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Cultura
792 - 2 variazioni da un racconto di anton čechov -1 |
1 – Cfr. Anton Pavlovič Čechov, Vanka, un racconto che ha per protagonista un giovanissimo sfortunato ragazzino al quale crudelmente la realtà cancella i suoi sogni affidati ad una lettera che non potrà mai essere spedita. |
la lettera
all’improvviso si ricordò che doveva scrivere una lettera. lo aveva promesso. solo che poi le cose erano andate come erano andate. però dopo se ne era ricordato. e senza scuse si mise a scrivere: “[...], (i puntini di sospensione sono miei. non è elegante mettere in piazza la vita degli altri. è poi una questione di correttezza prima ancora che di buon gusto) so che avrei dovuto scriverti molto prima. non l’ho fatto. e non per cattiva volontà. se ti dicessi il perché non mi capiresti. correrei il rischio di essere persino compatito. [...]”. di tanto intanto sulla pagina correvano ghirigori. bizzarri geroglifici di un improbabile messaggio amoroso. comunque arrivò alla fine chiudendo con un ti aspetto dal “per lettera” sottinteso. ripiegò con cura la lettera. la mise nella busta poi in tasca. uscì. pensando a chissà come lei l’avrebbe presa. forse lo avrebbe persino davvero compatito. lungo la strada ci pensò più volte. ci pensò anche quando arrivò all’incrocio che doveva attraversare. la buca della posta era dall’altro lato della strada. di qua il cestino dei rifiuti.

l’email
è sempre andata così: “mi scriverai?” “ti scriverò”. le promesse estive sono da marinaio. che nei più fragili diventano insopportabili obblighi. così si era messo a scrivere. “ciao, forse ti ricordi ancora di me”. tutto in minuscolo. l’email è essenziale. senza fronzoli. l’inizio era un po’ scontato. ma capace di suscitare sempre un certo interesse verso chi scrive. anche se lui, in questo caso, non conosceva il reale interesse per la nuova conoscenza. anche se singolare per incontro. seguiva una lunga serie di: ricordo, mi manchi, se solo potessi, e via dicendo. un sacco cose del genere insomma. di tanto in tanto qua e là dei :-) ma più sovente ;-) o ancora ;-* ma, pareva, solo se la giornata andava per il verso giusto. terminava poi con il solito: ciao. non seguito dal punto fermo. lo detestava. dopo il saluto. mettendolo gli sembrava di mettere fine ad una storia. anche a quelle mai iniziate. comunque dopo aver riletto come d’abitudine (direbbero i francofoni) stava spostando il cursore su “invio”. quando squillò il cellulare. più vicino era “elimina”.

mino rosso
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