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 807 - QUANDO NELLA TERRA DI DIDONE LA ZOOTERAPIA PARLA ITALIANO


 

Le motivazioni che inducono un italiano a trasferirsi all'estero sono molteplici e devono soddisfare aspettative logiche, ma anche realizzare desideri inconsci. Dipende dal proprio "background", dal vissuto personale. Io mi sono innamorata qui, in Tunisia, 23 anni fa e lo ricordo come se fosse ieri. Quel tuffo al cuore, quell'incrocio di sguardi che molti chiamano "le farfalle nello stomaco". Ma le mie più che delle ali avevano degli zoccoli!

Per questo amore diverso e fuori dagli schemi, che mi ha portato lontano da casa mia, dalla mia famiglia, dai miei amici e da tutto quello che avevo vissuto fino ad allora si è scomodato persino un regista come De Aglio, per raccontarla con successo in televisione.

Mi sono immediatamente innamorata di Onci (si pronuncia "Onsi", che in arabo significa "colui che allevia la tua solitudine") ed è stato un vero "coup de foudre", un colpo di fulmine come dicono i francesi. E da questo amore, da questa avventura equestre in Tunisia, che dura tutt'ora, è nata una scuola di equitazione, sita in un parco verdeggiante, nel cuore della zona turistica di Mahdia, che oggi conta ben 33 equini e tanti altri animali. Nel mio team, rientrano infatti anche gatti, conigli, anatre, un falcone ed una scimmia, ma soprattutto due razze in via di estinzione, gli "sloughi" o levrieri berberi ed i "pony di Mogods", piccoli cavallini delle montagne tunisine, immortalati nei mosaici romani, conservati nel Museo del Bardo a Tunisi.

Per la loro taglia ridotta ma proporzionata ed elegante, unita ad un carattere docile e mansueto, questi pony tunisini permettono una pratica dell'equitazione non solo dedicata ai più piccoli ma anche ai portatori di handicap. Perché a Mahdia l'equitazione parla anche ai "diversamente abili" e si trasforma, inserendo gli altri animali presenti nel Centro Ippico, in un progetto integrato di zooterapia, che ha preso il nome di Zoo.Ani.Me.C©, elaborato in collaborazione con il dottor Slim Annabi, neuropsichiatra infantile e per adulti, operativo a Tunisi.

All'età in cui i bambini giocano con le bambole, i trenini ed i lego, io avevo già un pony. Uno shetland, nero come il carbone, scelto personalmente presso un importatore della campagna vercellese. Mio padre mi ci portò quando non avevo ancora tre anni e, con un gesto che mi è rimasto abituale quando vado a comprare i miei cavalli, lo indicai con l'indice puntato e teso, scegliendolo in un branco di una ventina di cavallini, arrivati da questa lontana isola scozzese.

Mio padre, cavaliere e allevatore di cavalli, operò su di me un imprinting indelebile, indirizzando le mie scelte sulle sue personali passioni. Ricordo che sulla sua scrivania, troneggiava un bronzo raffigurante un cavallo arabo, e mostrandomelo, mi raccontava le rocambolesche vicende del poeta, califfo e politico arabo Hārūn al-Rashīd, citato nelle "Mille e una notte". Oppure mi leggeva dei passi dal libro "I cavalli del Sahara", un 'opera ottocentesca, frutto del carteggio tra il generale francese Daumas e l'eroe della resistenza algerina, l'emiro Abd-El-Khader. In sella al mio peloso pony, correvo le campagne piemontesi, tra i vigneti del Roero, ma di notte, nella mia cameretta decorata con stampe e quadri a tema equino, sognavo di galoppare tra le dune del deserto, come Lawrence d'Arabia.

Questo sogno è diventato poi realtà, quando per una vacanza fortuita, sono approdata, novella Didone, sulla costa tunisina, nella piccola città di Mahdia, non sapendo che lì avrei trovato l'amore della mia vita, un amore di cavallo.

