NOSTRI PROBLEMI
Clima pre-elettorale in Francia all’indomani della vittoria di Trump negli Stati Uniti contro la Clinton che porta con sé tutte le inquietudini sul futuro incerto dell’Europa, scossa da venti populisti che sperano poter, sulla scia della vittoria repubblicana americana, convincere i loro elettori.
Clima elettorale per gli italiani all’estero che votano in questi giorni per il referendum costituzionale su sfondo di polemiche sulla trasparenza del voto all’estero. La questione non è recente e l’impatto del voto degli italiani fuori d’Italia è sempre stato oggetto di polemica: nel passato perché si temeva che fosse un voto di destra, più recentemente perché fosse un voto di sinistra. Tutto fa brodo comunque per rimettere in causa, per sminuire o vanificare gli sforzi di chi da sempre si batte per permettere la partecipazione delle collettività italiane all’estero alla storia politica dell’Italia. Contrariamente a quello che tanti affermano gli schieramenti sono molto meno omogenei e compatti di quello che si vuol intendere, per cui la paura di brogli ci sembra essere meramente ideologica e non riflettere la composita espressione degli italiani all’estero.
Molta polemica ha suscitato la lettera del Comitato del SI a firma di Renzi. Si può criticare l’iniziativa ma non certo affermare che è stata un’ingerenza sul voto degli elettori. Altrettanto avrebbe potuto fare il Comitato per il NO che, se non con una lettera, ha pubblicizzato ampiamente la sua posizione.
Si può comunque notare molto fervore per il referendum sia degli uni che degli altri ma l’ultima parola rimane per fortuna agli elettori.
Gli italiani di Tunisia così bistrattati quando si tratta del loro voto hanno dimostrato la loro solidarietà all’immensa catastrofe a seguito del terremoto dell’Italia centrale partecipando all’iniziativa del Comites Tunisia a favore delle popolazioni colpite dal sisma. Il ricavato di circa 8500 dinari sarà interamente devoluto alla Croce Rossa Italiana.
Il senatore Francesco Giacobbe eletto per la circoscrizione Africa, Asia, Oceania ed Antartide ha fatto una breve sosta a Tunisi in occasione di un incontro organizzato dal Circolo Valenzi Tunisi per esporre il suo punto di vista in merito al quesito referendario. In questi giorni stanno arrivando le schede elettorali ma se entro il 21 novembre alcuni connazionali, per disguidi postali ma anche per non aver comunicato un eventuale cambiamento d’indirizzo, non dovessero aver ricevuto la scheda possono ritirarla in Ambasciata.
Dal 22 al 27 novembre , L’istituto Italiano di Cultura organizza “La Prima settimana della Cucina Italiana nel mondo” con al menu film, mostre, conferenze, cene che abbiano per tema l’alimentazione. Peccato che il bel libro a cura di Marinette Pendola “L’alimentazione degli italiani in Tunisia” non sia incluso nella lista degli eventi.
La Tunisia si prepara alla Conferenza Internazionale sull’Investimento che si terrà a Tunisi i prossimi 29 e 30 novembre . Evento di grande importanza che vedrà la partecipazione di capi di Stato, di rappresentanti del settore pubblico e privato, della società civile, di organizzazioni internazionali, ha l’ambizione di rilanciare gli investimenti stranieri in Tunisia. Questo forum economico è il secondo evento organizzato su così larga scala dalla rivoluzione dopo la conferenza del 2014, voluta dal governo di Mehdi Jomâa dal titolo “Investire in Tunisia, start-up democracy”, la quale però non aveva prodotto gli effetti sperati.
Una nota dolente sulla Tunisia: la seconda morte, come ha affermato la moglie, di Lotfi Nagdh ucciso a Tataouine nel 2012 ad opera delle Leghe protettrici della rivoluzione. Lotfi Nagdh era il coordinatore di Nidaa Tunis nella cittadina del sud. Sebbene il suo corpo portasse i segni dei colpi infertogli, i giudici di Sousse nella loro sentenza di I° grado hanno dato un “non luogo a procedere” affermando che la morte sia intervenuta a seguito ad un arresto cardiaco e liberando così dall’accusa di assassinio premeditato gli autori delle violenze.
Molti tunisini leggono l’esito del processo come un inquietante ritorno delle Milizie dopo il loro scioglimento. Messo sotto accusa anche il partito Ennadha che ha risposto con un comunicato del suo Presidente il quale, dopo la polemica nata dopo la liberazione di tutti gli accusati dell’assassinio di Lotfi Nagdh, ha chiamato a rispettare la decisione dei giudici senza politicizzare “l’incidente” e che le contestazioni si potranno fare durante l’appello. Molti però hanno letto attraverso questo processo la dipendenza dei giudici al politico.
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