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Collettività
706 - L’IMMAGINE DELL’ITALIA |
ATTRAVERSO LE VEDUTE DELLA GALLERIA SABAUDA
L’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con il Museo Civico di Torino presenta la mostra “L’Italia vista dai più celebri pittori del XVIII e XIX secolo – Opere della Galleria Sabauda”. |
La mostra, inaugurata martedi 29 giugno nella Sede del Parlamento Tunisino in occasione della visita del Presidente della Camera dei Deputati , Gianfranco Fini, sarà poi visibile per il grande pubblico a partire dal 6 luglio e fino al 30 nella sede dell’Istituto (80, avenue Mohamed V- dal lunedi al giovedi dalle 10 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 19.30, mentre il venerdi dalle 10 alle 12.30).
Attraverso una scelta di opere dalle collezioni della Galleria Sabauda, l’esposizione propone un significativo nucleo di immagini dipinte e incise che illustrano il paesaggio urbano italiano tra Settecento e Ottocento, provenienti sia dalle raccolte sabaude che da acquisti e donazioni che nel corso del XIX e XX secolo hanno contribuito ad accrescere il patrimonio del museo.
L’interesse per la veduta topografica che si sviluppa a partire dalla fine del Seicento e fiorisce soprattutto in centri come Venezia, Roma e Napoli, che costituivano le tappe privilegiate del Grand Tour, affermandosi anche in città culturalmente vivaci come Milano e Torino, è testimoniato dalle bellissime riprese del Colosseo e della Darsena della città partenopea realizzate da Gaspar van Wittel nel 1711, esemplari per cura dei dettagli e trattamento della luce.
Ad illustrare il vedutismo veneziano del Settecento, manifestazione di una più oggettiva e spregiudicata visione della realtà nata in seno allo spirito dell’Illuminismo, sono presenti un dipinto giovanile di Canaletto e una coppia di vedute attribuite al pittore Francesco Albotto che raffigurano alcuni tra gli scorci più noti e suggestivi della città lagunare. A queste opere si affianca un gruppo di quattro tele che mostra quella trasfigurazione poetica del reale e quella pennellata rapida e guizzante tipiche dell’arte di Francesco Guardi.
La fortuna del vedutismo in Piemonte è attestata dai due dipinti di Jules-César-Denis van Loo che offrono negli ultimi anni del XVIII secolo un’immagine aggiornata dei possedimenti sabaudi e rinnovano il gusto per la rappresentazione dettagliata di luoghi reali e per la resa dei fenomeni meteorologico-atmosferici, anticipando effetti lirici che saranno propri del paesaggismo di età romantica. Questa nuova concezione del paesaggio si ritrova nella veduta di paese piemontese di Giuseppe Pietro Bagetti e nella piccola veduta di intonazione intima e sentimentale di Lorenzo Pecheux, mentre i disegni a penna ed acquerello di Pietro Giacomo Palmieri accolgono dall’estetica del sublime il senso della fragilità dell’uomo di fronte all’infinita grandezza della natura.
Esempi qualitativamente alti del vedutismo di epoca romantica sono le immagini di Milano e Venezia di Giovanni Migliara, che si rifanno ai grandi modelli del genere e uniscono, nel solco dei “capricci” settecenteschi, elementi realistici e particolari fantastici definiti da mirabili contrasti di luce.
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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