Ma la mia quotidianità in Tunisia non è sempre stata un "rose e fiori", anzi: più spine che petali odorosi!

Un fatalismo dilagante ed uno spiccato individualismo, tipico un po' di tutto il mondo arabo, hanno fatto da contrappeso alla gioviale accoglienza tunisina, che in termini pratici oppone poche realtà concrete alle molte promesse, farcite da iniziale ed autentico entusiasmo. Anche se lasituazioni politica è cambiata, ci vorrà del tempo per stemperare la negligenza e diluire la superficialità con cui vengono trattati argomenti importanti, soprattutto quelli lavorativi.

La grande contraddizione sta nel desiderio di "nuovo e diverso", perseverando invece in un immobilismo secolare. Non a caso, la più grande difficoltà da superare nella zooterapia, la mia principale attività, è stata quella di introdurre degli animali come "mediatori terapeutici" in un paese dove, sovente, sono mal visti e mal tollerati, più per motivi di retaggio superstizioso che per fondamentalismo religioso. In Tunisia, la maggior parte dei bambini viene educata, sin da piccoli, ad avere paura degli animali, a diffidarne e a starne ben lontani. Il cane è considerato impuro, il pelo del gatto è pericoloso per la salute, il cavallo calcia e morde e per finire la scimmia è un'animale dannoso per l'agricoltura. Va considerato che l'islam è inoltre contro la teoria dell'evoluzione. Uno studio del 2007 ha evidenziato che solamente l'8% degli egiziani, 11% dei malaysiani, il 14% dei pakistani, il 16% di indonesiani e il 22% dei turchi è d'accordo sul fatto che la teoria di Darwin è certamente o probabilmente vera e uno studio del 2006 ha evidenziato che circa un quarto dei turchi adulti è convinto che gli esseri umani evoluti sono evoluti da precedenti specie animali.

La Tunisia purtroppo non è solo la città di Tunisi, coi suoi 2 milioni di abitanti. La Tunisia è anche il "rif", lo "zlass", il deserto e le montagne. La Tunisia non è fatta solo di ragazzi che vestono alla moda e vanno al caffè insieme. C'è invece una larga fascia di popolazione che vive ancora nelle campagne, isolate. Per molte di queste persone, la rivoluzione del 2011 è passata dall'odore dei gelsomini a quella dei crisantemi. Promesse disattese, ritardi ed un sentirsi spersi, quasi senza un domani. Mi sono sempre occupata di formazione giovanile in ambito equestre, e nel corso di questi 23 anni in Tunisia, ho visto diversi ragazzi e ragazze avvicendarsi in scuderia. È cambiato l'approccio lavorativo, il senso del dovere e quello del rispetto altrui, la voglia di imparare e la progettualità. Sono giovani difficilmente motivabili, a parte la mera remunerazione, che non coltivano l'ambizione di migliorare le proprie conoscenze in percorsi formativi di livello.

L'avvicendarsi delle personalità politiche, ai vertici delle cariche istituzionali locali, ha rallentato inoltre la maggior parte dei miei progetti sportivi, turistici e sociali: per negligenza o ignavia, per pigrizia e superficialità. Ad esempio, le diverse trasmissioni televisive che ho organizzato e gli articoli sulle principali testate giornalistiche italiane, sono state per anni una vetrina privilegiata per un turismo diverso, fuori dallo schema classico "sole&mare", che oggi non premia più. Raramente però ho trovato degli interlocutori istituzionali che mi aiutassero concretamente. La Tunisia resta di fatto ancorata ad una monotona e ripetitiva quotidianità.

Inoltre la gente di Mahdia, l'antica capitale Fatimida dove risiedo, ha caratteristiche più "isolane". Pur essendo sulla terraferma, la popolazione locale resta chiusa in un mondo a parte, dove gli altri (gli stessi tunisini) sono gli stranieri. Integrarsi in una società dalle tradizioni cosi' radicate è stata un'impresa ardua, ma oggi il mio impegno sociale è di dominio pubblico, grazie anche alla stampa locale che ha decretato: «Gabriella Incisa di Camerana est certainement la plus tunisienne des femmes italiennes [...] italienne de nationalité, tunisienne de cœur ».

