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Anni 2005/2006 | :: :: :: :: :: :: :: ::
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Prima Pagina
NOSTRI PROBLEMI
Alla fine della seconda guerra mondiale, il mondo occidentale scoprì o riscoprì gli orrori commessi dalle ideologie totalitarie e pensò che uno dei modi possibili di impedirne il suo riemergere fosse l’indebolimento delle grandi ideologie politiche che avevano schiacciato l’individuo, annullata la sua volontà personale, impedito che la libertà del singolo potesse esprimere, se non rischiando la propria vita, opinioni diverse da quelle espresse dai poteri forti, classificato il genere umano in categorie gerarchizzate con le tragiche conseguenze che noi tutti conosciamo, trascinando così il mondo in una guerra totale in cui venivano sterminate popolazioni intere non più considerate come somma di persone singole ma indistintamente considerate come nemici da abbattere indipendentemente dalla loro nazionalità, dal loro credo politico, dalla loro formazione.
Si scoprì quindi il valore della democrazia come unica garanzia data all’individuo per riacquisire la sua identità personale, preferendo così sostituire dei poteri più deboli a poteri forti e poter ricostruire delle società in cui il valore della pluralità delle voci, delle identità, dei credo fosse l’unica garanzia per la pace futura.
Il dibattito ormai quasi secolare tra modernità e post-modernità, tra universalità e particolarità, tra identità personale e identità collettiva, tra nazione e nazionalismo, tra pluralità e singolarità ne sono le espressioni più comuni.
Uno dei grandi problemi dell’indebolimento del racconto mitico delle civiltà che era filosoficamente necessario ma poco o male metabolizzato nella realtà concreta delle società occidentali è stata la paura dell’universale e la confusione tra affermazione del particolare e particolarismo.
D’altra parte, l’accumulo delle ingiustizie sociali, il disincanto politico, la chiusura delle frontiere della democrazia in un ambito geografico determinato, con l’evacuazione delle scorie totalitarie altamente tossiche al di là delle sue frontiere, l’incapacità di pensare valori comuni ha esasperato un sentimento di ingiustizia e di revanchismo storico che ha nutrito abbondantemente il terrorismo odierno. Al di là delle frontiere democratiche, il progresso e la modernità (valori assai poco difesi dai nostri intellettuali!) vengono percepiti come perversi e colonizzatori, l’individuo viene pensato come minaccia alla coesione del gruppo, la pluralità delle voci e dei credo come nemici della civiltà.
Le ragioni storiche sono tante ma le conseguenze sono tali da interrogarci sulle conseguenze inattese forse del post-modernismo su società che sono state private dall’elaborazione della loro modernità: l’universalità è stata sostituita dal particolarismo assolutistico, la parte è indissolubile dal tutto ed esprime incondizionalmente il tutto da cui ne consegue che la parte non esiste in se stessa senon come espressione del tutt’uno; se nella modernità il tutto è l’espressione delle parti, in questa degenerazione della post-modernità le parti sono il tutto nella misura in cui il singolo è simbolicamente il tutto.
All’indomani dell’attentato di Sousse che ha colpito il cuore di un paese (economicamente ed eticamente) e fatto una strage di persone che avevano avuto il merito di credere nella sua ripresa economica e politica, ci possiamo realmente chiedere se l’indebolimento delle ideologie politiche ha generato solo l’indebolimento della politica ma non dell’ideologia. E’ forse ora (e se non ora quando?) di ridare alla politica le sue lettere di nobiltà per evitare che solo l’ideologia e cioè la strumentalizzazione dell’ organizzazione delle masse, atte ad eccitarle ed a esaltarne i valori in base ad un rapporto fideistico, sentimentale basato sulla sublimazione dell’impulsività possa sostituire la ragione, senza la quale non vi è possibile libertà. A tutti coloro che hanno pagato con la loro vita la colpa di essere diversi, a tutti i tunisini che credono e che si battono per affermare l’universalità dei valori della ragione, del diritto di pensare, della libertà di coscienza e che credono nel valore etico della democrazia vadano le nostre più meste condoglianze! Ci riconosciamo nella loro lotta che è anche la nostra, indipendentemente dal nostro colore, dal nostro sesso, dalla nostra religione, dalla nostra lingua, dalla nostra appartenenza etnica.
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SOMMARIO
COLLETTIVITA’
Kermesse estiva della SIA - p 4
Progetto "Ter-re" - p 5
Messaggio del Consiglio Nazionale Forense - p 6
MISCELLANAE – p 7
IN TUNISIA
Il tentativo di destabilizzazione della Tunisia - p 8
Noi stiamo con le libertà - p 9-10
Testimonianze - p 11
ATTUALITA' - p 12-13
IN ITALIA
Il nuovo regionalismo a geometria variabile - p 14
A scuola di "Gender"?
Il ruolo delle istituzioni educative - p 15
NEL MAGHREB e NEL MEDITERRANEO
La grande sfida al terrorismo globale - p 16-17
"Mediterraneo: sguardi incrociati"- p 18-20
Il Califfato compie un anno, il Medio Oriente è all'anno zero – p 21
Il Sultano è in difficoltà – p 22
EMIGRAZIONE, IMMIGRAZIONE
Non ci fermerete, non ci fermeremo! – p 23
Lasciar morire i migranti è disumano - p 24
CULTURA
Barocco a Roma. La meraviglia delle arti - p 25-26
Il linguaggio dell'arte e la realtà - p 27-28
Dal fronte della Grande Guerra - p 29-30
MUSICA – p 31
UNIVERSITA' E SCUOLA - p 32-34
LIBRI – p 35
ECONOMIA
La CTICI informa - p 36-39
MARGINALIA
L'arte comunica - p 40
VIAGGI - p 41-42
CASA E CUCINA - p 43-44
DIVERTIMENTO - p 45
Flavio e Mino Rosso - DAL FRONTE DELLA GRANDE GUERRA [con versione pdf] – in Cultura
Michele Brondino e Yvonne Fracassetti - “MEDITERRANEO SGUARDI INCROCIATI” – in Nel Mediterrane-Maghreb
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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Numeri recenti | :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: ::
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