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Anni 2005/2006 | :: :: :: :: :: :: :: ::
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Prima Pagina
NOSTRI PROBLEMI
La diplomazia italiana si sta attivando per tentare di uscire dalla crisi mediorientale e libica (con le sue propaggini securitarie ed umanitarie in Tunisia) e il ministro degli Esteri Mogherini ha fortemente sostenuto l’incontro del Consiglio Affari Esteri dell’UE che si riunirà nei prossimi giorni, convocato dall'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, sulle crisi in Iraq, a Gaza e in Libia. Lo stesso vice-ministro degli Esteri, Pistelli, dopo il suo viaggio in Iraq ha ribadito la necessità di aiuti militari che permettano ai curdi di fermare l’onda mortale che sta sommergendo il paese martoriato già da decenni di guerra affermando in un intervista rilasciato al giornale “Il Mattino" che «L’Italia è pronta a sostenere l’intervento degli Stati Uniti per creare un corridoio umanitario in favore dell’Iraq. Ma non si tratterà solo di iniziative civili, perché il ministro degli Esteri, Mogherini e quello della Difesa, Pinotti, che ho ampiamente informato al mio ritorno da Bagdad, valuteranno anche l`ipotesi di aiuti militari concreti. Il governo curdo ci chiede aiuti militari ed armi per potersi difendere dall`assedio dell`Isis.”
E’ necessaria una politica più chiara e più coesa dell’UE nel Mediterraneo: troppe sono state sino ad oggi le esitazioni, le miopie politiche, le rinunce o gli interventi sbagliati poichè se è vero che l’Europa aveva salutato con romantica attesa le primavere arabe, questo “sturm und drang” ha occultato la realtà di quei paesi che tutto hanno ottenuto salvo la dignità, la libertà e persino la sopravvivenza . Siamo stati in questi mortiferi mesi estivi colpiti dallo stupore dei mass-media di fronte all’inarrestabile ascesa dell’esercito dell’Isis: dai carri armati alle armi automatiche, nessuno aveva visto che un esercito addestrato si preparava ad occupare l’Iraq? Sembra un racconto fantascientifico e chi paga sono sempre i soliti: le minoranze, le donne, i bambini. Da Gaza a Bagdad da Bagdad a Damasco da Damasco a Tripoli è tutt’una veglia per i morti mentre a Tunisi ad ogni colpo di mortaio si teme di essere nella traiettoria dei tiri e tutto questo alla vigilia di elezioni che si annunciano difficili. Ma cio’ che sta succedendo nel mondo arabo non era prevedibile? Possibile che il canto delle sirene abbia addormentato a questo punto la nostra coscienza critica? Il semestre italiano dell’UE in questo difficile contesto internazionale accompagnato dalla recessione economica in corso non sarà “un long fleuve tranquille”.
A Tunisi la lotta per il potere è iniziata in un clima pervaso da minacce terroristiche, incendi dolosi, una malavita sempre più attiva ed una corruzione che ormai sta intaccando tutti i settori di attività ma anche tutti gli strati sociali. Si discute in questi giorni in Parlamento della legge anti-terrorismo e del riciclaggio del danaro sporco ad esso legato. Una discussione non facile malgrado le decine di morti nelle fila dell’esercito nazionale, la non risoluzione dei “misteri” legati agli assassini politici di Belaid e Brahmi per le posizioni molto divergenti degli attori politici in proposito. Eppure violenza e corruzione hanno conseguenze negative sull’insieme delle realtà politiche, sociali, economiche e culturali della Tunisia perchè in un paese dove non c’è sicurezza non si investe, in un paese in cui il diritto è sostituito dal fai da te non c’è più tutela, in un paese che ha investito nel turismo ma che non è capace di assicurare protezione non si viene. In questo contesto instabile si sviluppa un sentimento di agressività latente della popolazione ma soprattutto il disincanto è tale che provoca un sentimento di individualismo sfrenato tale da non rispettare più un bene collettivo, un concittadino, un codice: basta mettersi a guidare per sperimentare che più nessuno rispetta un divieto, un’indicazione, una priorità e guai se ti ribelli..., basta guardare lo stato delle strade, delle spiagge o delle campagne per vedere rifiuti di ogni genere ammucchiarsi come se l’inquinamento, gli odori ed il degrado non ci importassero più di tanto. Che cosa sta succedendo al tunisino? Perchè questo disamore per il proprio paese? Perchè le regole di convivenza civile debbono essere sempre l’espressione della coattività e non agire come lo dice Kant “in modo da considerare l' umanità , sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come scopo, e mai come semplice mezzo”?
