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Dossier
Tunisia 2020 è stato uno dei più importanti eventi degli ultimi tempi in Tunisia a cui ho avuto l’onore di partecipare in qualità di Commissario Generale su incarico del Governo. I risultati sono stati più che positivi, oltre le aspettative. Per citare qualche dato si prevedeva la partecipazione di 800 imprese da tutto il mondo e siamo arrivati a più di 4500 e altre 7000 non hanno potuto partecipare per problemi di capienza degli spazi. 43 delegazioni ufficiali provenienti da diversi paesi, per menzionarne qualcuno era presente lo sceicco del Qatar, il primo ministro algerino, il primo ministro francese, diversi ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e tanti altri ancora. Ha visto la partecipazione di speaker di altissimo livello provenienti da tutto il mondo compresa l'Italia naturalmente. Nel corso della Conferenza sono stati presentati 140 progetti multi settoriali di cui 64 pubblici, 33 in PPP e 43 privati. Nel corso della Conferenza sono stati giá conclusi contratti per 15 miliardi di dinari e altri 19 sono in corso d'opera. In quanto Commissario generale della Conferenza internazionale per gli Investimenti in Tunisia lei ha dichiarato alla stampa locale che certamente la priorità dell’evento sarà quello di attirare gli investitori stranieri ma sopratutto quello di ricostruire positivamente l’immagine della Tunisia all’estero, che ha subito un notevole deterioramento negli ultimi anni. Lei pensa che questo derioramento dell’immagine del paese sia dovuto solo a questioni securitarie o anche alla non chiarezza delle politiche economiche? L'organizzazione puntuale e di alta qualità della Conferenza internazionale, come anche la sicurezza, sono stati i punti di successo che ha finalmente ridato alla Tunisia la credibilità che merita, per un rilancio dell'economia del Paese attraverso una strategia chiara, dinamica e aperta a tutti gli investitori pubblici e privati. Obiettivi che rientrano nel Piano di Sviluppo 2016-2020 oltre che in quelli della nuova legge sugli investimenti che comporterà una serie di agevolazioni per chi sceglierà la Tunisia come meta di sviluppo del proprio business, soprattutto nei settori del tessile, agricoltura e industria farmaceutica. Si è molto discusso in questi giorni in Tunisia di leggi a tutela dell’investimento straniero. A che punto stiamo? Quali sono, a suo avviso, i punti di forza e i punti deboli del sistema giuridico in vigore? Come ho già detto la legge sugli investimenti, che entrerà in vigore il prossimo gennaio, sarà una legge tagliata per chi vuole investire in Tunisia e di tutela, soprattutto nelle esportazioni, per gli investitori stranieri. Questo sarà affiancato anche da nuove leggi sulla semplificazione amministrativa e sull’anticorruzione che saranno messe in campo dal Governo prossimamente. In che cosa e come l’investimento straniero in Tunisia permetterebbe di uscire dal marasma economico nel quale oggi si trova il Paese? Ci sono dei rischi per il Paese? Gli interventi riguarderanno principalmente le aree a sud del mediterraneo in modo tale da aumentare il benessere in Tunisia e combattere il fenomeno del terrorismo e dell'immigrazione clandestina. Benessere e sviluppo sono le due caratteristiche fondamentali per rafforzare la giovane democrazia del Paese e per offrire nuove opportunità di lavoro. L’agitazione sociale che scuote un po’ tutti i settori d’attività pubblica e privata ha minacciato di essere più forte proprio nei giorni scelti per la conferenza. Come ha vissuto questo braccio di ferro? Alcune categorie hanno scelto i giorni della Conferenza per esprimere la propria opinione ma che non rientra assolutamente tra i temi dell’evento. Su questo posso dire che il Governo tunisino, con l’attuazione della democrazia, ha aperto le porte al dialogo per la risoluzione delle problematiche a tutti i livelli, questo credo sia non solo un segno di grande apertura ma anche un grande passo per lo sviluppo del Paese. Quali sono realmente le opportunità e le garanzie per chi investe o deve investire in Tunisia? In quanto Presidente della Camera tuniso-italiana, lei conosce molto bene le problematiche dell’imprenditoria straniera in Tunisia tra cui spiccono due questioni: la corruzione e l’inefficenza burocratica. Lei pensa che qualcosa cambierà nel prossimo futuro e come? L'Europa deve giocare un ruolo molto importante come primo partner della Tunisia considerandola non solo come frontiera del sud dell'Europa ma come il punto di collegamento per sviluppare l'economia nell'Africa sub sahariana dove c'è una crescita del 5/6% all'anno, e la Tunisia ha tutte le capacità e gli strumenti per aumentare questo dato in quella zona e non solo. Altro impegno sarà quello di accelerare le azioni stabilite dall'Accordo di libero scambio tra la Tunisia e l'Unione Europea (ALECA) che ha come principale obiettivo quello di una più profonda integrazione dell'economia tunisina nel mercato interno dell'Area euro-mediterranea. Qatar e Francia sono stati i partner privilegiati dell’evento: che ne è dell’Italia e come vede lo sviluppo delle relazioni economiche tra i due paesi? Il Qatar e la Francia sono stati numerosi ma questo non vuol dire che l’Italia non fosse presente, anzi, nonostante il momento delicato e con un Referendum significativo in atto, hanno partecipato molti operatori italiani, circa 200,tra cui ENI, Enel Green Power, Olimpias-Benetton e tanti altri ancora che non stati presenti solo come spettatori ma come attori principali nei diversi panel tematici per apportare il proprio marchio e la grande esperienza italiana nel nostro Paese. Inoltre grazie alla Cooperazione italiana saranno stanziati 360 milioni di euro, contributo importante per lo sviluppo economico tunisino, di cui 260 a credito, 100 a dono e ulteriori risorse per la riconversione del debito tunisino. Che cosa è mancato alla Conferenza e che cosa invece ha permesso concrete iniziative per il futuro? che cosa, secondo Lei, è necessario fare dopo la Conferenza per realizzare gli obbiettivi pre-fissati? La legge per gli investimenti secondo Lei dovrebbe tener conto delle indicazioni della Conferenza? La prima cosa da fare sicuramente é quella di dare corpo alle promesse fatte nell’ambito della Conferenza. In tal senso é stata istituita una Commissione ad hoc per valutare la fattibilità dei progetti e monitorare gli impegni presi. Altro passo é quello dell’attuazione della legge sull’emergenza economica, che metterà il piede sull’acceleratore per il rilancio economico del Paese e superare le difficoltà economico-sociali che finora hanno investito la Tunisia.
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