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  Cultura
 624 - L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO NELLE SCUOLE SECONDARIE E NELLE UNIVERSITA’ TUNISINE

 

Grazie al fortunatissimo incontro con il nuovo ispettore tunisino, il Prof. Hamadì Aghrebi, ho avuto modo sin dallo scorso anno di prender parte ad alcuni segmenti di formazione dei docenti tunisini di italiano : la quarantina circa di candidati che avevano superato lo scritto del Capès (l’Abilitazione all’insegnamento), e avendo sostenuto e superato l’orale, stavano per essere nominati docenti di ruolo nei licei tunisini.

In seguito, ho partecipato a “leçons témoin” e ad altri momenti di formazione/aggiornamento didattico-professionale, a Nabeul, a Monastir, all’Ariana, a Tunisi su argomenti quali: le quattro abilità nelle unità didattiche, la valutazione, l’uso del congiuntivo e del condizionale, la punteggiatura, l’uso del power-point nella didattica, l’uso della canzone nell’insegnamento dell’italiano, o di cultura e civiltà italiana per docenti e studenti su temi quali: Il Risorgimento, l’Italia dal 1860 alla Grande Guerra, l’Italia dalla Grande Guerra ai tempi nostri, “La Scuola di Atene” di Raffaello, La questione della lingua, ecc. Mi accingo ora a continuare l’esperienza con la promozione del Capès di quest’anno.

Per me si è trattato e continua a trattarsi di un’esperienza meravigliosa, che mai avrei pensato di poter fare in vita mia. In un paese culturalmente molto distante da noi, gruppi compatti di giovanotti e ragazze appassionati della lingua e della cultura italiana (che in grande maggioranza padroneggiano con pregevole competenza e parlano in modo talora musicalmente dolcissimo, pur non avendo mai avuto il piacere e la fortuna di metter piede in Italia!), di null’altro desiderosi se non di approfondirne ed ampliarne la conoscenza per sè e di diffonderne l’amore a frotte di scolari e di studenti: 238 docenti tunisini di italiano, cui si aggiungeranno un’altra buona trentina il prossimo anno scolastico, per circa 22.000 studenti nell’80% dei licei di tutto il paese, dal Mediterraneo alle oasi.

Come dicevo, più del 90% degli attuali docenti tunisini di italiano non si è mai recato in Italia, dove ha avuto modo di andare per brevi/brevissimi soggiorni meno del 10%. E’ della massima importanza e convenienza dunque, fornire loro, a turno, una tale opportunità. Perchè però ciò non si trasformi in una occasione improduttiva e impropria di “turismo”, la borsa deve essere legata ad un soggiorno di studi, visita e confronto in scuole italiane, per conoscere sistemi organizzativi, modelli didattico-pedagogici, strumentazione e sussidi nel contesto scolastico italiano. Il confronto culturale poi con i colleghi docenti in Italia non potrà non sfociare in una reciproca conoscenza e nella eliminazione degli stereotipi e dei pregiudizi (sia negli adulti che nei giovani) e potrà forse anche innescare processi di rivisitazione del portato culturale reciproco nonchè aprire proposte di mantenimento dei rapporti fra scuole italiane e tunisine (mobilità scolastica, viaggi di istruzione, gemellaggi, ecc.).

I docenti tunisini di italiano non sono gente il cui impegno sia unicamente finalizzato ad ottenere un posto di lavoro, prospettiva peraltro per se sola dignitosa e legittima. Si tratta di gente che ha fatto delle scelte precise: una scelta culturale (scegliendo l’Italia come oggetto di studio), una scelta di amore (privilegiando il nostro paese su molti altri possibili), una scelta di vita (disponendosi ad immergersi nell’insegnamento e dedicarsi alla diffusione della nostra cultura in Tunisia). Constato ad ogni incontro dal vivo e in diretta non solo quanto sincero siano il loro desiderio di apprendere (un gruppo di loro ha perfino chiesto l’attivazione di un corso di latino!) e profondo il loro entusiasmo di farlo incontrandosi con qualcuno venuto apposta dall’Italia ad incontrarsi con loro per corrispondere, il più che si possa, alle loro esigenze.

Nelle Università gli studenti che scelgono il corso di laurea in Italianistica sono, ovviamente, in numero minore di quelli dei Licei, ma superano comunque la ragguardevole cifra di 4000.

Alla Manouba di Tunisi c’è già da molti anni un corso di laurea quadriennale e un master biennale.

A El Khadra l’italiano è una delle lingue (insieme ad arabo, inglese, francese, tedesco, spagnolo, cinese e russo) in cui è possibile conseguire la laurea (maîtrise) a seguito di quattro anni di corso in quattro specializzazioni (filières) differenti: Lingua, Traduzione, Civiltà, Letteratura. Nell’ambito del Dipartimento di Lingue e Letterature Europee,  è istituita una apposita “Sezione di Italiano”; sono in atto accordi con le Università di Palermo e Viterbo e con l’Istituto Italiano del Commercio Estero finalizzati allo scambio di docenti e studenti; è ugualmente in atto l’accordo di partenariato con l’Università Ca’ Foscari di Venezia per lo scambio di visite tra le strutture universitarie italo-tunisine.

