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Prima Pagina
NOSTRI PROBLEMI
Come ha potuto un semplice fatto di cronaca avvenuto il 25 maggio 2020 nella città di Minneapolis in Minnesota, negli Stati Uniti, risvegliare il demone americano del razzismo e la crisi di una democrazia in cui un rappresentante dell’ordine, un poliziotto, in risposta alla chiamata di un negoziante, uccide un uomo, George Floyd, premendo il ginocchio sul suo collo per 8 minuti e 46 secondi, senza che gli altri agenti tentino di fermarlo?
L’odio razziale, la perdita dei valori di giustizia e libertà e soprattutto del primo fondamento della democrazia, ossia l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, hanno generato proteste, manifestazioni, rivolte e scontri violenti durati più di 10 giorni.
Mentre la polizia sparava lacrimogeni e proiettili di gomma contro chi protestava davanti alla Casa Bianca, il presidente Trump, sotto scorta, si recava alla vicina chiesa episcopale di St. John per farsi fotografare con la Bibbia in mano (una mania contagiosa?) dichiarando che i manifestanti erano dei terroristi.
La tragica morte di Floyd, che sarebbe probabilmente passata inosservata se non avesse una volta ancora risvegliato la non risolta questione razziale negli Stati Uniti, ci pone dinanzi al problema più generale di una società democratica che, seppur con declinazioni e gradi diversi, non riesce a tutelare i diritti e dare protezione a tutti coloro che, in un dato momento della loro esistenza, si trovano ad essere in una condizione di debolezza di fronte al potere: si veda la questione dei migranti lasciati morire in mare, i discorsi di odio verso il diverso che trovano un riscontro politico e culturale sempre più imponente in varie parti del mondo, i populismi e la loro espressione estrema, il nazionalismo, l’incapacità di dare risposte unitarie di fronte alla tragedia umana, sociale ed economica generata dalla pandemia ancora in atto, anche se in regressione in Europa e nel Nordafrica in questi ultimi giorni, malgrado l’inquietudine provocata da nuovi casi in Lombardia.
Sebbene le democrazie diano deboli segnali di risposta ai nostri interrogativi, è solo attraverso di esse che possiamo riaffermare i loro stessi valori fondativi quali la libertà e l’eguaglianza.
Il rischio delle democrazie attuali risiede però nel fatto che, come affermava Habermas, la manipolazione politica può vanificare la funzione essenziale di partecipazione alle scelte e diventare il mero strumento di un’esigua élite che modella l’opinione pubblica, la quale nata inizialmente come istanza di controllo dello stato politico e di garanzia dei diritti dell’individuo, è diventata una macchina di produzione di consensi e di controllo della società. L’opinione pubblica quindi, anziché produrre emancipazione e libertà, ragione per la quale era stata rivendicata già nell’Ottocento, ha generato manipolazione ed annullamento del senso critico nei cittadini, come confermato oggi da chi, anche su false notizie, è capace di condizionarla.
In un contesto contemporaneo così provato dal virus Covid-19, la manipolazione dell’opinione pubblica ed i rischi corsi dalla democrazia sono ingenti.
La pandemia ha anche cambiato le nostre abitudini: l’Aîd festeggiato tradizionalmente con strade piene di bambini, con un viavai di visite e di spostamenti tra le varie regioni tunisine, quest’anno è stato decisamente silenzioso, così come la ricorrenza del 2 giugno per l’Italia.
Viviamo tra speranza e paura: la speranza che l’allentamento della morsa del confinamento possa permettere una ripresa delle attività economiche e sociali e la paura che nuovi picchi di contagio si possano riprendere le timide libertà di spostamento che abbiamo ultimamente riconquistato.
In Tunisia, seppur con misure di sicurezza, la popolazione sente che la pandemia è alle spalle e spera che il 14 giugno sia confermata l’apertura delle frontiere prevista per il 27 giugno. Speriamo che questo nuovo inizio sia sinonimo di ripresa!
Il Corriere di Tunisi, nel segno del ritorno alla normalità riprende con l’edizione cartacea, dopo la pubblicazione di due numeri digitali (aprile e maggio), nel segno della riapertura di cui la redazione tutta è ben lieta, nella speranza che non vi siano ulteriori interruzioni delle attività.
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SOMMARIO
Collettività
- Messaggio dell'Ambasciatore d'Italia a Tunisi, Lorenzo
Fanara, in occasione della 74^ Festa della Repubblica.
- L’Ambasciatore Lorenzo Fanara incontra il Ministro
tunisino del Turismo per l’apertura di una linea di
credito per 500 milioni di dinari.
- La perdita dolorosa di un’amica della Tunisia e
dell’italianistica.
- Djerba, una bella storia di collaborazione.
- Elezioni in estate con voto elettronico? Ottima proposta
da estendere a italiani all’estero e fuori sede. - 5-9
Consigli legali
- Covid-19: inadempimento delle parti ai propri obblighi
contrattuali. - 10
In Tunisia
- Tre Comuni del Mediterraneo guidati da donne e
uniti dal Progetto Clima. Madhia per la Tunisia, BiJaya
Mhaydseh per il Libano e Sestri Levante per
l’Italia. - 11-12
Flash News - 13-15
Maghreb e Mediterraneo - Mediterraneo: sguardi incrociati. Volontariato, violenza
e religione. Il caso di Silvia Romano.
- In Algeria si accendono le polemiche sulla possibile
criminalizzazione dell’uso della lingua francese.
- Il Maghreb troverà soluzioni coese per il dopo Covid19? - 16-19
Immigrazione/Emigrazione
- Sanatoria colf e braccianti irregolari al via. Circa
480mila gli interessati. - 20
Dossier
- Racconti in pillole di viaggi fuori porta. Memories.
Marocco - Casablanca. - 21-26
Economia
- CTICI. Intervista all’avvocato Aslen Berjeb. Comunicati.
- Più di un giovane su sei al mondo disoccupato a causa
della crisi del Covid-19. - 27-31
Internazionale
- Il continente africano nel mezzo della pandemia
Covid-19.
- I viaggi di piacere. - 32-33
Cultura 34-41
- Federico Garcia Lorca.
- Winnaretta Singer Principessa de Polignac mecenate
tra Venezia e Parigi.
- Guerrino Dirindin “Ritorno alla terra”.
Marginalia - L’amicizia pre e post social. - 42-43
Libri - 44
Cucina - 45
Passatempo - 46
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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Numeri recenti | :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: ::
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