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Prima Pagina

NOSTRI PROBLEMI
Ma tu da che parte stai? dalla parte dei buonisti o dei cattivisti? Sembra uno scherzo invece lo è sempre meno ed oggi essere trattato da “buonista” ha una connotazione negativa mentre essere “cattivista” assume sempre più una connotazione positiva, inaugurando cosi’ un’etica rovesciata laddove i valori sbiadiscono e diventano solo prerogativa ad uso e consumo delle “élites”, termine anch’esso diventato molto di moda ma abbastanza avvolto dalle nebbie dello sfumato artistico tanto da perdere la sua valenza semantica mentre gli altri, tutti gli altri sono intenti a costruire una storia che si declina sull’ io prima, sull’io solo, sull’io contro. Che cos’è la lingua si chiedeva il noto linguista italiano Tullio De Mauro? “Parole che rimuginiamo per sapere quale dire, parole che vengono da dentro, significati che cerco di dare o che capisco, parole che ho dentro la testa.” Ma, aggiunge, i significati di una stessa parola sono molteplici e questa molteplicità ci permette una grande libertà al punto di poter dare ad una stessa parola anche significati divergenti e contradditori come oggi è per la parola “buonista”. Ma la lingua sta “dentro” e “fuori” di noi poiché il “dentro” “è stato costruito fin dalla nascita nei continui rapporti con gli altri.” La nostra parola ed i suoi significati sono quindi espressione di un’interiorizzazione di un fuori di cui ci appropriamo. Per coloro che hanno coniato il termine di “buonismo” questo fuori significa crisi della democrazia e dei suoi valori universali legati non solo ad una società di e dei diritti generici ma al suo corollario concettuale che è l’ eguaglianza imprescindibile di tutti di usufruirne, primo dei quali il diritto alla vita: si, sono una buonista come erano nel 1938 i “pietisti” (l’antecedente storico e linguistico della parola buonista odierna e con la stessa connotazione negativa), coloro che criticavano le leggi razziali. Anche in quel periodo come afferma lo scrittore Giacomo Papi “una virtù, la pietà, l’essere pietosi, fu distorta e ribaltata in un vizio e in una debolezza, in modo da assolversi preventivamente da ogni colpa, per esempio quella di rastrellare e mandare a morire gli ebrei italiani.” Ma perché oggi questo ritorno manicheo dei buoni considerati “insulsi” e dei “cattivi” considerati uomini di buon senso, espressione di una “virilità” nazionale ritrovata? Sarebbe interessante in un mondo che sempre più rivendica la parità di genere soffermarci a riflettere su questa nuova dicotomia politica in cui il discorso virile si sta contrapponendo al discorso debole (femminile, effeminato ecc.) che ancora una volta ci mostra la labilità delle conquiste della modernità intese come progresso ma rimaniamo sui termini in oggetto. Il buonismo come il pietismo ieri racchiude un’identificazione politica e basta leggere i commenti ai post della Boldrini, intrisi d’insulti a sfondo sessuale, per capire quali sono le possibili “devianze” dell’utilizzo sarcastico di questa etichettaggio politico-linguistico; come scrive Michele Serra, il «buonismo» «è un alibi insostituibile», che “serve a ridurre ogni moto di umanità o di gentilezza a un’impostura da ipocriti, e di conseguenza ad assolvere ogni moto di grettezza e di disumanità». In questi giorni la parola si è anche identificata al fenomeno migratorio che dall’est o/ e dal nord del Mediterraneo vede “moltitudini umane” tentare di sbarcare “clandestinamente” sulle coste europee ed in particolare su quelle italiane per la vicinanza con la Libia e la Tunisia. Chi è per una soluzione che privilegi il soccorso è un buonista, chi invece preferisce farli vogare in mare alla ricerca di altri lidi dove accostare è “un eroe con le...” cioè un cattivista. Certo il problema dell’emigrazione clandestina specie dall’Africa subsahariana e non solo è fenomeno