L’Istituto Superiore di Lingue di Gabès, creato nell’anno 2000, nell’accogliente struttura del Dipartimento di Italiano offre una formazione universitaria (lauree brevi e lauree lunghe) finalizzata all’insegnamento (secondario o universitario) o alla prosecuzione degli studi di terzo ciclo e alla ricerca: l’italiano è iscritto nelle lauree lunghe (4 anni); una formazione in Addetti ai Servizi Turistici (maturità + tre anni) in cui le lingue, tra cui l’italiano, occupano una grande parte; senza dimenticare il Dipartimento di Lingue Straniere Applicate (inglese + italiano per tre anni anni, con orientamento in Lingua commerciale).

Nella formazione universitaria i programmi prevedono i seguenti settori : Lingua, Scritto e orale, Traduzione, Letteratura.

Cè poi l’Istituto Superiore di Lingue Applicate di Commercio  e  Turismo di Moknine,  dove   l’italiano  (corso di laurea di 4 anni) si taglia una fetta consistente del ventaglio di offerte linguistiche complessivo.

Ma interesse per la cultura italiana (in particolare per l’Arte e l’Architettura) è stata  manifestata  anche da altri centri universitari dove non sono impartiti corsi di italiano: è il caso, ad esempio, dell’Università privata Tunis-Carthage.

Le Università, è bene sottolinearlo, non si limitano ad impartire l’insegnamento: organizzano, spesso d’intesa e in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, giornate ed eventi di particolare rilevo ed eccellenza a scadenze periodiche o in particolari occasioni: Giornate della Lingua, Giornate della Cultura, Giornata Colombiana, Giornate mazziniane, Giornata su Calvino, convegni sulla traduzione, incontri con eminenti docenti italiani (Vattimo, Serianni)...

Le esigenze di cui parlavo sono molteplici: vanno dai sussidi didattici (dizionari, grammatiche, carte storiche e geografiche, testi scolastici, audiovisivi, DVD, CD-Rom, video-cassette da distribuire a supporto dell’insegnamento dell’italiano nelle scuole secondarie e nelle Università;  quotidiani, settimanali, riviste specializzate da offrire in abbonamento almeno ad un certo numero di scuole secondarie e alle Università, ecc.) ai libri di autori italiani classici e contemporanei, dalla compilazione di nuovi manuali alle nuove tecnologie informatiche e telematiche da applicare alla didattica, dalla formazione iniziale all’aggiornamento continuo e sistematico, dalle borse alla mobilità, dalle esperienze didattiche interattive ai gemellaggi con scuole italiane... E’ un vasto campo di lavoro per loro, desiderosi, direi quasi smaniosi, di intraprenderlo; ma anche una sfida per l’Italia che deve avere l’intelligenza e assumersi l’impegno di non disattendere un così forte interesse.

Io nutro fiducia che la risposta sarà positiva, pur nelle difficoltà economiche in cui versa attualmene il nostro Paese.

Rispondendo ad una specifica richiesta avanzata dalla Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, la Dott.ssa Paola Procaccini ed inoltrata per il tramite dell’Ambasciata, relativa a corsi di aggiornamento destinati a docenti tunisini di italiano, il competente ufficio del Ministero degli Esteri, esprimendo consenso e disponibilità, aggiungeva: “In considerazione della posizione di preminenza che la lingua italiana sta acquisendo in Tunisia, si condividono le considerazioni di codesta Rappresentanza sulla esigenza di effettuare un particolare sforzo in materia di aggiornamento degli insegnanti locali della Scuola Secondaria. Una loro migliore preparazione sul piano didattico appare uno strumento indispensabile per sostenere e corrispondere costì alla cresente domanda di italiano, con iniziative capaci di ingenerare fra l’altro un maggior coinvolgimento delle stesse Autorità tunisine” (Messaggio del 7 febbraio 2005).

E’ stato poi firmato il 23 marzo 2005 dal Sen. Alfredo Mantica, Sottosegretario di Stato agli Esteri, per la parte italiana, e dal Dott. Hatem Ben Salem, Segretario di Stato, per la parte tunisina, il Programma esecutivo dell’accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Tunisina per gli anni 2005-2007. Il Programma si iscrive nel grande Accordo fra le due Repubbliche che risale al 1997 ed è il risultato dei lavori della Grande Commissione Mista riunitasi a Tunisi nell’ottobre del 2001.

Per quanto riguarda l’insegnamento della lingua italiana, ecco che cosa, tra l’altro, vi é esattamente previsto:

“Le due Parti si adopereranno per promuovere la diffusione delle rispettive lingue e culture nei due Paesi, in particolare mediante l’eventuale istituzione di cattedre e lettorati presso le rispettive Istituzioni scolastiche secondarie e delle Università nell’ambito delle proprie disponibilità di intervento.

Le due Parti prendono atto con soddisfazione della cooperazione in atto in materia d’insegnamento dela lingua e cultura italiana negli istituti di insegnamento secondario tunisino. La Parte Italiana pertanto esaminerà con favore la possibilità di fornire contributi per la formazione di docenti tunisini di lingua italiana.

La Parte Italiana continuerà a fornire, nei limiti del budget disponibile, materiale didattico per l’insegnamento e la diffusione della lingua italiana, nonchè per corsi di formazione e aggiornamento di docenti e lettori a favore di quelle Istituzioni universitarie e scolastiche che, tramite la sede diplomatica, ne presentino richiesta”.

Ora tocca a noi far sì che queste così entusiasmanti enunciazioni si traducano in altrettante azioni concrete.

 

Ciro Gravier Oliviero

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