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Cultura
762 - ANNIBALE, IL CORRIERE DI TUNISI |
note di cultura mediterranea
a cura di Franca Giusti
« è sul margine di una pagina d’altri che ci si annota »
[Delfino Maria Rosso in www.gliannidicarta.it ]
POLIBIO RICORDA L’IMPORTANZA DELLE ORIGINI
A Danilo “….trovare una lucidità così cristallina e una modernità assoluta in un uomo che scrisse più di 2000 anni fa…”
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Lui non lo sa, non poteva saperlo quando iniziò il lungo cammino che attraverso le Alpi lo portò a legarsi per sempre all’Italia. Quella promessa fatta al capezzale del padre, di odio eterno verso Roma e l’Italia nel tempo si è trasformata in amore dell’Italia verso Annibale, gli elefanti e il magico mondo tunisino fatto di coraggio, di gelsomini di minoranze e di cultura che sborda dagli specchi azzurri del mare di Cartagine. Fu Annibale tra i primi corrieri di Tunisi.
Danilo vorrebbe farmi cedere alla tentazione di insistere sulle ragioni che portarono alla II guerra punica e parla di Livio come se fosse un suo amico e di Polibio che mi propina come una missiva romantica. E lo è perché Annibale, che portava sul dorso degli elefanti odio e rabbia, finì per portare all’Italia una nuova storia, una nuova e profonda cultura mista di aromi estrategie:
”Chi considerasse tali avvenimenti senza fare le opportune distinzioni direbbe forse che non è necessario dilungarsi su tali questioni entrando in ogni dettaglio.
A mia volta direi forse che, se uno credesse di bastare a se stesso in ogni circostanza, la conoscenza del passato sarebbe una cosa bella, sì, ma non necessaria; ma poiché nessuno oserebbe parlare in questo modo, essendo un essere umano, né negli affari privati, né in quelli pubblici (poiché, anche se fortunato sul momento, nessuno dotato di intelletto potrebbe in alcun modo fondare a buon diritto sulle circostanze presenti solide speranze per il futuro).
Io dico per queste ragioni che la conoscenza del passato non è solo bella, ma anche, e anzi soprattutto necessaria. Infatti come potrebbe uno che subisce un torto, lui o la sua patria, trovare soccorritori e alleati, o desideroso di conquistare qualcosa e di cominciare le ostilità, incoraggiare qualcuno a cooperare ai suoi disegni? E come potrebbe, contento dello stato delle cose, incitare nel modo giusto coloro che debbono sostenere i suoi principi e conservare l'ordine stabilito, se nulla sapesse della memoria del passato di ciascuno di loro?
Al presente, infatti, tutti si adeguano di volta in volta in qualche modo, fingendo, e parlano e agiscono in modo tale che è difficile riconoscere le intenzioni di ciascuno e in sin troppi casi la verità resta nell'ombra. Le azioni passate, invece, che vengono valutate esclusivamente sulla base dei fatti, svelano nella loro vera luce le inclinazioni e i pensieri di ciascuno e mostrano da parte di chi ci vengono favore, benefici, aiuto e da parte di chi il contrario.
Su queste basi è spesso possibile anche, in molte occasioni, scoprire chi avrà pietà di noi e si unirà alla nostra ira e, anche, chi ci renderà giustizia. Ciò è di enorme aiuto alla vita umana, nella sfera pubblica, come in quella privata.”
Poco dopo, sempre nel III libro delle Storie, al capitolo 48, versi 10-12, Polibio dice ancora “abbiamo preso informazioni da quelli che sono stati presenti agli avvenimenti, abbiamo visitato di persona i luoghi e noi stessi abbiamo valicato le Alpi per vedere e per conoscere.”
Dunque lo storico ripercorse le tappe della carovana dell’intrepido cartaginese ed ha conosciuto i valichi pedemontani, probabilmente il colle dell’Autaret che a noi sembra il più praticato fin dai tempi di Annibale appunto e da cui si vede, proprio come dice lo storico greco, la pianura italica. Arrivarono così, per la prima volta le spezie, i colori e il mare tanto caro ai torinesi. I profumi ed i sapori che stiamo per ritrovare alla kermess di Terra madre dal 25 al 29 ottobre presso i locali del Lingotto di Torino.
Cartagine
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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