti anni dall’incontro di Cristina e Adam  e questa avventura ha dato straordinari frutti non solo professionali ma  tre magnifici figli: uno maschio Omar, due  femmine Imen e Meriam. Tre ragazzi che portano dentro di loro due culture, due lingue, due modi di intendere la vita, una ricchezza importante per affrontare il difficile futuro di questi tempi “moderni”. In oltre Cristina rimarca in modo energico la sua origine italiana, orgogliosa di esserlo, un sentimento che si legge dietro ogni sua espressione. Dunque termino questo articolo con un’altra delle sue enunciazioni: “Oggi è forse giunto il momento di fare un bilancio della mia vita, della mia  famiglia e posso affermare che è in positivo e che tutto quello che ho famiglia, figli e lavoro valgono bene qualche sacrificio”.

    

Marino Alberto Zecchini

 

 

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