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Sopra il nostro biglietto da visita, e sotto la mappa della città dove ci troviamo da più di cento anni a Tunisi. La nostra storia è lunga. Tantissimo lunga. E vale la pena di raccontarla così come è stato fatto tante altre volte quando si parla di noi.

 

 

Così:



 Storia

 

 

Giulio Finzi si trasferì da Livorno a Tunisi dopo il fallimento dei moti carbonari del 1820‑1821 a cui partecipò. Assieme al giovane Finzi sbarcarono nella Reggenza di Tunisi altri profughi provenienti da vari  Sta­ti  italiani i quali furono accolti benevolmente dall’Autorità  beylicale.  Ebbe­ro un ruolo importante nella modernizzazione dello Stato tunisino, in quanto avevano una formazione laico‑democratica. Contribuirono attiva­mente alla creazione di infrastrutture (tipografie, ospedali, banche, scuole laiche e militari) e, nonostante si trovassero a volte in contraddizione con le Autorità, poiché considerati di matrice «eccessivamente liberale», furo­no nell’insieme incoraggiati a stabilirsi in modo definitivo in Tunisia.

La famiglia Finzi, anche dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia, continuò a risiedere in Tunisia.

Giulio Finzi era rilegatore di professione. Nel 1829 allargò la sua at­tività ed apri la prima tipografia privata in Tunisia. La tipografia, che ebbe riconoscimento ufficiale solo nel 1879, si trovava inizialmente nel­la Medina, nel quartiere detto «franco», ed aveva sede in un lato del Pa­lazzo Gnecco (celebre per essere stata la sede della sezione di Tunisi della Giovane Italia di Giuseppe Mazzini che si costituì dopo gli anni 1830‑1831, ed inoltre perché ospitò nel 1838 Giuseppe Garibaldi). Dopo l’avvento del protettorato francese e l’allestimento della cosiddetta «città europea», la tipografia Finzi si spostò nella «città nuova» sita in Rue de Russie dove ha sede tutt’oggi.

Nel 1956, con l’indipendenza della Tunisia, i Finzi ottennero final­mente l’autorizzazione a pubblicare un giornale allora settimanale, Il Corriere di Tunisi, autorizzazione non concessa in anni precedenti dalle Autorità francesi che all’indomani della seconda guerra mondiale aveva­no vietato ogni forma di pubblicazione in lingua italiana, chiuso le scuole ed impedito ogni forma di vita assocíativa italiana.

Il Corriere di Tunisi dal marzo del 1956 non ha mai interrotto le sue pubblicazioni sebbene con la riduzione della collettività sia diventato oggi bi‑mensile. Il primo direttore fu Giuseppe Finzi, oggi suo figlio Elia prosegue, coadiuvato dalla figlia, la sua opera.

Oltre ai lavori di stampa, la Famiglia Finzi (Elia e la moglie Lea, i figli Claudio e Silvia) è stata ideatrice con l’Ambasciata d’Italia di un progetto di recupero della memoria italiana in Tunisia attraverso l’edi­zione di libri che trattano alcuni temi tra i più significativi della storia della collettività (si ricorda l’ultimo volume «Mestieri e professioni degli Italiani di Tunisia».

Dal 2001 Elia Finzi ed il figlio Claudio, hanno aperto nella zona industriale di Tunisi (Ksar Saïd), una nuova ti­pografia, «Finzi Usines Graphiques», a scala più industriale e maggior­mente corrispondente alle ultime innovazioni tecnologiche.

La tipografia Finzi si è mantenuta grazie allo sforzo costante di mo­dernizzazione e di spirito inventivo che di generazione in generazione ha sempre saputo mantenersi vivo. 

 1956-2005

 

Nel marzo 1956 esce il n° 1 de "Il Corriere di Tunisi". Nel marzo 2005 "Il Corriere di Tunisi" è in Internet. 

 

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A "Il Corriere di Tunisi" di Elia Finzi

 

il Premio Giornalistico

"Val di Sole - per un Giornalismo trasparente":

Sezione

"Stampa Italiana all'Estero".

 

  

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