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Collettività
60 anni! In realtà molti di più visto che la famiglia Finzi è arrivata in Tunisia all'inizio del XIX secolo, senza mai più lasciarla. Un amore ininterrotto ed incondizionato per questo paese che hanno contribuito a raccontare assieme alla storia del Mediterraneo, tenendo vivi i legami di un mare contrastato, un mare storicamente di sconfitte, di vittorie, di speranze. Il Corriere di Tunisi nasceva nella primavera del 1956, per volontà di un gruppo di democratici tra cui il giovane Elia Finzi: la Tunisia era finalmente indipendente, e il colonizzatore francese ripiegava su se stesso. Ospiti presso i prestigiosi locali dell'Istituto Italiano di Cultura dell'Avenue Mohamed V, hanno aperto i lavori che si sono svolti dal 20 al 22 aprile '16 alla presenza delle istituzioni tunisine ed italiane, l'Ambasciatore Italiano De Cardona, la D.ssa M. Vittoria Longhi, Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Tunisi, che ha letto il primo editoriale del Corriere di Tunisi del 1956, e Silvia Finzi, ha ricordato il padre Elia, da cui ha raccolto il testimone, fondatore della testata a cui si è dedicato fino all'ultimo, ed ancora l'unica in lingua italiana nel Maghreb e paesi arabi, ha ricordato come il Corriere rappresenti ancora oggi un punto di riferimento per la collettività italiana nella Tunisia post-indipendenza. Tre i giorni di incontri e dibattiti, organizzati in collaborazione con gli attori del sistema-Italia in Tunisia, quali l'Ambasciata d'Italia a Tunisi, l'Istituto Italiano di Cultura di Tunisi, la Dante Alighieri, la Camera di Commercio e Industria Tuniso-Italiana, l'Università Centrale di Tunisi e il Comites. Si sono succeduti uno dopo l'altro interventi di grande spessore da parte di figure di spicco del mondo della cultura, della politica e dell'imprenditoria. I lavori sono stati aperti con la presentazione del nuovo volume della collezione Memorie degli Italiani di Tunisia, dal titolo Storie e testimonianze politiche degli italiani di Tunisia, settimo di una collezione che ripercorre ed analizza i vari aspetti della storia della collettività italiana presente in Tunisia dall'inizio del XIX secolo ad oggi. In apertura del nuovo libro Silvia Finzi fa un inciso - che riportiamo e che sintetizza appieno la ricerca e l'impronta che lo anima: "Essere italiani di Tunisia e non in Tunisia significa che il rapporto con il paese non è declinato in termini di estraneità, come il viaggiatore che, spostandosi, sposta con se il suo mondo, ma si costruisce mescolando il suo essere con quello del paese d'accoglienza, costruendo una cultura che non è ne più quella del paese d'origine, ne solo quella del paese d'arrivo, ma una cultura per l'appunto di mezzo, integrata". Da questo inciso si apre un mondo che i vari autori hanno letto e raccontato in oltre 300 pagine. Silvia Finzi continua "Italiani di diritto o figure esotiche di italianità? Italiani per i connazionali o italiani per i non italiani? Lo sguardo dell'altro ci fa essere - diceva Sartre - ma cosa siamo poi, in effetti? Chi sono questi 'emigrati' italiani, chiamati dal fascismo in poi 'italiani all'estero' o ancora 'espatriati', come se già nella parola 'migrante' si celasse una perdita definitiva d'identità nazionale? La letteratura non manca di racconti in cui le figure del migrante italiano sono descritte come un popolo di ignudi, rozzi, miserevoli, arcaici, nostalgici verso i quali si prova pietà, compassione ma anche disagio e paura di essere identificati con 'loro', come se la necessità di distanziarsi fosse dettata da un paradigma evolutivo dal quale, appunto, sono esclusi i migranti in questa loro 'doppia assenza', ne 'loro' ne 'noi', ben descritta da Abdelmalek Sayad. Né cittadino, né straniero, né veramente dalla parte dello stesso, né veramente dalla parte dell'altro, l'immigrato si situa in quel luogo bastardo di cui parla anche Platone, alla frontiera dell'essere e del non essere sociali. Fuori luogo, nel senso di incongruo e di inopportuno, egli suscita imbarazzo. E la difficoltà che si ha nel pensarlo - anche dalla parte della scienza che riprende spesso, senza saperlo, i presupposti o le omissioni della visione ufficiale - non