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In Tunisia
805 - LE ISTANZE COSTITUZIONALI INDIPENDENTI TUNISINE NEL RUOLO DI "RAFFORZAMENTO" DELLA DEMOCRAZIA. |
Una riflessione sui lavori della XXXII edizione dell'Academie international de droit constitutionnel de Tunisie. |
Lo scorso mese, presso l’Universitá di Cartage, Faculté des sciences juridiques, politiques et sociales, si sono chiusi i lavori della XXXII edizione dell’Academie international de droit constitutionnel de Tunis che nasce nel 1984 per volere di illustri studiosi allo scopo di creare un’istituzione nella quale riunire le diverse competenze ed esperienze giuridiche e lavorare per la risoluzione dei problemi comuni. La Tunisia, ancora una volta, grazie anche a questa importante istituzione che studia il diritto costituzionale globale, testimonia la sua vocazione all’ouverture in ragione dell’interdipendenza che esiste tra le nazioni. Come ogni anno uditori di diversi Paesi, per la maggior parte provenienti dall’Europa e dall’Africa, hanno seguito le lezioni magistrali degli esperti durante i 15 giorni di apertura della Scuola. Il Consiglio direttivo dell’Academie attualmente si compone di costituzionalisti di fama internazionale: il Presidente Francis Delpérée (Belgio), i Vice Presidenti Simina Tanasescu (Romania), Neila Chaabane, Xavier Biay (France), Babacar Kanté (Sénégal), Négib Ba Mohamed (Marocco) ed il Segretario Generale Prof. Ghazi Gherairi (Tunisia), cui si aggiungono gli esperti italiani tra i quali il Prof. Massimo Luciano (La Sapienza di Roma), Prof. Luca Mezzetti (Universitá di Bologna) e, da quest’anno, la Prof.ssa Tania Groppi (Università di Siena) ed il Prof. Krystian Complak(Polonia).
“Sulle rovine di Cartagine noi vogliamo costruire il futuro dello Stato moderno” sono le parole di Delpérée. Nel suo discorso inaugurale l’illustre costituzionalista belga non ha mancato di sottolineare il ruolo di “rafforzamento” della democrazia ad opera delle Autorità amministrative indipendenti.
“Le Autorità devono funzionare al fianco del potere politico poiché la democrazia va costruita giorno dopo giorno”. L'insigne giurista ha introdotto il tema che ha trattato l'Academie quest'anno, "Constitution et régulation", rendendo chiara a tutti la definizione di regolazione attraverso l'esempio del termostato. Infatti, al pari di questo strumento, che monitora continuamente la temperatura di un locale in quanto apparecchio di misura e tecnica di controllo, lo Stato assegna ad alcune istituzioni dei metodi di azione relativi all’autoritá ed alla funzione di comando. Attingendo dall’esperienza francese Delpérée ha sottolineato come la Costituzione abbia fatto del Consiglio costituzionale un organo regolatore. La Costituzione è dunque una norma regolatrice che da delle regole di competenza, stabilisce le procedure, i modi di azione che l’amministrazione deve seguire. In questo contesto il giudice costituzionale deve far si che il legislatore rispetti, nell'esercizio della sua attività, la norma costituzionale regolatrice correggendo i comportamenti devianti.
"Il giudice costituzionale è l'organo regolatore che controlla il rispetto della norma regolatrice", sottolinea Delperé. Nel concludere il suo discorso di apertura dei lavori dell'Academie il Professore ha reso omaggio alla Costituzione tunisina poiché, oltre ai tre classici poteri, essa dona, nel sistema della regolazione, un ruolo importante alle Istanze amministrative indipendenti in quanto, ai sensi dell’art. 125 della stessa, esse servono da "rafforzamento della democrazia".
L'ormai ex Ministro de l'Inseignement Superieur et de la Recherche Scientifique Chiheb Bouden ha sottolineato come l’Accademie ha ben contribuito a creare la classe politica tunisina. “Restano molti meccanismi da mettere in pratica, i dispositivi giuridici, primo fra tutti la Costituzione. Le Istanze di regolazione servono a questo”, ha affermato Bouden. Nella sua qualitá di ministro si è ripromesso che il Ministero aiuterà l'Academie a svolgere sempre più un ruolo di centro di ricerca costituzionale.
Gli esperti dell'Academie hanno giá fissato, infatti, per i prossimi quattro anni, un programma che orienterá il loro studio. I successivi temi che tratterà l'istituzione saranno: Constitution, sécurité et defense (2017); Constitution et decentralizacion (2018); prééminence de l’exécutif (2019); Constitution et interprétation (2020). Argomenti, questi, di fondamentale importanza, tali da fondare il dialogo sulle tematiche oggetto di riforma in Tunisia.
In particolare, nella sessione di quest'anno, si è parlato molto del ruolo delle Autorità amministrative indipendenti che abbiamo detto essere state costituzionalizzate nel caso tunisino. Lo spirito dei costituenti è stato di ascriverle in Costituzione, diversamente da quello che si è fatto nella maggior parte degli altri Paesi ove esse sono state istituite, per favorire la riuscita della transizione democratica. L'art. 125 della Costituzione dona loro il carattere dell'indipendenza, la personalità giuridica, l'autonomia finanziaria e amministrativa anche se le istanze hanno l’obbligo di presentare un rapporto annuale all'Assemblea dei rappresentanti del popolo davanti la quale esse sono responsabili.
