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Anni 2005/2006 | :: :: :: :: :: :: :: ::
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Prima Pagina
NOSTRI PROBLEMI
Dopo lunghi mesi di attesa, di discussioni e di compromessi la Tunisia ha finalmente un governo. Cercando di accontentare molti si rischia di fare molti scontenti ma la governabilità di un paese è superiore alle beghe partigiane. Elyes Fakhfakh, dopo molte concessioni, è riuscito ad ottenere la fiducia del Parlamento con 129 voti a favore, 77 contrari e 1 astensione, superando largamente la soglia necessaria (109 voti) per poter dare il via al nuovo governo, ormai insediatosi da pochi giorni. Un équipe formata da uomini di partito e indipendenti che tenta di ricomporre e compattare il mosaico parlamentare, escludendo però alcuni partiti come Qalb Tounes, Al Karama, Partito Desturiano Libero (Pdl), Machrou Tounes e Afek Tounes che rimangono nell’opposizione.
Pacificato almeno per un tempo lo scontro politico in Tunisia, questa dovrà affrontare la sfida del rilancio dell’economia ridando fiducia nelle istituzioni dello Stato, ma anche avere la capacità politica di potersi destreggiare in una situazione internazionale delle più complesse, tra un’Europa in crisi, una guerra che dalla Siria alla Libia vede sempre più impegnate forze straniere a difesa dei loro interessi, a scapito delle popolazioni prese in ostaggio e strette in una morsa mortale. Ad aggiungersi alle tante difficoltà presenti, la diffusione dell’epidemia del COVID-19 dalla Cina al mondo, con misure di precauzione dovute e che però creano un clima di panico generalizzato con accenti xenofobi intollerabili e che sta già provocando una decrescita economica di cui ancora non è facile misurare sul piano internazionale le temibili conseguenze.
L’Italia in primis, considerando l’epidemia da COVID-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale si è vista costretta ad adottare misure radicali tra cui la chiusura delle scuole e delle università, l’annullamento di conferenze pubbliche, di congressi, di eventi, di competizioni sportive dove sia prevista una concentrazione di persone, ma anche una limitazione dei viaggi per tentare di ridurre al minimo i rischi di contagio e probabilmente sarà seguita da molti altri paesi europei, tra cui la Francia anch’essa molto colpita dalla velocità con la quale il virus si sta diffondendo. Anche la Tunisia comincia ad essere colpita dall’epidemia ma al momento in forma ridotta. Ormai sono note a tutti le misure precauzionali da adottare, in primis il lavarsi frequentemente le mani e chiamare il Pronto Soccorso in caso di comparsa dei primi sintomi della malattia.
L’emergenza sanitaria non può però oscurare l’emergenza umanitaria. Lo scontro in Siria a Idlib tra le forze governative di Bashar al-Assad, sostenute dalla Russia di Vladimir Putin, e i ribelli nel Nord Ovest del Paese, sostenuti dalla Turchia di Recep Tayyip Erdogan, seminano morte ed è in atto un massiccio esodo della popolazione. In questi giochi tra potenze che permettono la diffusione di un virus molto più insidioso del corona virus, vi è anche la paura dell’Europa ad accogliere i sopravvissuti che secondo i dati dell’Oim, l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni sono ad oggi oltre 13mila al confine tra Turchia e Grecia (ma anche Bulgaria), tra essi donne e bambini costretti a vivere in condizioni indicibili. Ma com’è ben noto da sempre la guerra è anche guerra delle cifre, per cui la Turchia che vuole l’appoggio europeo nelle sue operazioni in Siria annuncia un esodo di milioni di persone, utilizzando una popolazione allo sbando per esercitare pressione politica. Intanto si scatenano i peggiori istinti, come abbiamo visto in Grecia dove gommoni di fortuna, tentando un difficile approdo, sono stati respinti con violenza e dove un centro per l’accoglienza dei migranti è stato incendiato. Inoltre, alcuni gruppi di abitanti di Lesbo hanno rivolto insulti e percosso i giornalisti, i fotoreporter e il personale dell’Unhcr, lanciando sassi contro un pullman della polizia, in un clima di estrema tensione tra Turchia e Grecia che si accusano reciprocamente della situazione venutasi a creare.
Amnesty International in un suo comunicato parla di crimini di guerra. «Le scuole dovrebbero essere luoghi sicuri dove i bambini possono imparare e giocare, anche in una zona di conflitto. Colpire scuole e asili usati per scopi civili è un crimine di guerra», ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di A.I. per il Medio Oriente e l’Africa del Nord, dopo il bombardamento di 10 scuole nelle province siriane di Idlib e Aleppo.» Non di migliore auspicio è la situazione della vicina Libia dopo la richiesta dell’inviato delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé, di essere rimosso dal suo incarico per motivi di salute, poiché ciò rischia di compromettere i già fragilissimi tentativi di trovare un accordo di pace tra le diverse forze e milizie impegnate in una guerra senza fine. Anche in Libia come in Siria, gli interessi politici internazionali bloccano ogni tentativo di pacificare questi Paesi, teatro di rivalità regionali e internazionali che hanno poco da spartire con gli interessi dei popoli e delle nazioni.
A completare questo quadro sconfortante della situazione, l’annullamento a Tunisi delle manifestazioni culturali italiane, pillola luminosa in questa primavera del mondo, che tarda sempre di più ad annunciarsi.
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SOMMARIO
Collettività
- Un ruolo chiave dell'Aics nella politica tunisina.
- Ferruccio de Bortoli nominato Vicepresidente della
Società Dante Alighieri.
- Progetto, finanziato dalla Regione Campania
Assessorato Politiche Scolastiche, Destinazione Mare
Nostrum: musiche, canti e danze nelle tradizioni del
Mediterraneo.
- VI Convegno Internazionale Studi Mediterranei, Tunisi.
- I primi novant'anni di Maria Bianca Pinco, excollaboratrice
al Corriere di Tunisi.
- Gli italiani nel movomento antifascista e comunista in
Tunisia (1936-1943).
- Restart: Economia sociale e microimprenditoria per i
giovani in 5 regioni tunisine.
- Grande concerto Mediterraneo Unito per la Pace.
- Gara della Lingua Italiana terza edizione. - 5-14
Consigli legali
- Trascrizione in Italia di divorzio celebrato in Tunisia. - 15
In Tunisia
- Tunisia: un Governo per la sopravvivenza istituzionale
in un contesto maghrebino inquieto.
- La composizione del nuovo Governo tunisino. -16-17
Flash News - 18-19
Maghreb e Mediterraneo
- L'Algeria dell"Hirak in cammino verso la democrazia e
lo stato di diritto? - 20-21
Dossier
- In quarantena a Tunisi, qualche secolo fa. - 22-25
Economia
- CTICI. - 26-33
Cultura
- Carlo Levi a Roma "Il respiro della città".
- Raffaello alla galleria Macam, Cité de la Culture, dal
28/2 al 28/3.
- Omaggio a Didone: la scultura del siciliano Girolamo
Palmizi unisce Italia e Tunisia.
- Trame mediterranee.
- Sanremo compie 70 anni. - 34-40
Musica e Spettacolo
- Cronache musicali. Il concerto dell'Orchestra Sinfonica
Tunisina diretto dal Maestro Chedi Garfi.
- Concerto dedicato a Beethoven dell'Orchestra
Sinfonica di Cartagine. - 41-42
Marginalia
- Cecità cromatica. I greci a colori. - 43-44
Cucina - 45
Passatempo - 46
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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Numeri recenti | :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: ::
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