fa altro che riprodurre l'imbarazzo creato dalla sua esistenza ingombrante." Un volume scritto a più mani dunque. La moderatrice, Prof.ssa Meriem Dhouib dell'Università della Manouba, ha introdotto gli autori che hanno affiancato Silvia Finzi nella stesura del libro: Salvatore Speziale, Paradiso o via di fuga: esuli e clandestini italiani verso sud tra età moderna e contemporanea, Michele Brondino, con il suo intervento Le opinioni politiche degli Italiani di Tunisia attraverso la stampa, Giorgia Gritti, Il contributo dell'immigrazione italiana di Tunisia al movimento risorgimentale, Gabriele Montalbano ci ha parlato della comunità italiana di Tunisia durante la guerra italo-turca per la Libia, mentre Wafa Alibi della Stampa in Tunisia e le sue ripercussioni sulla Reggenza durante il conflitto italo-turco. Ha continuato Ahmed Jafar con Le prime organizzazioni operaie degli italiani e gli albori del sindacalismo tunisino, seguito da Marinette Pendola con Quelques considérations sur deux lettres de Niccolò Converti e da Roberto d'Ascia con Il Corriere di Tunisi e la rivendicazione dei diritti degli italiani in Tunisia dal 1956 ad oggi. Nel pomeriggio la sessione Memorie e Testimonianze, ha visto come moderatrice Loredana Cornero, RAI Relazioni Internazionali. Ci ha molto toccati l'intervento del rettore della facoltà della Manouba Prof. Habib Kazdaghli intitolato Le rôle oublié des Italiens dans la construction de la mémoire nationale. Sonia Gallico, si è soffermata sull'impegno politico di una famiglia storica per la Tunisia: i Gallico (1896-1980). È stata quindi la volta di Danielle Hentati che con Guido Medina, ha sviluppato Itinéraire d'un intellectuel en quête d'idéal. Quindi Rim Lajmi e Militanza politica delle donne dagli anni Trenta all'indipendenza. Carmelo Russo ha presentato la relazione su La politica e le fonti orali. Origini delle migrazioni e percezioni del fascismo nelle narrazioni degli italiani di Tunisia, Nadia Neji, Il linguaggio politico della stampa operaia italiana in Tunisia attraverso "Il Minatore", Giovanni Cordova Posizionamenti politici e immaginari contemporanei di imprenditori e pensionati italiani in Tunisia. Alle 19 una folta platea ha assistito alla proiezione, presso il cinema all'interno dell'Università centrale, del film-documentario Italiani dell'altra riva del 1989 di Mahmoud Ben Mahmoud, Mohamed Challouf e Hichem Ben Ammar. 90 minuti di racconti, molti di più all'origine, tagliato a suo tempo dal governo di Ben Ali. Una serie di interviste effettuate agli Italiani di Tunisia, partiti, tornati, e a quelli mai partiti. Una Claudia Cardinale raggiante e famiglia hanno occupato una parte significativa del documentario, iniziando dalle foto in bianco e nero dell'infanzia a quelle mitiche dell'elezione della più bella italiana di Tunisi nel 1957, durante la Settimana del cinema italiano a Tunisi organizzata dall'Unitalia-Film. Da Tunisi a Venezia il passo fu breve, e durante la Mostra del Cinema la sua bellezza non passò inosservata agli occhi dei molti registi e produttori presenti. Da qui l'ascesa all'olimpo nel mondo del cinema. Una commovente intervista ad Elia Finzi ritratto nel suo atelier mentre si sta stampando il giornale che ha diretto sino alla sua morte, di Maurizio Valenzi e di Clelia Uzan ci raccontano da varie voci l'impegno da una parte di mantenere viva la memoria passata ma anche di proiettare nel futuro l'impegno di una vita. Ma sono state raccontate anche storie molto meno gloriose, con un denominatore comune: un amore e una nostalgia struggente per la Tunisia, e per una gioventù - a detta di tutti - "felice e spensierata". Una considerazione che colpisce, poiche spesso altrove, negli stessi periodi storici di riferimento, non si coglie nella popolazione lo stesso ricordo ed entusiasmi per il vissuto. Giovedì 21 aprile '16, sempre presso l'Istituto Italiano di Cultura giornata a tema su "Costruzione di un'identità politica Mediterranea dopo le rivoluzioni del 2011". Sono intervenuti il Sottosegretario agli Affari Esteri On. Vincenzo Amendola, il direttore del quotidiano La Stampa Maurizio Molinari, l'On. Marco Fedi, il Sen. Francesco Giacobbe, Deputato e Senatore eletti per la Circoscrizione AAOA, l'Ambasciatore