NOSTRI PROBLEMI
Frontiere che si aprono, frontiere che si chiudono: spostarsi non è cosa semplice nell’era del Covid.
La Tunisia dichiarata zona verde ha aperto le sue frontiere aeree, terrestri e marittime dal 27 giugno e benché le misure siano soggette a modifiche in funzione dell’evoluzione della pandemia nel mondo, per quanto riguarda gli ingressi dall’Italia, definita Paese a basso rischio, essi sono liberi e non è più necessaria la quarantena né il tampone prima dell’arrivo sul territorio nazionale.
Diverso per chi arriva da Paesi definiti a rischio di contaminazione: i viaggiatori dovranno fare un tampone 72 ore prima del viaggio, riempire una scheda sanitaria, impegnarsi per iscritto ad un’auto confinamento (in albergo o in casa) durante 14 giorni; dopodiché effettueranno un secondo test 6 giorni dopo il loro arrivo in Tunisia, e se questo risulterà negativo, potranno interrompere la quarantena. I turisti debbono attenersi al rispetto delle misure sanitarie dei siti che visiteranno.
L’Italia ha adottato al momento misure diverse rispetto alla Tunisia: prima di lasciare il Paese è necessario scaricare il modello dell’autodichiarazione in caso di entrata in Italia dall’estero
(https://www.esteri.it/mae/resource/doc/2020/07/modulo_rientro_da_estero_30giu20.pdf)
e sottoporsi all’arrivo in Italia a 14 giorni di quarantena mentre sono consentiti liberamente gli spostamenti da e per gli Stati membri dell’Unione Europea (oltre all’Italia, sono Stati membri della UE: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria), Stati parte dell’accordo di Schengen (gli Stati non UE parte dell’accordo di Schengen sono: Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera), Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord, Andorra, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino e lo Stato Vaticano. Chi entra da questi Paesi non dovrà più giustificare le ragioni del viaggio e non sarà sottoposto all’obbligo di isolamento fiduciario per 14 giorni all’ingresso in Italia mentre, e non si capisce con quale logica, l’isolamento è ancora previsto per chi arriva dalla Tunisia benché l’Italia abbia concesso la libera circolazione tra i due Paesi. Le misure potranno subire variazioni dopo il 15 luglio.
L’apertura delle frontiere tunisine desta però alcune inquietudini. La Tunisia ha infatti registrato 24 nuovi contagiati dai primi di luglio ed il ministro della Sanità, Abdellatif Mekki, ha paventato il rischio di una seconda ondata di infezioni da Corona virus in autunno. Ad oggi i positivi al virus sono 1205, con 50 decessi e 1049 ristabiliti.
Per l’Europa, ogni Paese membro può decidere in autonomia riguardo ai propri confini e su come organizzarsi con gli Stati extra Schengen autorizzati. L’Italia ha deciso di lasciare l’obbligo di quarantena di due settimane per tutti gli arrivi (esclusi i Paesi Ue) mentre la Francia ha permesso la libera circolazione per chi è in provenienza dalla Tunisia senza obbligo di quarantena.
Dopo i nuovi contagi in arrivo dal Bangladesh, il Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato necessario «prevedere delle cautele: non possiamo permetterci di subire nuove ondate del virus per disattenzione altrui». Gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa hanno rafforzato i loro controlli e vietato l’ingresso in Italia per chi arriva da Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia-Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana o vi ha transitato negli ultimi 14 giorni. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, in accordo con i ministri degli Esteri, dell’Interno e dei Trasporti, ha firmato l’ordinanza che prevede i divieti fino al 14 luglio.
Si ha la sensazione di essere sul filo del rasoio e quest’incertezza ormai da più di sei mesi è a dir poco deprimente, ci si sente come se si brancolasse nel buio e non si riesce ancora a vedere una via d’uscita. A quando un vaccino per tutti?
Intanto sperando che la Tunisia continui ad essere una eccezione e che non aumentino i contagi, la vita ha ripreso quasi normalmente nel Paese e sembra, passeggiando per le città tunisine, che la pandemia sia solo un ricordo del passato se non fosse per la quasi assenza di turisti specie dall’Algeria che richiama la nostra attenzione sul forte disagio economico e sociale generato dall’emergenza sanitaria.
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