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Prima Pagina
NOSTRI PROBLEMI
La tragedia libanese: la violenta deflagrazione nei pressi del porto di Beirut ha distrutto gran parte della città lasciandoci tutti interdetti per le drammatiche conseguenze provocate dall’esplosione di un deposito dove erano stoccate ingenti quantità di nitrato di ammonio (2.750 tonnellate), esplosione talmente forte da essere percepita in un raggio di oltre 200 km.
Innestata su un’economia già al collasso, la terribile esplosione avvenuta il 4 agosto ha causato, al momento, la morte di 137 persone, con migliaia di feriti e 300.000 sfollati. Di fronte a questo dramma umanitario, la solidarietà internazionale s’impone. Già molti paesi si mobilitano, tra essi la Tunisia e l’Italia, ma occorrono aiuti strutturali per dare assistenza sanitaria e alimentare ed anche un tetto alle persone che hanno perso tutto.
Dopo l’esplosione, i media hanno fatto varie ipotesi sulle cause possibili di questa tragedia dall’incuria dei servizi pubblici, alla corruzione dei politici o ad un possibile attentato terroristico. Tante le voci contraddittorie e sovrapposte in una cacofonia informativa globale. Sta di fatto però che l’esplosivo era in un deposito del centro città e questo dal 2014. Le autorità libanesi, che hanno arrestato i funzionari portuali, non hanno però chiarito il perché degli esplosivi, che erano stati sequestrati anni prima, si trovassero al porto. Per i libanesi la colpa è di una classe politica corrotta che ha causato sia il fallimento economico del paese che umanitario e chiedono che vi sia un’inchiesta internazionale per determinare le cause e le responsabilità di questa tragedia poiché non si fidano dei loro rappresentanti politici. Lo stesso Presidente francese, in visita in una Beirut in macerie, ha dichiarato che gli aiuti al popolo libanese dovranno pervenire tramite ONG e associazioni, il che la dice lunga sulla sfiducia nazionale ed internazionale nei confronti del governo libanese.
In Tunisia, dopo le dimissioni del Premier Fakhfakh, è stato incaricato dal Presidente Saied, Hichem Mechichi già Ministro dell'Interno dal 27 febbraio 2020 per formare il nuovo governo. Hichem Mechichi gode di ottima reputazione soprattutto per la sua integrità e la sua dedizione al paese. Speriamo possa ottenere la fiducia del Parlamento.
I rapporti tra Italia e Tunisia soffrono della recrudescenza della migrazione clandestina dove dall’inizio dell’estate, 2.639 persone anche su piccole imbarcazioni di fortuna hanno tentato di sbarcare a Lampedusa. Secondo il Ministero degli Interni, 63 tentativi di migrazione sono stati scoperti e 748 persone arrestate. L’emergenza migrazione clandestina ha spinto Luciana Lamorgese, Ministro italiano dell’Interno ad effettuare una visita lampo in Tunisia dove ha incontrato il suo omologo tunisino ed il presidente della Repubblica Kaïs Saied per tentare di arginare le partenze dalla Tunisia verso l’Italia. Il presidente tunisino che si è recato al porto di Sfax ha dichiarato che occorrono soluzioni nazionali ed internazionali per evitare questi traffici umani, la prima delle quali è offrire uno sbocco ai giovani in patria, che spinti dalla disoccupazione e dalla grave crisi economica che colpisce il paese, tentano una traversata della fortuna che spesso, però, si trasforma in una traversata della morte. O se riescono a raggiungere i lidi sognati finisce in uno sfruttamento di tipo schiavistico o peggio si cade tra le mani delle reti criminali che approfittano della situazione di irregolarità trasformando il sogno in incubo. L’Italia dal 10 agosto prossimo rimpatrierà su voli charter verso la Tunisia fino un massimo di 40 cittadini tunisini per volta, con voli bisettimanali, con un ritorno di 80 irregolari alla settimana.
Problema complesso quello della migrazione ed al quale non si può dare una risposta univoca, politicamente corretta né tantomeno partigiana. Tema molto sollecitato e ricorrente, richiede però una riflessione che vada oltre i riflettori elettoralistici e mediatici. Se siamo tutti d’accordo che non c’è peggior cosa del traffico degli esseri umani, prima, durante e dopo la traversata in mare, è anche vero che l’unico modo di varcare una frontiera per un giovane di vent’anni è rischiare la propria vita se non è di classe abbiente. I giovani europei, così abituati ad itinere nel mondo, anzi spinti a sperimentare viaggi formativi all’estero, dovrebbero servire da esempio per capire cosa significhi per un giovane non poter uscire dalla sua casa e come questa possa trasformarsi nel suo immaginario in prigione. Il vero problema quindi è come conciliare un bisogno naturale di mobilità con la necessità di far cessare i traffici umani? Se a questi giovani fosse permesso di circolare più liberamente i trafficanti sparirebbero? La migrazione aumenterebbe di molto? Poter spostarsi più liberamente aumenterebbe i ritorni in patria? Se la crisi economica si aggravasse emarginando ulteriormente i giovani tunisini, quali soluzioni proporre in patria per il loro inserimento sociale?
Questioni a cui non è facile rispondere in modo univoco ma sulle quali dobbiamo riflettere se non vogliamo che la frattura tra un “noi” ed un “loro” diventi una voragine!
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SOMMARIO
Collettività
- Referendum 2020 - Voto per corrispondenza dei
cittadini italiani residenti all’estero.
- AICS e Progetto Restart.
- Messaggio del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella agli italiani all’estero: «Grazie per la
vostra solidarietà».
- Open Art Week lancia bando per giovani stilisti. - 5-6
Consigli legali
- Lo Studio legale Giambrone Tunisia nominato tra i
migliori studi legali internazionali d’Africa dell’anno
2000. - 7-8
In Tunisia
- Tunisia: cronaca di una profonda crisi politica.
- Sostegno alle microimprese tunisine dalla Cooperazione
Italiana Ai giovani imprenditori del sud
fondi per 350mila euro. - 9-11
Flash News - 12-13
In Italia
- L’associazione Hrayer Tunes formata da donne
tunisine a Milano per aiutare i più fragili in Italia e
all'estero.
- Scudetto alla Juve: è il nono consecutivo. - 14-15
Immigrazione-Emigrazione
- Preoccupante aumento degli sbarchi di clandestini
dalla Tunisia il Ministro Lamorgese in visita a
Tunisi. - 16-17
Dossier
- Raccontando l’Algeria. - 18-24
Economia
- Ctici. La Ctici al fianco dei suoi soci.
- A due start-up tunisine il premio progetto Aida
per diagnosi su sclerosi multipla, diabete, celiachia,
ipotiroide. - 25-28
Internazionale
- Beirut ancora una volta colpita al cuore. - 29-30
Cultura
- I musei d’impresa. - 31-35
Marginalia
- Tutto esaurito ma è una fake. - 36-37
Musica e Spettacolo
- Omaggio a Fellini al “Cinéma au Musée” di
Sousse .
- In arte, Nino Ferrer. “Voleva la pelle nera”. - 38-39
Ambiente e Turismo
- Il giardino di Ninfa: un’oasi storico - naturalistica
nel cuore della pianura pontina.
- 75 anni dopo Hiroshima e Nagasaki la minaccia
nucleare riemerge Croce Rossa e Mezzaluna Rossa
esortano le nazioni per la fine dell'era nucleare. - 40-41
.
Salute e Benessere
- Occhio agli occhiali da Sole. Il pericolo delle bancarelle. - 42
Libri
- Lunga è la notte. - 43-44
Cucina - 45
Passatempo - 46
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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