I partiti politici stanno pubblicando con fatica le loro liste per le elezioni. Anche in Italia, i tunisini potranno eleggere tre deputati per le prossime elezioni. Sappiamo da ora che presenterà la sua candidatura dall’Italia per il partito El Massar e UPR (Unione per la Tunisia) il nostro carissimo amico Abdelkarim Hannachi, arabista e strenuo difensore dei diritti degli immigrati in Italia. Nato a Nefta, ha studiato in Tunisia e in Francia. Dopo alcuni anni d’insegnamento dell’arabo e del francese nelle scuole tunisine, si è trasferito in Sicilia dove vive attualmente con la moglie italiana ed i due figli ed insegna all’Università di Catania e Enna. Operatore socioculturale e ricercatore, è impegnato da anni in un lavoro di promozione dell’integrazione degli immigrati anche attraverso il coordinamento di progetti del Fondo Sociale Europeo. È membro di diversi comitati scientifici di centri italiani di ricerche e componente della redazione del Dossier Statistico Immigrazione a cura del Centro Studi e Ricerche Idos. A lui auguriamo pieno successo!
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S O M M A R I O
COLLETTIVITÀ
Uno SVE tra le due sponde del Mediterraneo - p 4-5
Identità e incontri mediterranei, tra lingue e linguaggi - p 6
Progetto Compass - p 7
MISCELLANAE - p 8
I CONSIGLI DELL’AVVOCATO - p 9-11
IN TUNISIA
Tunisi: il viaggio tra le famiglie dei dispersi – p 12-13
Legge contro la violenza di genere - p 14
ATTUALITÀ - p 15-16
IN ITALIA
Riforma del Senato: ecco cosa cambia - p 17
Legge sulla Cooperazione Internazionale - p 18
NEL MAGHREB e NEL MEDITERRANEO
La verità scomoda: israeliani e palestinesi hanno gli stessi nemici - p19
Un commissario UE per il Mediterraneo - p 20
Juncker eletto nuovo Presidente della Commissione. Un nuovo inizio per l’UE - p 21
Consiglio d’Europa aprirà ufficio regionale a Tunisi - p 22
EMIGRAZIONE, IMMIGRAZIONE
Migranti e linguaggio giornalistico in Italia – p 23
La diversità non privazione ma risorsa per tutti - p 24
Gli eletti all’estero incontrano il Sottosegretario agli Affari Esteri, Giro - p 25
Il Progetto Ermes per il ritorno volontario assistito - p 26
CULTURA
Roma, Festival dell’Oriente - p 27-28
“Le chiavi di Roma. La città di Augusto” - p 29
De Tergorum Coccula - p 30-32
MUSICA
XXIX Festival Internazionale d’El Jem - p 33
LIBRI - p 34
ECONOMIA
CTICI - p 35-39
MARGINALIA
Caffé a vapore all’expo di Torino – p 40
VIAGGI
Italia: L’Isola di Levanzo - p 41-42
CASA E CUCINA - p 43-44
DIVERTIMENTO - p 45
Alessandra Santantonio - UNO SVE TRA LE DUE SPONDE DEL MEDITERRANEO – in Collettività
Dhouha Allagui - Giorgio Bianco - BREVETTI EUROPEI NEL PAESE DEI GELSOMINI - in Economia
Delfino Maria Rosso – DE TERGORUM COCCULA [vers. PDF] – in Cultura
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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Numeri recenti | :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: ::
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