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In Tunisia
Tuttavia la Storia millenaria che lega l’Italia alla Tunisia (ed in generale al Nord-Africa), l’attuale precaria situazione internazionale e la simpatia per coloro che hanno inaugurato la Primavera Araba, mi spinge ad esporre e sottoporre alla Vostra attenzione una fondamentale questione da considerare in modo approfondito proprio adesso, in occasione della scittura di una Nuova Costituzione. Personalmente ritengo che la Civiltà del Capitalismo sia al crepuscolo. Pertanto cercare di “rifarsi” a dei modelli costituzionali Novecenteschi sia oramai del tutto anacronistico; sebbene sarà certamente utile estrapolare e conservare molti dei principi e valori che hanno portato al miglioramento della vita dei popoli occidentali. Tuttavia occorre un nuovo tipo di Nazione, reale, conforme alla natura ed ossequiante la scala dei valori umani: insomma un nuovo Stato, una nuova Comunità, un modello diverso di vita e di rapporti umani: 1- le Leggi dovranno davvero essere studiate e differenziate: per esempio, per le “madri”, per i “minori”, gli anziani, i disabili, i nomadi o gli stranieri; così come le applicazioni e le sanzioni; 2- e comunque, in un Paese Islamico, le Leggi non potranno priscindere dalle norme primarie del Qorano, nonché da alcune direttive della Sunna; 3- infine, si dovrà ragionare anche in termini internazionali, proiettandosi nel mondo del 3° Millennio (questo, per l’Islam, è il 15° secolo). Ma l’innovazione principale dovrà essere quella dell’inserimento nella Nuova Costituzione (e quindi nei Codici di Diritto) di precise norme per disciplinare il Quarto Potere, ovvero i “Mezzi di Comunicazione di Massa” o Massmedia, abbreviato: Media; stabilire la loro funzione e i loro limiti. Proviamo infatti ad esaminare velocemente alcuni aspetti della loro problematica. Il dramma della Comunicazione La distruzione del Linguaggio, la “guerra della parole”, operata dai Media, ha condotto all’incomunicabilità, non solo tra due generazioni adiacenti (padri e figli), ma perfino all’interno di una stessa generazione. Oltre ad aver alterato i significati delle parole, distorcendole e assegnando loro valori particolari, filmati e “spots” pubblicitari ―che spadroneggiano su ogni mezzo di comunicazione di massa― hanno pure inserito e “costruito” termini nuovi, vocaboli stranieri, denominazioni insolite, se non aleatorie o prive di realtà. Giornalisti, conduttori di spettacoli, speakers sportivi, anchorman e presentatori vari, “spaziano” e giocano liberamente con significati e connotazioni di ogni parola, con la tendenza inoltre di scendere maggiormente verso la banalità e la volgarità. Cosicché il Linguaggio utilizzato 30 anni prima non è più lo stesso 30 anni dopo. Per di più la fluidità dei termini li rende, per così dire, “interpretabili”, relativi, e dunque anche incerti, se non perfino contraddittori. Ma allora, siamo sicuri di essere capiti correttamente? Riusciamo ad esprimere veramente pensieri, emozioni, affetti? I termini con cui esponiamo considerazioni ed idee nei nostri dialoghi corrispondono a quelle che hanno in mente gli altri interlocutori? Le generazioni odierne si raggruppano sempre più in clan, “tribù”, attorno ad un “marchio”, una marca aziendale, una squadra di calcio, un blog del Web, un locale o un luogo di ritrovo “personalizzato”, privato, o perfino appartato. In tal modo, invece di allargarsi, il mondo si restringe, i linguaggi si impoveriscono trasformandosi in slangs, si comunica sempre meno ed in ambiti sempre più limitati. Scompaiono altresì le basi delle esperienze delle generazioni precedenti, i fondamenti culturali ed i legami con esse: ma senza radici nessuna pianta può crescere e svilupparsi. Del resto anche gli stessi mezzi di “manipolazione” di massa mutano continuamente ed in modo vertiginoso, imponendo essi stessi i loro “sistemi” ed i loro “linguaggi”, e comunque sono indubbiamente un quarto potere a disposizione di chi li controlla. Se, putacaso, qualche potente o gruppo di potenti, qualche Stato velleitario, decide di “staccare la spina”, ossia oscurare blog o siti di Internet, o perfino le trasmissioni satellitari, che cosa possono fare gli impreparati ed inermi utenti? E poi, al colmo della derisione, quand’anche si permetta la totale libera circolazione delle idee e delle informazioni, il tutto rimane pur sempre “virtuale”: e «tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare»! In altri termini, pensieri e parole che non si trasformino in “fatti”, azioni, mutamenti, altro non possono condurre che ad una frustrazione e ad una avvilimento ancora maggiore. In ogni caso, anche nel campo della comunicazione di massa, non c’è dubbio che, come in tutti i “fenomeni di massa”, invariabilmente col tempo prevarrà il livellamento, il quale, a sua volta, inesorabilmente scivolerà verso il basso e diventerà appiattimento, fino al suo annichilimento. Ecco, è questo un “settore” della Società, un aspetto della Cultura moderna, uno strumento politico e