
NOSTRI PROBLEMI
Quando su ci si butta lei,
Si fa d'un triste colore di rosa
Il bel fogliame.
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
È furia che s’ostina, è l’implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
È l’estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.
Giuseppe Ungaretti, Di Luglio.
Ondate di caldo hanno caratterizzato quest’inizio del mese di luglio dalle due rive del Mediterraneo. Le spiagge tunisine si riempiono di grida di bambini, di giocatori di pallone, di famiglie che sotto le loro tende improvvisate organizzano dei veri e propri festini, di giovani alunni e studenti che si godono il loro dolce far niente, meritato o meno, cullati dalla brezza marina.
Le giornate lavorative si accorciano e, benchè la “séance unique” imponga un orario preciso (dalle 7 e 30 alle 14), già qualche ora prima le vie si riempiono di automobili frettolose.
I festival attraggono un pubblico numeroso che accoglie con gioia questi incontri estivi, che permettono loro di assistere a piacevoli spettacoli, molti dei quali di grande qualità come nel caso della serata a El Jem, un “Omaggio a Pavarotti” organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura, che ha visto che ha visto una partecipazione entusiasta nonostante la fatica del viaggio specialmente per chi proveniva da Tunisi.
Ma la nonchalance estiva non può nascondere le preoccupazioni economiche della Tunisia. Le dichiarazioni del ministro delle Finanze, Fadhel Abdelkefi, in proposito sono ben chiare: il 2018 sarà un anno estremamente difficile per i tunisini se la crescita economica non supererà 3%.
Le frontiere con la Libia e l’Algeria continuano a rappresentare una minaccia e la situazione libica, specie per quanto riguarda il controllo di Tripoli, scatena le milizie senza lasciare intravedere una possibile tregua tra le varie fazioni.
Nel mondo si paventa la morte di Baghdadi, sostituito a capo di Daech da... un tunisino, Mohamed Ben Salem Al Ayouni.
Malgrado la vittoria delle forze irachene a Mossul contro quelle del terrore, la città rimane ancora estremamente insicura e si continua a sparare. Tutti si domandano se la vittoria irachena sia veramente l’inizio della fine per Daech oppure il suo riposizionamento in altre zone ed in particolare in Libia?
In Tunisia la lotta alla corruzione che imperversa in tutti i settori di attività, e che costituisce il maggior freno alla ripresa economica, è ostacolata dagli stessi partiti che governano e che si schierano dalla parte di alcuni corrotti perchè loro simpatizzanti o sostenitori. Riuscirà il primo ministro Chahed ad essere neutrale? È questo il nostro augurio estivo per la Tunisia, poichè solo la lotta alla corruzione potrà restituire la fiducia agli investitori, ma anche ai lavoratori ai quali non si può chiedere di rispettare il valore del lavoro se coloro che lo dirigono sono i primi a non crederci ed a calpestarlo.
Un secondo augurio è che riprenda la campagna per la pulizia: strade e spiagge sono piene di detriti con gran danno per la popolazione e per l’immagine che si vorrebbe dare del Paese. Dov’è finita la polizia ambientale che era stata annunciata alcuni mesi fa?
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