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 708 - MAGGIORAZIONE SOCIALE AGGIUNTIVA AI PENSIONATI

 

Finalmente una grande battaglia vinta. Impegno e determinazione hanno dato i loro frutti. La maggiorazione sociale aggiuntiva introdotta nel 2003 e il cui pagamento all’estero era stato sospeso dal 2005, sarà nuovamente erogata a partire dal mese di agosto, comprensiva di quattro anni di arretrati, ai pensionati residenti all’estero (alcune migliaia) che ne hanno diritto.

L’Inps, grazie anche alle mie  interrogazioni, denunce e pressioni varie (spesso non adeguatamente sostenute da chi riteneva la questione marginale), ha finalmente deciso di pagare il dovuto. E bisogna altresì dare atto ai nuovi dirigenti dell’Istituto previdenziale (a partire dal direttore generale e dal responsabile delle convenzioni internazionali) di aver capito che le nostre argomentazioni erano giuste e che era necessario rispettare le disposizioni di legge.

I pensionati residenti all’estero (migliaia nella sola America Latina) aventi diritto a tale maggiorazione aggiuntiva  erano stati defraudati di un loro diritto e di importanti somme di denaro che avrebbero alleviato la loro situazione di disagio economico.

Il rinnovato Ufficio Convenzioni Internazionali dell’Inps consapevole dell’inadempienza (le cui responsabilità sono numerose e composite e certamente non solo dell’Istituto) ha finalmente deciso di pagare la prestazione ai nostri pensionati all’estero risolvendo così un’annosa e intollerabile ingiustizia. Con il mese di agosto quindi arriverà una gradita sorpresa sulla rata di pensione di migliaia di pensionati aventi diritto alla maggiorazione aggiuntiva per importi che potranno variare da poche centinaia a migliaia di euro.

Ma facciamo un po’ di cronistoria e vediamo cosa è questa maggiorazione sociale aggiuntiva e chi ne beneficerà a partire dal mese prossimo. La maggiorazione sociale aggiuntiva è (possiamo ora dire “era”) un diritto negato da alcuni anni ai pensionati italiani residenti all’estero. Infatti da quattro o cinque anni l’Inps non ha pagato ai pensionati italiani residenti all’estero l’ulteriore aumento della maggiorazione sociale in violazione di quanto previsto dalla legge finanziaria n. 289 per il 2003. La negazione del diritto è purtroppo passata inosservata o è stata addirittura tollerata. Ora al termine della campagna reddituale all’estero realizzata dall’Istituto previdenziale italiano per gli anni 2006-2007-2008 ed in seguito all’emanazione di un Decreto del Ministero del Lavoro (inadempiente anch’esso fino all’anno scorso), ai nostri connazionali aventi diritto verrà riconosciuto il beneficio.

Come si ricorderà, a decorrere dal 1° gennaio 2002, la legge finanziaria n. 448 aveva stabilito un incremento della maggiorazione sociale che garantiva, previa verifica della condizione reddituale prevista dalla legge,  un importo di pensione fino a 516,46 euro al mese per tredici mensilità. Tale maggiorazione spetta anche ai pensionati italiani residenti all’estero (ed è stata finora regolarmente erogata sebbene con un tetto massimo di 123 euro) titolari di pensione autonoma o in convenzione internazionale. Per poter ottenere l’incremento della maggiorazione sociale, i titolari di pensione devono avere almeno 70 anni di età. L’età può essere ridotta (fino a 65 anni) in ragione di un anno di età ogni cinque anni di contribuzione fatta valere. Per la riduzione dell’età anagrafica nel caso di pensioni in regime internazionale deve essere considerata utile anche la contribuzione estera presa in considerazione ai fini del diritto della pensione stessa.

Inoltre con specifico riferimento ai pensionati italiani residenti all’estero, a decorrere dal 1° gennaio 2003, la legge finanziaria n. 289/2002 aveva stabilito che l’aumento della maggiorazione sociale avrebbe dovuto comunque garantire un reddito proprio complessivo, comprensivo della stessa maggiorazione e delle prestazioni previdenziali e assistenziali a carico degli organismi esteri e di redditi conseguiti all’estero, che assicurasse (assicuri) un potere d’acquisto equivalente a quello conseguibile in Italia con Euro 516,46 mensili per tredici mensilità per l’anno 2003 (e di importi progressivamente più alti  ogni anno  fino a raggiungere gli attuali euro 597,41). Ed è esattamente quest’ultima la maggiorazione sociale “aggiuntiva” – definita dall’Inps “superbonus” - introdotta per i soli pensionati residenti all’estero (e che non viene pagata da circa quattro anni). La legge n. 289 in pratica stabiliva che l’aumento della maggiorazione sociale ai pensionati i quali vivono in Paesi economicamente disagiati, avrebbe potuto superare, con un ulteriore incremento (il superbonus) il limite massimo dei 123,77 Euro stabilito dalla legge.  Ricordo infine che per ottenere l’ulteriore incremento oltre al soddisfacimento dei requisiti reddituali (invitiamo tutti i pensionati italiani residenti all’estero a rivolgersi a un patronato per verificare l’eventuale diritto), è anche necessario essere cittadini italiani (requisito non previsto per la maggiorazione sociale ordinaria di 123 euro). L’importo della maggiorazione sociale aggiuntiva che sarà erogata a partire dal mese di agosto dipende da una serie di elementi reddituali e pensionistici ma soprattutto da un meccanismo di calcolo basato sull’equivalenza dei redditi e del potere d’acquisto tra l’Italia e il Paese di residenza. Si presume che i patronati di riferimento siano in grado di spiegare agli interessati il meccanismo di calcolo che li riguarda nonostante la sua complessità e l’oblio in cui era caduta questa questione.

Risolto con la collaborazione dell’Inps questo importante problema, il mio impegno ora si concentrerà  sulle altre questioni che  stanno a cuore a tutti gli italiani all’estero dall’esenzione dell’ICI, alla riduzione della tassa sui rifiuti, alla sanatoria degli indebiti, alla stipula e il rinnovo delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale e contro le doppie imposizioni fiscali, al riacquisto della cittadinanza.

 

Gino Bucchino

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