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  Collettività
 764 - “L’Europa e la democrazia”

 

Il giorno 12 novembre 2012 si é tenuto a Tunisi presso l’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Lingue di Tunisi dell’Università di Cartagine l’atteso intervento dell’On. Franco Frattini, (in qualità di presidente della Fondazione Alcide De Gasperi).

Dopo il grande interesse suscitato dal nostro Ambasciatore in Tunisia lo scorso aprile, sempre nella stessa aula, con il suo discorso “Prospettiva euromediterranea: il ruolo dell’Italia” l’Istituto Italiano di Cultura e l’Università di Cartagine hanno pensato bene di fare il bis proponendo questa volta la conferenza di Franco Frattini intitolata ”L’Europa e la democrazia”.

Di fronte ad un pubblico attento, composto non solo da studenti , tra i quali gli alunni dell'ultimo anno della scuola italiana parificata di Tunisi, ma anche da giornalisti ed addetti ai lavori,  (da rimarcare la presenza dell’Ambasciatore di Spagna in Tunisia) dopo i convenevoli di rito ha preso direttamente la parola l’On. Franco per condurre un discorso equilibrato e ricco di contenuti riguardante l’Europa ed i suoi valori di democrazia, i suoi problemi ed i modi per risolverli.

Frattini non ha mancato di sottolineare i suoi legami con la Tunisia che ha avuto modo di visitare più volte in passato come Ministro degli Esteri e proprio nei giorni seguenti la rivoluzione dei gelsomini ed ha voluto paragonare il periodo attuale della Tunisia, una nazione “in fase di costruzione della democrazia”, al periodo storico che portò alla nascita del progetto comune di un’ Europa unita.

Proprio dalle ceneri di un’Europa ancora lacerata dalle ferite della seconda guerra mondiale nasce infatti il progetto di unificazione continentale, un progetto destinato a crescere nel tempo che conta oggi di uno spazio in cui vivono “in pace” circa 500 milioni di persone. L’Europa nasce dall’idea di abbattere le frontiere (prima di tutto economiche) con lo scopo ultimo di giungere ad uno spazio davvero comune in cui le persone, le merci e le idee possano circolare davvero liberamente. I sei paesi fondatori, (tra cui l’Italia) pensano inizialmente ad un’Europa economica (raggiungendo grandi successi, tra cui l’introduzione della moneta unica) e la dotano di una qualche struttura di carattere politico che nel tempo verrà sempre più ampliata e perfezionata di pari passo con l’aumentare dei paesi aderenti, ma manca ancora oggi una vera e propria “governance” politica; questo é l’appunto più grande che viene mosso a questa Istituzione in un periodo di crisi monetaria come l’attuale.

Quando sono comparsi i primi sintomi della crisi dell’Euro è mancata un’azione forte da parte dell’Europa che non si è dotata ancora degli strumenti necessari per far fronte a questo tipo di situazioni. Cosi’ la politica è stata sorpassata dai mercati.  La debolezza dei mercati e la debolezza politica sono all’origine della crisi bancaria. Ma i fondamentali della zona euro restano solidi: il nostro Presidente Napolitano l’ha sottolineato, a giusto titolo e a più riprese. La decisione di adottare la moneta unica resta valida ed irreversibile. Per l’Europa e l’Italia non esiste oggi altra soluzione che di proseguire sulla via dell’Euro. Una volta risolti i problemi economici sarà la volta di affrontare le sfide del futuro che sono prima di tutto: adottare una politica comune per  risolvere in maniera pacifica i conflitti che esistono ancora in alcune nazioni, (vedi Medio Oriente); in modo da riuscire ad imporsi come interlocutore attento ed autorevole, in secondo luogo per rispondere in maniera efficiente alle nuove sifde energetiche e climatiche. Si dovrà discutere seriamente e costruttivamente di una politica d’immigrazione comune. Il Mediterraneo e’ stato per millenni il centro del mondo e bisogna lavorare di nuovo insieme affinche’ lo possa ridiventare.L’Europa sta facendo del suo meglio; tocca anche ai paesi della Sponda Sud fare altrettanto. Questi paesi hanno dimostrato che non esistono sfide impossibili, che si possono abbattere regimi dittatoriali con la forza della volontà popolare; esattamente cosi come hanno fatto i paesi dell’ex  blocco comunista. Un Maghreb libero e democratico, rispettoso delle diversità ed aperto al mondo sarà il partner ideale per l’Europa. L’On. Frattini si dice convinto che l’Africa del Nord e l’Europa potranno beneficiare enormemente di un cooperazione più stretta soprattutto nel campo scientifico ed universitario e propone un’intensificarsi degli scambi di studenti universitari e ricercatori (progetti Erasmus). Si dichiara inoltre favorevole ad un sistema che porti ad una revisione dell’attuale sistema della concessione dei visti ormai anacronistico e si dichiara a favore della cosiddetta immigrazione “circolare” un tipo di immigrazione che prevede dopo un percorso di formazione all’estero il ritorno in patria per evitare la cd. “fuga dei cervelli”. Altre realizzazioni concrete potranno includere la protezione dell’ambiente, in particolare del Mar Mediterraneo, il sostegno alle PME della sponda sud e nord, la protezione civile coordinata per far fronte alle catastrofi marittime, le cd “autostrade del mare” .L’intervento di Frattini si conclude con un accenno alla positiva gestione da parte dell’Italia dell’emergenza immigrazione vissuta a Lampedusa risolta con la concessione in via eccezionale di un permesso di soggiorno speciale per piu’ di 20.000 tunisini e con il ribadire l’importanza del ruolo della politica nel funzionamento delle istituzioni. Il sovrapporsi all’Europa di organismi creati “ad hoc” come l ‘Unione per il Mediterraneo” senza la reale volontà politica di portarli avanti dimostra che la creazione di enti simili sia piuttosto superflua. A fine intervento il pubblico ha posto interessanti domande, alcune piuttosto critiche a dire il vero sull’avanzata nei paesi del Nord Europa di posizioni euroscettiche, alle quali Frattini ha risposto ribadendo l’idea che dal modello europeo non si prescinde per il bene comune di tutta l’area.

 

Paolo Paluzzi 

 

Dibattito: “L’Europa e la democrazia”

 

 

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