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Cultura
la poesia non si commenta. si legge. perché mai dovrei recensire (si fa per dire) poesie? grazie a dio non è il mio mestiere così come redigere prefazioni che lascio a giovan(n)i. le lascio a chi è certamente più non importa cosa di me. ma oggi mi va di rispondere per le rime a quella copertina dagli inquieti occhi chiari dove incontro daniela che è il suo nome (cognome riportato sulla stessa copertina). mi ritrovo in questa sua ironia che sa di amore o di amaro in questa sua illogica logica (o logica illogica). di lei, (daniela) non conosco che il suo passo perugino dal nervoso tacco francescano su sconnesse lingue da università per stranieri. e così che dire? scimmiotto lenin alla festa dell’unità dove si realizzano le casalinghe cuoche votate al rosso (rosso sbiadito e un po’ snob) partito s’intende. a passo di lumaca non si va molto lontano. lei (sempre daniela) ha rovesciato le muse per vedere certi artisti dall’incerto passato dietro lo specchio di alice disincantata e piccante non di quelle da sagra del pesce che qui sul trasimeno nel mese di agosto si sprecano. un agosto seduto sul bianco di una plastica sedia da bar sfido l’orologio di baudelaire. me ne infischio della sua voce metallica che parla tutte le lingue me ne infischio dei suoi - ricorda - remember - souviens-toi - esto memor. e mi domando in chissà quale altro dubbio (o certezza) si sfoglierà la quasi margherita dal caratteraccio di sola facciata. in attesa di prendere l’aereo prendo il caffè come cosetta di pagina 18. suona la campanella. l’intervallo è finito. forever (è il titolo). Perugia - Agosto 2005 Delfino Maria Rosso
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