d'Italia a Tunisi Raimondo De Cardona, Il Prof. di Diritto Costituzionale, Deputato della Costituente, Presidente della Commissione Costituente della Giustizia Giudiziaria, Amministrativa, Finanziaria e Costituzionale, Fadhel Moussa. Inoltre Sami Mahbouli, avvocato ed editorialista al settimanale Réalités, Loredana Cornero, Segretario Generale Comunità radiotelevisiva italofona Moderatrice: Silvia Finzi La presenza dell'On. Amendola, che ha risposto subito favorevolmente all'invito del Corriere di Tunisi cosi come quelle del Sen. Giacobbe e dell'On. Fedi, hanno dimostrato l'attenzione non solo verso un giornale quale il nostro ma l'attenzione dei politici verso l'operato degli italiani di Tunisia in un contesto in cui il rilancio della Tunisia rimane una delle sfide maggiori della transizione democratica del paese, nella quale la voce del nostro giornale come espressione della pluralità e della diversità rimane pur modestamente uno dei tasselli significativi. L'intervento di Molinari, che non ha risposto alla domanda che gli era stata posta, pur creando disagio in parte dei partecipanti, è rimasta alquanto generica. Egli ha enfatizzato il ruolo degli italiani all'estero. Avendo intervistato la mattina stessa il Presidente della Repubblica Essebsi, ha sottolineato la sua lucidità politica e come fosse stato impressionato positivamente dalla chiarezza delle sue idee. Fadhel Moussa, uno dei padri della nuova costituzione e della nuova Tunisia, ha posto l'accento sulla difficoltà del mondo arabo ad integrare la mediterraneità come identità propria poichè da una parte il popolo arabo si identifica piuttosto in un'appartenenza araba-islamica e dall'altra come nell'inconscio collettivo venga ancora percepita come identità di matrice coloniale, pensata più ad uso occidentale che arabo anche se di fatto, nei secoli, la sua storia è strettamente intrecciata con la storia mediterranea.Gli intellettuali delle 2 sponde lavorano alla ricerca di una identità comune, per il rispetto delle diversità, per l'integrazione e il dialogo contro la piaga dell'estremismo religioso islamico che ovviamente non ha nulla a che vedere con i nuovi "profeti" che utilizzano la religione a fini non religiosi. Il Prof. Moussa si dice anche certo che la soluzione definitiva alla questione palestinese sarà di fondamentale importanza per la stabilità dell'area poichè è elemento di rottura tra le due sponde del Mediterraneo. In serata nella splendida cornice del Palais Ennejma Ezzahra di Sidi Bou Said Concerto d'Opera, con la partecipazione di giovani talenti della lirica dell'Istituto Superiore di Musica di Tunisi, accompagnati al piano da Toyoko Azaïez, con la direzione artistica di Hristina Hadjieva. Sala gremita, spettacolo straordinario e pubblico in estasi davanti ai giovani artisti tunisini che hanno cantato diversi classici dell'Opera. Giovani, e bravissimi sul palco, voci da soprano e mezzo soprano nella lingua di Verdi, con una pronuncia perfetta, una straordinaria capacità e sensibilità di interpretazione, soave e ricca di sapienti sfumature. Il Barbiere di Siviglia di Rossini: Aria di Rosina, Aria di Figaro seguito dal Duo Rosina e Figaro interpretati dal talento di Lilia Ben Chikha e Issam Labbene. La Traviata di Verdi : Aria di Violetta interpretata da Amel Sdiri, poi Aria di L'Arlesiana di Francesco Cilea, È la solita storia del pastore da Khalil Essaïed, La Rondine di Giacomo Puccini: Chi il bel sogno di Doretta interpretata da Salma Barouni, I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini : Aria di Giulietta cantata da Raeda Gharbi, Madame Butterfly di Giacomo Puccini: Aria di Cio-Cio-San con Salma Barouni, seguito da Arie di La Bohème de Giacomo Puccini dal duo formato da Amel Sdiri e Khalil Essaied. I giovani solisti hanno sfilato sulla scena, dando il meglio di se: raggianti, eleganti, bravi, emozionati. Un grande motivo di orgoglio per la loro insegnante la Sig.a Hristina Hadjieva, per la Tunisia tutta! Grande anche il talento della pianista Toyoko Azaïez in perfetta sintonia con gli altri artisti! Ovazione degli spettatori, e il bis su Brindisi di Verdi, in finale con tutti i solisti. Venerdi 22 aprile, alla Dante Alighieri di Avenue de la Liberté 35, vernissage