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Prima Pagina
NOSTRI PROBLEMI
Luglio 2016: un lungo elenco di attentati che dall’Asia all’Europa, dal Medio-Oriente all’Africa ed agli Stati Uniti ha seminato terrore, morte, incomprensione.
L’elenco della morte rimbomba nelle nostre coscienze, ultimo dei quali lo sgozzamento di un prete nella periferia di Rouen in Francia, nell’esercizio della sua funzione. Certo di tutti gli attentati che si sono susseguti negli ultimi trenta giorni pare parziale soffermarci solo sull’uccisione di un prete di 86 anni mentre celebrava la messa quando in Siria, in Francia, in Bangadesh, in Irak, in Germania ecc. i morti si contano a centinaia. Non si tratta di banalizzare il male né cosa peggiore di abituarci alla sua ineluttabilità né tantomeno fare una gerarchia del terrore: il terrore è terrore ovunque si manifesti, alle porte di casa nostra o a migliaia di km da dove viviamo. L’idea dell’indifferenza a cio’ che succedeva in un altrove lontano ormai non è più d’attualità poichè abbiamo ben coscienza che tutta la strategia del terrore è interconnessa ed interdipendente. Se vogliamo soffermarci sulla barbara uccisione di un prete è perchè è un atto simbolico ma non perchè sia meno tragico né più tragico della serie di attentati che ha falciato le vite a bambini, a giovani e vecchi, a donne ed uomini, a turisti ed autoctoni, a bianchi o a neri, a cristiani ed a musulmani, a credenti ed a miscredenti.
La reazione della Chiesa è stata degnissima: non rispondete al terrore col terrore, alla violenza con la violenza, l’essenza del cristianesimo è nella pace e nel perdono se si vuole seguire l’insegnamento di Cristo. Le parole di pace della Chiesa ma anche di alcuni Capi di Stato europei possono , agli occhi di molti, essere vissute come una forma di debolezza, di incapacità, di sottomissione ma sono invece i presupposti necessari per evitare che la spirale della violenza non diventi una guerra di tutti contro tutti che costituirebbe di fatto la vera sottomissione al terrore ed alla violenza.
E’ facile distruggere le basi della coesistenza civile ma sappiamo quanto sia difficile ricostruirle.
Un’altra riflessione che si impone alla nostra coscienza: si commettono in nome di Allah massacri indicibili commessi da giovani ventenni. Se le società europee debbono ripensare l’integrazione, le forme di discriminazioni che la sua società ha prodotto, il risentimento e l’acculturazione dei giovani che come negli anni 30 del secolo scorso produce revanchismo, terrore e banalizzazione del male è chiaro anche che debba essere seriamente ripensato nel mondo musulmano, questo sentimento di vittimazione, di suscettibilità a fior di pelle, di incapacità a guardarsi dentro e a fare i conti con la società e la cultura che dal post-colonialismo si va costruendo. La capacità di autocrica è oggi più che mai necessaria se si vuole combattere discriminazioni e terrore dall’Oriente all’Occidente. Il dibattito nel mondo musulmano è altrettanto fondamentale quanto il dibattito in Occidente. E’ ora che si rifletta nel mondo islamico com’è possibile utilizzare l’Islam come arma del terrore. Non basta più dire che questo non è il vero Islam, occorre riflettere seriamente ed indipendentemente dal fatto che ci siano veri e falsi musulmani che cosa ha permesso e reso possibile queste deviazioni, occorre realmente che il mondo musulmano non solo si dissoci ma cominci a pensare la sua società non solo come società post-coloniale ma come società etica e che lo dica ai suoi figli. Che cosa ha prodotto la società musulmana negli ultimi vent’anni, quali sono i suoi valori, la sua cultura, i suoi riferimenti? Non potrà l’Islam fare l’economia di questo suo dibattito interno se non vorrà che si fraintendano le sue parole!
E per concludere ci sembra importante citare le parole del Corano e ricordarci di quanto vi è scritto: “Gli ebrei, i cristiani, i Sabei non debbono avere paura e non debbono essere tristi in presenza dell’Islam”.
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SOMMARIO
Collettività
In Tunisia il primo Giardino dei Giusti - p 5
"Il Mediterraneo: il mare che unisce" – p 6
"Le Petit Prince" vince la V "Regata dell'Amicizia" - p 7
Incontro deputati PD con il Sotto-Segretario agli Esteri Amendora – p 8
I Consigli dell'avvocato - p 9-10
Italia-Tunisia
Visita del Sindaco Nardella a Tunisi - p11-12
In Tunisia
In Tunisia il turismo fatica a ripartire - p 13
Rafforzamento della cooperazione Tunisia-Nato – p 14
Flash News – p 15-16
In Italia
Bilancio dei ballottaggi nei capologui di regione - p 17-18
Maghreb e Mediterraneo
Amendola: "Noi al centro del Mediterraneo per stabilizzare i governi fragili" – p 19
I marocchini dicono NO ai rifiuti italiani - p 20
A 40 anni dalla Carta di Algeri per i diritti dei Popoli - p 21
Dopo il Brexit preparatevi alla valanga "Trump" - p 22-23
Internazionale
Caos in Medio Oriente: una proposta di lettura – p 24
Immigrazione, Emigrazione – p 25
Economia
Le attività della CTICI- p 26-27
Un raggruppamento pubblico-privato umbro a supporto di PMI e Start Up in Tunisia - p 28
Università e scuola – p 29-30
Cultura
Correggio e Parmigianino – p 31-32
"...et la vie continue" di Raouf Gara – p 33
nadežda – p 34-35
Libri – p 36
Redazionale - VISITA A TUNISI DEL SINDACO DI FIRENZE - in Collettività
Giorgio Bianco - FRODI FINANZIARIE ONLINE – in Economia
Adriana Capriotti - CORREGGIO E PARMIGIANINO – in Cultura
Delfino Maria Rosso – Clelia Maria Ginetti - NADEŽDA – in Zibaldone
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