civile, sul quale è necessario immediatamente intervenire. Nessuno finora ha proposto, e forse nemmeno pensato, di riscrivere la Costituzione in base alla separazione non più solo dei Tre Poteri (Legislativo, Esecutivo e Giudiziario), ma adesso anche necessariamente dei Quattro Poteri, aggiungendo quindi quello dei Massmedia -soprattutto nell’epoca odierna in cui la diffusione di Internet è mondiale, inarrestabile e rivoluzionaria. Naturalmente, in questo nuovo caso, la competenza, l’imparzialità, la “buona volontà”, non saranno sufficienti, giacché il problema fondamentale rimarrà sempre quello dell’applicazione e del “controllo” (ed ovviamente delle “sanzioni” per le violazioni): ogni Costituzione ed ogni Legge Civile in definitiva è fatta e vissuta dagli uomini, e, purtroppo inevitabilmente, da essi amministrata. Pertanto ciò che occorrerà, senza alcuna concessione o favoritismo, sarà la presenza di “uomini migliori” (aristocratici), ossia virtuosi, ossia capaci e “meritevoli”, onesti, veri. Così come per le gravi leggi penali, per qualsiasi altra legge ciò che importa è sempre la sua applicazione, e subito dopo il controllo, ed infine le sanzioni! Ecco, ad esempio, alcune indicazioni e accenni per una Nuova Costituzione Art 1 - La Repubblica è fondata sulla meritocrazia. La sovranità appartiene al popolo e viene esercitata attraverso i suoi rappresentanti eletti direttamente e nominativamente. Art 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’Uomo: la vita, la libertà (di pensiero, espressione, azione), la salute, il lavoro, la proprietà personale e l’associazione. Art 3 - Davanti alla Legge tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, ma hanno maggiori o minori responsabilità in relazione ai ruoli ed alle funzioni svolte nello Stato. Art - 4 - La religione, l’opinione politica, la razza, il sesso, la condizione economica, la lingua e la posizione geografica non possono costituire fattori di discriminazione politica. Art 5 - I 4 Poteri fondamentali, Legislativo, Esecutivo, Giudiziario, Informativo, sono separati e indipendenti. Nessuno è al di sopra della Legge. Art 6 - L’istruzione, la ricerca culturale, scientifica, tecnologica, e la formazione in ogni campo del sapere devono essere garantite e promosse direttamente dallo Stato. Culture, scienze ed arti devono essere trasmesse ed insegnate liberamente. Art 7 - Il lavoro non è solo un diritto ma anche un dovere: qualsiasi cittadino deve contribuire alla vita civile, al miglioraento della società, nelle modalità e nelle possibilità che a lui sono più congeniali e più utili alla comunità. Art 8 - ... e così via. Non è necessario ricorrere a grandi luminari per elaborare testi di giurisprudenza raffinati ed equilibrati: la Storia ci ha fornito di Codici eccellenti, e l’esperienza della vita quotidiana è già una base sufficiente per impostare seriamente norme e punizioni. Anche Giudici e Tribunali dovranno dividersi e specializzarsi, per esempio, per il Diritto Fiscale, Amministrativo, Urbano, del Lavoro, Internazionale, ecc., per ogni settore della vita civile, perché solo così si potrà procedere assai speditamente in tutte le cause: sia nell’applicazione che nella ristrutturazioni delle leggi, ma soprattutto nella semplificazione dei processi. Onorevoli Costituenti: siate coraggiosi, nobili, lungimiranti! Continuate ad essere I Primi, come nella Primavera Araba: Esempio ed Avanguardia non solo per i popoli islamici, ma proprio per tutto il mondo. Di seguito proviamo ad offrire uno schema orientativo, quasi tangibile. I 4 Poteri Legislativo - Giudiziario “La Comunità” Informativo - Esecutivo In pratica il Popolo, “La Comunità” (Umma, in arabo), devono restare al centro della vita civile, religiosa, politica dello Stato, sebbene poi, di fatto, il potere e il controllo siano delegati ai loro rappresentanti eletti liberamente e democraticamente. Possiamo anche specificare meglio: Parlamento (Leggi) Media “Umma” Tribunali (Valutazioni, critica) (Giudizi, sanzioni) Presidente (Applicazione, Rispetto Leggi) Onorevoli Costituenti: ponete attenzione a non lasciarvi fuorviare dai concetti novecenteschi come: la “Democrazia”, che è valida soltanto se non diviene un regime; se mai essa deve tendere a diventare “Meritocrazia”; uno Stato “laico” è una falsità, perché un corpo senza anima (= Religione) è vuoto, morto; il “profitto” deve assolutamente lasciare il posto al PREMIO e alla VIRTU’; l’etichetta di “scientifico” spesso è abusata e distorta; molto più importante, oltre alla Scienza, è la Sapienza, la Saggezza, la capacità e l’efficienza dei “migliori”, in ogni campo. Per concludere, vale la pena segnalare pure sorprendenti e notevoli accostamenti tra i 4 Poteri e la struttura dell’Islam: Kitàb Furqàn (Hajj) LEGGE GIUSTIZIA (Zakat) Qorano La ilaha illa Allah (Shahadah) Muhammad rasùl Allah Sunna INFORMAZIONE DIREZIONE (Sawm) Bushrà Hudà (Salawàt)
Prof. Maurizio Luzi
da sinistra: M. Ben Jaafar, M. Marzouki, R. Gannouchi, H. Jebali
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