dell'Esposizione 1956-2016: Il Corriere di Tunisi racconta 60 anni di storia della collettività italiana, a cui è seguito il forum sul tema La Tunisia: Uno spazio favorevole alla creazione ed allo sviluppo delle PMI? Il futuro delle imprese italiane in Tunisia nel rinnovato contesto geo-politico a cura della Camera Tuniso-Italiana di Commercio e Industria (CTICI), del Comites e del Corriere di Tunisi. Moderatore d'eccezione l'Ambasciatore italiano De Cardona. Presenti Mahmoud Ben Romdhane, Ministro degli Affari Sociali e Professore d'Economia, Il Capogruppo PD alla Camera dei Deputati On. Ettore Rosato, l'On. Marco Fedi, il Sen. Francesco Giacobbe, Chekib Nouira, Past President dell'IACE e della CTICI, Mourad Fradi, Presidente della CTICI, Cristina Natoli, Rappresentante dell'Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Ha moderato: Silvia Finzi che ci ha ricordato come Il Corriere di Tunisi sulle proprie pagine già 60 anni fa diceva agli Italiani e alle aziende italiane "rimanete e collaborate, e oggi lo ripetiamo con la stessa enfasi". L'Ambasciatore De Cardona ha annunciato il forum di Tunisi del 9 maggio con tema l'imprenditoria. Altro tema toccato molto caro ai Tunisini, e al di là del Mediterraneo: quello del turismo in Tunisia, crollato all'indomani della rivoluzione del 2011, creando una voragine nell'economia del Paese. Il Ministro Ben Romdane, rimasto fino alla fine di tutti gli interventi, con grande garbo si è sinceramente felicitato per la pluralità che il Corriere di Tunisi ha sempre posto al primo piano nella sua linea editoriale. Ha ringraziato le aziende italiane che hanno mostrato resilienza e fiducia alla Tunisia anche durante la lunga fase della transizione politica. Ben Romdane ha detto che la Tunisia sta intensificando e consolidando ulteriormente i rapporti con l'Europa e con l'Italia. Ci comunica i dati relativi al recupero della stabilità interna. Il numero degli scioperi nei primi 3 mesi del 2016 è regredito del 31% rispetto al 2015, e ben del 52% rispetto allo stesso periodo del 2014. Il numero di giorni di lavoro persi è regredito dell'82% rispetto 2015 e del 78% rispetto al 2014. "Abbiamo buoni motivi per sostenere che stiamo entrando in una fase di stabilità che permette di fare proiezioni a lungo termine. Il piano economico 2016-2020 è ambizioso e pone in prima linea le relazioni con l'Italia e l'Europa, attraverso accordi e investimenti particolarmente invitanti per investitori esteri". 200 mila i tunisini in Italia ambasciatori locali di pace e integrazione, continua il Ministro Ben Romdane. La situazione in Libia sembra avviarsi ad una risoluzione del conflitto, altro elemento di chiave per la stabilità, e assicura il Ministro "la ricostruzione in Libia si farà in tandem con l'Italia e la Tunisia. Abbiate fiducia nella Tunisia!" conclude Ben Romdane. Mourad Fradi a capo della Camera di Commercio Tuniso-Italiana, enfatizza l'importanza delle relazioni bilaterali, e degli spazi futuri di collaborazione che questi creano. Ringrazia l'Italia per gli investimenti in Tunisia, ed i posti di lavoro che ne derivano. "Molte imprese italiane, sono alla loro prima esperienza all'estero, e noi le incoraggiamo e le sosteniamo. Emma Bonino, nel corso di una sua visita in Tunisia, dichiarava che la Tunisia è un paese dal taglio umano, e continua ad esserlo". Fradi insiste sull'importanza della sinergia tra l'Italia e la Tunisia, per vincere sui mercati più aggressivi quali quello cinese o quello di paesi come il Bangladesh. L'Africa è in crescita esponenziale, in particolar modo la Libia, l'Algeria e l'Africa sub-sahariana: pertanto le joint-venture fra Italia e Tunisia sono di importanza cruciale. Infine si augura che la Tunisia avanzi rapidamente sul processo delle riforme tra cui codice di investimento, la fiscalità, lo snellimento della pubblica amministrazione e della burocrazia. Immancabile foto ricordo a termine lavori, in un'atmosfera di grande soddisfazione, stanchi ma contenti. E come ci facevano notare alcuni ospiti dall'Italia, all'insegna della molla della complicità del team e del buon umore che contagia, sempre e comunque: una delle più inguaribili "deformazioni" nel Paese! M.I.
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