Per quanto riguarda la collocazione sistematica, le predette istanze costituzionali indipendenti, poste appunto a rafforzamento della democrazia, sono comprese nel capitolo VI della Costituzione e contemplate da cinque differenti articoli: l’Instance des élections (art.126); l’Instancede la communication audiovisuelle (art.127); l'Instance des droit de l'homme ( art. 128); l'Instance du développement durable et de la protection des droit des générations futures (art.129); l’Instance de la bonne gouvernance et de la lutte contre la corruption (art.130).
Due delle attuali Autorità sono state istituite già prima dell'avvento della Costituzione del 2014 ed hanno giocato un importante ruolo relativamente alle elezioni. L'ISIE (Istanza superiore per le elezioni) creata per impedire ogni ingerenza del ministero dell'interno nell'ambito delle procedure elettorali, ora disciplinata all'art. 126 Cost., e l'HAICA (l'Alta Istanza indipendente per le comunicazioni audiovisuali), attualmente prevista all'art. 127 Cost., con il compito di supervisionare i mass media e la loro attività nei periodi di campagna elettorale al fine di assicurare la trasparenza del pluralismo. Queste due Istanze hanno dimostrato di saper lavorare in simbiosi per assicurare, insieme agli altri attori coinvolti, la riuscita del processo costituente. Nel nuovo assetto costituzionale le suindicate istanze si comporranno di 9 membri ciascuna, di esperienza qualificata. Inoltre, ad esse la Costituzione attribuisce un potere regolamentare diversamente dalle altre tre che avrebbero invece funzione consultiva.
Durante i lavori gli uditori hanno meglio compreso lo spirito e l'attività operata dall'Haica, soprattutto nelle sessioni dell'Assemblea Costituente, visitando la sede e partecipando ad un seminario esplicativo. L’Haica ha lavorato durante il processo costituente fissando le regole e le procedure relative all’uso dei mezzi audiovisivi in materia di campagna elettorale e referendaria. L’adozione di regole volte a garantire il pluralismo mediatico, nel quadro del lavoro di regolazione e di autoregolazione, ha fatto in modo che questa Autorità svolga tutt’oggi il compito di rafforzamento della democrazia tunisina.
A protezione dei diritti umani la Costituzione prevede poil’istituzione dell’Istanza dei diritti dell’uomo. In seno alla Commissione costituente, incaricata di redigere la parte del testo costituzionale riguardante le Istanze, era stata affrontata la questione della creazione di un’istituzione nazionale che fosse idonea a proteggere in maniera sostanziale e, conformemente agli standard internazionali, i diritti umani. L’art. 128 della nuova Costituzione da valore all’Istanza dei diritti dell’uomo, che è uno dei cinque organi costituzionali indipendenti, in sostituzione della vecchia “Haute Instance des droits de l'homme et des libertés fondamentales”col compito di garantire che vengano rispettati e promossi i diritti umani ed il loro sviluppo. L’istanza avrebbe il potere di indagare sui casi di violazione dei predetti diritti e dovrebbe essere obbligatoriamente consultata su tutti i progetti di legge presentati in materia. Essa verrebbe composta da 9 membrie non più da 40, esperti in diverse altre discipline come la sociologia e la psicologia ed impiegati a tempo pieno. Si dovrà, comunque, attendere l’approvazione della legge organica che ne disciplinerà la composizione, l’organizzazione e le modalità di controllo. L’Istanza così costituzionalizzata potrebbe favorire il dialogo sui diritti umani, aiutare l’interpretazione delle norme costituzionali la dove sembrano essere contradittorie e, perché no, contribuire in maniera significativa all’evoluzione democratica.
Non meno importanti risultano le altre due Istanze, quella prevista dall'art. 129 che dovrebbe avere una funzione rilevante riguardo ai piani di sviluppo, le questioni economiche, ambientali, sociali e, non da ultimo, quella regolata dall'art. 130, la quale sostituirà l'Istanza nazionale di lotta contro la corruzione già istituita nel 2011 e perseguirà il fine del contrasto alla corruzione, della diffusione delle pratiche di buon governo, allo scopo necessario di consolidare i principi di trasparenza, integrità e responsabilità.
La messa in funzione di queste Autorità sarà senz'altro il mezzo attraverso il quale la Tunisia potrà sviluppare il suo potenziale umano nonostante la Costituzione resti ancora timida e non del tutto avulsa dai diversi condizionamenti. Occorrerà, in ogni caso, istituire ancor prima la Corte Costituzionale seguendo l’iter di cui all'art. 118 che ne disciplina la composizione. Lo stesso Delperé, come si è giá detto, nel suo discorso inaugurale dei lavori dell’Academie non aveva mancato di sottolineare il ruolo del giudice costituzionale nella sua fondamentale funzione di organo regolatore.
La Corte Costituzionale in quanto «guidice delle leggi», potrá dichiarare quindi l’illegittimitá delle stesse qualora siano in contrasto con la Costituzione. D’altra parte quest’organo non è del tutto nuovo per la Tunisia se si pensa che giá la Carta costituzionale del 1861 attribuiva al Conseil Suprême il potere di opporsi alla promulgazione delle leggi che fossero contrarie ai principi fondamentali.
Giovanni D’Auria
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Elia Finzi |

Tunisi 1923-2012
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