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Prima Pagina

NOSTRI PROBLEMI
Dopo mesi di negoziati fallimentari, tra scioperi generali che hanno paralizzato il paese, scioperi parziali e appelli allo sciopero generale i prossimi 20/21 febbraio, un accordo tra il governo tunisino e la centrale sindacale UGTT, per l’aumento degli stipendi nelle amministrazioni pubbliche, è stato firmato dopo mesi di tensioni, tra capo del governo Youssef Chahed e Noureddine Taboubi, segretario del sindacato tunisino, mettendo fine al ciclo di agitazioni sociali che scuoteva la Tunisia. I funzionari pubblici hanno ottenuto un aumento pari a 180 dinari per la categoria A1 e A2, a 170 dinari per la categoria A3 e 155 dinari per le categorie B e C ed infine gli operai avranno una paga aumentata di 135 dinari. 670mila funzionari beneficeranno di questi aumenti.
Nell’attualità tunisina spicca la discussione sul controllo delle attività delle associazioni a scopo caritatevole e delle scuole coraniche, fiorite all’indomani del 2011, che sono e sono state vivai d’indottrinamento e fornitori di jihadisti. Benché tutti rivendichino la loro estraneità, molti politici sono indicati per aver favorito il processo di radicalizzazione di una parte della gioventù tunisina. All’indomani dell’anniversario della morte di Chokri Belaïd, le sue accuse per denunciare il nesso tra politica e terrorismo, che sono state una delle cause del suo assassinio, non trovano risposte né chiare né convincenti. Alla vigilia di nuove elezioni legislative, fare chiarezza sulla provenienza dei fondi che hanno permesso alla Tunisia di essere uno dei vivai più importanti di apprendisti terroristi spediti in Siria, Irak e Libia ma soprattutto capire da chi e come sono state favoriti, permetterebbe al tunisino di esprimere il suo voto in modo più consapevole e sereno.
Il razzismo è una malattia morale o è la conseguenza diretta dello sfruttamento infamante di uomini su altri uomini? Questa è la domanda che ci possiamo porre sia in Italia dove l’intolleranza verso l’altro cresce a dismisura ma anche in Tunisia, dove a pochi giorni di distanza perdono la vita due cittadini originari dalla Costa d’Avorio, clandestini, per eccessivo sfruttamento. Appare chiaro che una riflessione seria e documentata, fuori dai banchi di semplicistiche propagande, debba essere fatta se crediamo ancora che i diritti dell’uomo siano fondamentali e alla base della nostra civiltà.
In Italia, la diplomazia politica specie per la sua posizione nei confronti del Venezuela e della Francia, desta molto stupore e inquietudine. In Francia vivono più di 400mila italiani senza contare gli oriundi, numero tra l’altro in crescita in questi ultimi anni, in Venezuela più di 500mila, per cui oltre alle gaffe diplomatiche, sarebbe interessante che il governo italiano si preoccupasse delle possibili conseguenze sulla vita dei suoi connazionali all’estero che hanno contribuito e continuano a contribuire alla buona nomea dell’Italia nel mondo. Preoccupa anche, come rilevato dal deputato Ungaro, che l’Italia non si stia interrogando sul futuro dei 700mila italiani che vivono nel Regno Unito una volta formalizzata la brexit.
Questo disinteresse per gli italiani all’estero si è manifestato anche in maniera molto più radicale con il taglio dei parlamentari eletti all’estero che da 18 (6 senatori e 12 deputati) passano a 12 (4 senatori e 8 deputati) e la dichiarazione del Sen. Calderoli che ha affermato: “Sono uno dei pochi che ha votato contro la legge Tremaglia, se fosse dipeso da me io gli eletti all’estero li avrei aboliti del tutto”. Dopo anni di lotte per l’ottenimento del diritto di voto degli italiani all’estero, dopo la mobilitazione corale delle forze politiche e della società civile per l’ottenimento di questo diritto fondamentale quale è il voto per il riconoscimento di una cittadinanza effettiva per gli italiani non residenti in Italia, questa dichiarazione riecheggia come un proclama di una morte annunciata.
La deputata Laura Garavini, intervenendo nell’aula parlamentare dopo la dichiarazione di Calderoli, ha al contrario affermato che “Noi avremo - se questa riforma andrà in porto - il fatto che, da un elettore ogni 150.000 alla Camera, si passerà a uno ogni 700.000... Al Senato, se per un parlamentare eletto in Italia serviranno 300.000 elettori, all'estero ne serviranno 1.400.000…Non c'è proporzionalità: è un'ingiustizia bella e buona…È una vera ingiustizia, una vera vergogna che va a danno di tutti i nostri concittadini, che invece tengono alto il nome dell'Italia e il valore della migliore italianità all'estero”.
Per noi, italiani all’estero, poter eleggere i nostri rappresentanti in Parlamento costituisce il cemento necessario ed inalienabile della nostra effettività cittadinanza. Non si può, in effetti, pretendere una parità dei diritti e dei doveri, se questi sono alienabili da un singolo governo, qualunque esso sia.
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SOMMARIO
Collettività
- In vista delle elezioni europee 2019.
- Incontro con Simonetta Agnello Hornby e Massimo
Fenati in occasione dell'uscita de "La mennulara".
- Il Caffè Letterario di Raimondo Fassa. Aspetti soliti e
insoliti della letteratura italiana.
- Atelier di sceneggiatura ad Aprile. - 5-7
In Tunisia
- Mustapha Filali, omaggio a un cittadino del mio
paese.
- Le famiglie dei martiri della rivoluzione protestano
perchè sia pubblicato l'elenco delle vittime. - 8-9
Flash News - 10-12
In Italia
- Dopo l'arresto di Battisti, altri latitanti italiani sotto
i riflettori. - 13
Maghreb e Mediterraneo
- Mediterraneo: un mare di muri. - 14-15
Immigrazione/Emigrazione
- Il fenomeno migratorio: quale realtà. - 16-17
Dossier
- Virgilio. - 18-23
Internazionale
- Venezuela, ecco come si è arrivati a una delle
peggiori tragedie umanitarie in era moderna.
- Governance e sicurezza nel Sahel: il convegno
internazionale dell'Istituto Affari Internazionali. - 24-25
Economia
- La CTICI informa.
- Legge di Finanza 2019.
- Energia rinnovabile, più impianti e meno costi. Al via
quattro nuove grandi strutture per lo sfruttamento
del vento. - 26-27
Cultura
- "Identità fluide transnazionali". A Cartagine, il 18 e 19
febbraio, il V Convegno Internazionale Studi
Mediterranei.
- Fabrizio De Andrè: un ricordo a 20 anni dalla sua
scomparsa.
- Progetto Ovidio. Amori, miti e altre storie.
- Cisterne, palazzi e chiese ipogee: Bisanzio,
Costantinopoli, Istanbul.
- Villa Panza.
- Viaggio nel Mare Nostrum. - 28-37
Marginalia
- Il gioco è una cosa seria. Lo dice il regolamento. - 38-39
Ambiente e turismo
- Iter Vitis Magon. - 40
Università e scuola
- Tunisia: chiusura della Rassegna Teatrale. - 41-42
Libri - 43
Salute e benessere - 44
Cucina - 45
Passatempo - 46
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Elia Finzi |

Tunisi 1923-2012
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