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Collettività
788 - MOSTRA FOTOGRAFICA DI LUIGI SORRENTINO |
TUNISI, IMMAGINI CHE RACCONTANO LA CITTÀ INVISIBILE
Una mostra fotografica di Luigi Sorrentino che racconta la città, ne riporta istanti di vita, sguardi e storie mute. |
Nelle città invisibili di Italo Calvino, nella sua veste di ambasciatore, Marco Polo, il celebre mercante e navigatore veneziano, riporta il resoconto dei suoi viaggi all'imperatore dei Tartari, Kublai Kan, permettendo a quest'ultimo, seduto nella terrazza della sua reggia, di conoscere le città remote del suo immenso impero.
Tramite descrizioni fatte essenzialmente con gesti, oggetti, smorfie poi, una volta che lo straniero apprese la lingua tartara, con le parole, si delineano, in una sorta di racconto denso e colmo di simboli, i tratti di ben cinquantacinque città, ognuna con le proprie specificità, bellezze ed ambiguità.
Da questo racconto, prende spunto la mostra fotografica di Luigi Sorrentino, che con Marco Polo condivide la passione per il viaggio e la voglia di svelare i segreti delle terre che i suoi piedi toccano.
La mostra, Sorrentino la dedica a Tunisi, città che lui ama e di cui intende parlare non con gesti e parole ma tramite scatti. Le foto scattate dal viaggiatore napoletano ed esposte al pubblico sotto il titolo « Tunisi, città invisibile » passano dall'essere un gesto di amore personale ad un invito a contemplare la bellezza della città, a scrutare le sue profondità fino a scoprirne i tratti nascosti.
A sette delle città che Marco Polo descrive al Gran Kan, fa richiamo la mostra di Tunisi: Zenobia, città nascota che non si può dire né felice né infelice, Fillide, città ingannatrice che in te risveglia il desiderio poi te lo ruba, Zaira che celebra la memoria ed è solo tramite il passato che si può leggere, Ipazia la noecropoli dove i morti cantano, Valdrado dove tutto è riflesso come in una specie di specchio, Ersilia e le sue ragnatele di scambi e rapporti e finalmente Eudossia, città dei segni.
Tunisi è tutto questo; è l'insieme di tutte queste città e gli scatti di Sorrentino che hanno immortalalo ritratti, luoghi, scene ed oggetti, lo conferma.
Il padre con suo figlio che seduti per strada mangiano un panino, il vecchio che passeggia stanco, l'uomo seduto davanti al suo carro che sembra vende pane, la donna con il safsari che cammina lungo i vicoli della medina, i ritratti di anziani, i ragazzi che corrono, le serrature di porte e finestre, il muro dell'edificio crollato, il tappeto artigianale, la cupola di un hammam, la mano piena di rughe, segno di un tempo che passa, i tetti delle case antiche, le tombe e le moschee, la folla nei caffè.Sono immagini della quotidianità, semplici nel loro ripetersi, immense nella loro umanità.
Così come Zenobia, Fillide, Zaira, Ipazia, Valdrado, Erisilia e Eudossia, Tunisi ha il suo mondo noto e quello meno noto, poco visibile: la vita, l'infanzia, la gioventù e la vecchiaia, la morte, la religiosità, il cammino, il correre e il riposo, la gioia, l'attesa, la spensieratezza e la stanchezza.
Come quelle città, Tunisi vede la sua immagine riflessa nei pavimenti dopo un giorno di pioggia, la sua gente radunata nei caffè la sera, i suoi figli correre verso il futuro...
La mostra racconta la città, ne riporta istanti di vita, sguardi e storie mute. E come un libro è uno spazio dove il lettore entra, cammina, si perde e poi si trova, la mostra, anch'essa, ha questo stesso spirito: tramite le varie foto, negli edifici di Tunisi ci si addentra, per i suoi vicoli si cammina, negli sguardi della sua gente si perde e con essa si condividono attese, speranze o dolori. Insomma, quel lato invisibile che per vederlo -ricorda Calvino- basta aguzzare lo sguardo.
Kaouther Rabhi
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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