NOSTRI PROBLEMI
L’anno si chiude con l’elezione in Tunisia di Beji Caïd Essebsi, che felicitiamo, alla presidenza della Repubblica: prima elezione che sancisce il passaggio da una fase transitoria post-rivoluziaria ad una fase democratica. Ma sarà veramente democratica, il risultato delle elezioni consoliderà realmente il passaggio da una transizione democratica ad una democrazia “tout court”, non vi sarà l’affossamento delle libertà tanto agognate che hanno visto uniti i tunisini nel 2011 nel dire basta alla dittatura?
Questi sono gli interrogativi di tanti che temono nella vittoria di Essebsi un ritorno al passato, alimentato anche da una campagna elettorale impostata dal presidente uscente Marzouki su questa forma di polarizzazione tra vecchio sistema e nuovo sistema, tra dittatura e democrazia, tra nord e sud, tra élite e popolo e così di seguito.
Le donne hanno votato Essebsi (60%) e se lo hanno fatto è perché sentivano le loro libertà fortemente minacciate. Il sentimento di insicurezza, la debolezza dello Stato, la crisi economica sono stati egualmente fattori che hanno inciso fortemente sul risultato del voto.
Non sarà facile governare anche avendo vinto le elezioni poichè qualsiasi misura sarà subito percepita come ritorno a vecchie pratiche ed utilizzata dall’ opposizione in questo senso.
Eppure il paese ha bisogno di un governo legittimo, espressione delle urne. Si critica molto il fatto che ci sia un partito egemone sia in Parlamento che alla Presidenza della Repubblica ma in tutte le democrazie dove vige il sistema presidenziale o semi- presidenziale (come in Tunisia) si verifica che il Presidente eletto, sia anche quello, il cui partito ha la maggioranza in Parlamento. La maggioranza ottenuta in Parlamento non è pero’ assoluta per cui, per governare, occorrerà fare delle coalizioni di cui saremo a conoscenza nei prossimi giorni.
Un anno quindi molto intenso per la Tunisia che oltre a chiudere il periodo di governo transitorio vede anche l’affermazione dell’alternanza politica, caratteristica delle democrazie in un contesto regionale pero’ estremamente difficile, con una Libia ormai preda della guerra per bande e zona di reclutamento per l’ISIS in Medioriente, un mondo arabo scosso dal terrorismo e dalla violenza con una Turchia ed un’Europa che soffiano sul fuoco alternativamente ed un Irak ed una Siria sempre maggiormente martoriati.
Ma se l’ISIS prende sempre più potere, nel 2014 altri conflitti si sono riaccesi o accesi a Gaza ed in Ucraina, le libertà sono sempre minacciate in Turchia, in Africa sono migliaia le vittime dovute al virus ebola .
In Nigeria, il gruppo estremista Boko Haram (il libro è peccato) ha prelevato 200 donne e ragazzine nel nord-est della Nigeria e stragi di bambini a dicembre nel Pakistan nord-occidentale dove i talebani pakistani hanno attaccato una scuola pubblica militare e i bambini rimasti uccisi sono stati più di 150. Continuano a morire i migranti nel Mediterraneo, vero cimitero della speranza! Il mondo non è certo all’altezza dei nostri sogni anche se speriamo che diventi quello che dovrebbe essere e non quello che è! La nostra collettività continua a credere nel processo di democratizzazione della Tunisia attivandosi sia in ambito politico che economico.
Speriamo che il 2015 porti anche una fattiva cooperazione culturale. Molte le attività della Camera di Commercio ed anche quelle di solidarietà per le classi non abbienti.
Il rinvio delle elezioni del Comites dovrebbe permettere una più larga partecipazione degli italiani in Tunisia al voto di aprile. Alcuni incontri con la collettività sono in programmazione in gennaio e la lista Democratici italiani in Tunisia ha già avuto un incontro con i bi-nazionali ed un altro con gli italiani di Hammamet.
A tutti buone feste e l’augurio che il 2015 sia un anno di ripresa specie per i giovani per i quali non è pensabile sia sbarrata la porta del futuro!
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