Un plauso sincero va invece alle donne tunisine, vera forza portante del Paese: impegnate, studiose, volenterose e attiviste in questa difficile transizione democratica. Non a caso nella nostra associazione siamo quasi tutte di sesso femminile.

Il Centro Ippico Mahdia è oggi una realtà innegabile, una eccellenza nel settore del benessere psico-fisico. Il metodo Zoo.Ani.Me.C© , evolutosi  nel corso degli anni e grazie alle esperienze acquisite,  racchiude in sé i diversi elementi caratteristici della comune Pet Therapy, pur rimanendo un caso raro non solo in Tunisia ma anche nel panorama internazionale.

In pratica, vengono sviluppate delle attività di psicomotricità assistite dagli animali, per stimolare ed accelerare i processi di apprendimento e di crescita del bambino in una mediazione triangolare che si instaura tra animale, zooterapeuta e paziente.

La zooterapia è un intervento ausiliario, e non sostitutivo delle terapie convenzionali, dove l'animale gioca un ruolo di intermediario e di catalizzatore tra lo zooterapeuta ed il paziente. Una stimolazione ludica attraverso la quale esplora, scopre, ripete, apprende, comprende e quindi "cresce", sotto il registro del "piacere", stimolo che favorisce l'apprendimento, in un percorso di benessere e migliorando la qualità della vita.

E poi, non bisogna pensare che la zooterapia sia solo una risorsa per gravi patologie, bensì dobbiamo cominciare a pensare che sia la vera cura alla "Sindrome per mancanza di natura".

La Pet Therapy infatti, risveglia  quei bambini disconnessi dalla natura, che possono manifestare uno o più dei seguenti sintomi: obesità, diabete, dipendenza da dolci, malattie cardiovascolari, asma, allergie, intolleranze, deficit e disturbi dell'attenzione, difficoltà di concentrazione, disturbi comportamentali, iperattività, aggressività, tendenza all'isolamento, eccesso di vita sedentaria, dipendenza da videogiochi e televisione, alterata percezione della realtà (cioè la capacità di percepire un pericolo, per conoscere le sue capacità fisiche, per identificare i   sentimenti e quelle degli altri, un comportamento responsabile), miopia  e carenza di vitamina D.

Inoltre, quest'anno, il Centro Ippico Mahdia ha lanciato la campagna "BLUE HORSES - Les chevaux en bleu" che è un contenitore poliedrico di eventi, manifestazioni, interventi, attività, corsi, seminari, etc. Di fatto è un insieme di momenti speciali per informare ed educare il pubblico circa l'autismo, la diffusione della zooterapia e l'integrazione sociale delle diverse disabilità, nonché progettuale per partenariati e cooperazioni, con onlus e associazioni internazionali, che perseguono i medesimi obbiettivi. Un'opportunità per eliminare quei pregiudizi che, per le persone colpite, rappresentano il principale ostacolo per l'integrazione nella comunità, offrendo in cambio un inserimento totale, compresa la famiglia.

Se da un lato l'impegno quotidiano è principalmente assorbito dalla cura degli animali, oggi tutti i nostri sforzi sono orientati verso quei progetti finalizzati per dare una concreta opportunità di crescita e di benessere a tutti i bambini, iscritti nelle varie associazioni della regione costiera del Sahel, che già collaborano con il Centro Ippico Mahdia. Di fatto, il progetto "AIUTATECI A RENDERLI FELICI..." è una raccolta fondi che consentirà a questi bambini autistici di accedere gratuitamente alle sedute di zooterapia. Perché la miglior ricompensa, in questo tipo di lavoro, è vedere il sorriso di un bambino.

 

Gabriella Incisa di Camerana

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