complesso, difficile da trattare e molto inquietante poiché esodo di questa importanza non può non interrogare l’Europa e l’Italia in particolare: “aiutiamoli a casa loro” si legge un pò ovunque. Certo sarebbe l’ideale, la soluzione migliore ma chi lo fa e come? Il primo che è pronto a rivedere e a ripensare al suo modo di vivere ed a fare sacrifici per un miglioramento delle condizioni sociali, economiche e politiche dei paesi più poveri si faccia avanti oppure vogliamo che il Nordafrica diventi il campo profughi armato dell’Europa? Poveri con poveri così cancelliamo dalla nostra “vista” e dalle nostre preoccupazioni questo problema. Il quesito nostro è quello che si potrebbe così creare popoli del risentimento e dell’odio con conseguenze che forse un domani si rivelerebbero non solo inadeguate di per se stesse ma anche controproducenti per le rive nord stesse per cui al di là di facili slogan e contro slogan cerchiamo di fare una vera riflessione tutti nord e sud compreso. Gli italiani però nelle loro considerazioni non dimentichino che il Ministero degli Esteri nel lontano1995 parlava di 58,5 milioni di oriundi italiani, di cui 38,8 milioni in America Latina, 16,1 milioni in America del Nord, 2 milioni in Europa e 0,5 milioni in Oceania e che nel 2000, secondo una stima dello stesso Ministero, il numero dovrebbe collocarsi tra i 60 e i 70 milioni i quali per la buona fortuna dell’Italia hanno potuto beneficiare dello Ius soli nei paesi d’approdo e che non busseranno alle porte dell’Italia dicendo “noi prima”!
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SOMMARIO
Collettività
- Un premio per gli atti di umanità e coraggio che rafforzano il legame tra l’Italia e la Tunisia. Omaggio al Tunisino Mohamed Abid.
- L’Accademia Italiana della Cucina.
- Iftar Insieme
- Poesia: Tunisi, a te che sei la perla
- Italiani in Tunisia: la nostra responsabilità per un Mediterraneo di pace. - 5-8
In Tunisia
- Fermare le morti in mare, lo chiedono a Zarzis i pescatori e la società.
- Il ministro degli Esteri tunisino si reca a Tobruk alla ricerca di una soluzione politica. - 9
Flash News - 10-11
In Italia
- La gioventù tunisina in Italia sceglie TUNIT per fare rete. -12
Maghreb e Mediterraneo
- 28 giugno 2018, UE-Conte, per il Premier accordi soddisfacenti all’80%. - 13
Immigrazione, Emigrazione
- In ricordo di Sacko Soumalya.
- L’Ambasciatore italiano convocato a Tunisi a seguito delle dichiarazioni di Salvini sui migranti.
- Disputa sui migranti tra Roma e La Valletta.
- Sono decine gli scomparsi nel naufragio a largo della Tunisia. - 14-18
Dossier
- Una serata insieme in Medina tra Scopa e Chkobba. Un gioco condiviso. -19-22
Internazionale
- Incontro storico tra Donald Trump e Kim Jong-Un a Singapore. - 23
Economia
- La CTICI informa.
Assemblea generale ordinaria della CTICI ed elezioni del nuovo CDA.
- Agricoltura e turismo spingono l’economia. Il Fondo Monetario prevede una crescita decisa quest’anno e nel 2019.
- Italia-Tunisia: DIART, marchio per il tappeto sardo-tunisino. A Tunisi la conferenza di apertura del progetto networking. - 24-26
Cultura
- William Turner.
- Il genio versatile di Duilio Cambellotti in mostra a Villa Torlonia.
- Personaggi del Mediterraneo: Mariano Fortuny y Madrazo, eterogeneo e immaginifico artista.
- Nutrire un Impero. - 27-34
Musica e spettacolo
- AIDA di Verdi a Tunisi. Il 2018: un anno importante. L’Ente Luglio Musicale Trapanese compie 70 anni e si regala la Tunisia. - 35-37
Marginalia
- L’Accademia Libera di Cesi. Elegante e attenta come una lince. - 38-39
Libri - 40
Università e scuola
- Online l’app “ItaliAmo”, un corso di lingua e cultura italiana. - 41
Ambiente e Turismo
- Parchi e aree naturali da visitare in Tunisia. - 42-43
Salute e Benessere - 44
Cucina – 45
Passatempo - 46
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |

Tunisi 1923-2012
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