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Anni 2005/2006 | :: :: :: :: :: :: :: ::
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Collettività
754 - INTERVISTA AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI, GIULIO TERZI DI SANT’AGATA |
S.E. l'Ambasciatore P.Benassi, il Ministro G.Terzi e il Ministro tunisino R. Abdessalem |
Sig. Ministro, Le è possibile tracciare un bilancio seppur parziale, alla luce dei colloqui appena conclusi.
La mia visita, nei giorni del primo anniversario della rivoluzione e all’indomani dell’assunzione delle responsabilità di governo da parte del nuovo Esecutivo tunisino, ha confermato il ruolo dell’Italia come partner strategico della Tunisia. E’ straordinaria la cordialità, l’amicizia e l’intensità che ho riscontrato negli incontri a Tunisi.
Sig. Ministro, quale potrà e dovrà essere il ruolo dell’Italia in questa fase di transizione che riguarda la Tunisia e più in generale i Paesi della riva sud del mediterraneo?
L’Italia ha fin da subito inteso sostenere la Tunisia nel suo processo di transizione, favorendone il rilancio economico attraverso la concessione di crediti volti al sostegno del settore privato (in particolare le PMI) e, quindi, anche all’occupazione. Oggi siamo pronti a lanciare una cooperazione vigorosa in tutti i settori strategici per il Paese come quelli dell’energia, dei trasporti e del turismo ed ho trovato su questa piena convergenza con le Autorità tunisine. Anche in questo quadro si inserisce la realizzazione di un centro a Milano per dare assistenza tecnica agli imprenditori nel Mediterraneo e la creazione di un "Fondo di Partenariato Mediterraneo", come strumento finanziario pubblico-privato specificamente indirizzato alle esigenze di finanziamento delle PMI.
L’Italia si è fatta portavoce in Europa anche nella riunione del Consiglio Affari Esteri del 23 gennaio della necessità di una maggiore attenzione di Bruxelles verso la Tunisia e verso l’area mediterranea, perché si possano mobilizzare le risorse finanziarie per accompagnare in maniera efficace la transizione e favorire la messa in atto di politiche economico-sociali che rispondano ai bisogni manifestati dalla popolazione. Il nostro impegno si esprime inoltre nel quadro del G8 e del cosiddetto “Partenariato di Deauville”: la Tunisia è stato il primo Paese chiamato a far parte di questo processo, che si propone di convogliare risorse politiche e finanziarie a sostegno ai processi di transizione democratica.
Sig. Ministro, sono già in essere progetti di cooperazione regionale in vista del prossimo summit dei ministri degli Esteri del “5 + 5” del 20 febbraio?
L’Italia attribuisce una particolare importanza alla cooperazione regionale e al rilancio dei fori sub-regionali esistenti, e in primo luogo del Dialogo 5+5, quale strumento di promozione del dialogo con i partner della sponda Sud del Mediterraneo. Sono certo che la prossima riunione Ministeriale costituirà una preziosa occasione non solo per il rilancio di un esercizio che, fatta eccezione per la Ministeriale Difesa del dicembre scorso, non si riunisce da circa un anno. E’ l’opportunità di promuovere con i nuovi attori politici emersi dalla Primavera araba un’efficace collaborazione nei principali settori d’interesse comune, a cominciare dalla sicurezza e dal co-sviluppo socio-economico.
Sig. Ministro, ha fiducia nelle iniziative future di partenariato economico con i Paesi dell’area mediterranea, e con la Tunisia in particolare?
Certamente. I Paesi del Mediterraneo sono accomunati da legami storici e culturali che sono naturalmente propizi ad un proficuo partenariato economico tra di essi. La Tunisia in particolare presenta un quadro legislativo, normativo e amministrativo che la rendono tradizionalmente attraente agli occhi degli investitori stranieri, i quali saranno ancor più incoraggiati dalle prospettive di stabilità democratica e di crescita socio-economica.
Sig. Ministro, quale sarebbe, secondo Lei, la migliore ipotesi risolutiva per la questione migratoria?
La questione migratoria va affrontata in un’ottica globale e non dal solo lato del contrasto all’immigrazione clandestina. La nostra intenzione è quella di avere con le Autorità tunisine un dialogo rinnovato che curi con sempre maggiore attenzione anche gli aspetti della migrazione legale, dall’accesso al mercato del lavoro alle misure in favore dell’integrazione dei migranti tunisini regolarmente residenti in Italia. Quella di definire più in generale la questione della mobilità. All’approccio bilaterale, che senz’altro teniamo ben presente da tempo, va collegata l’esigenza di una risposta complessiva da parte dell’Unione Europea. E’ un tema questo, sul quale abbiamo da sempre reiterato nostre specifiche sensibilizzazioni a Bruxelles e continueremo a muoverci ancora in tale ottica.
Mi fa piacere infine cogliere questa opportunità per rivolgere alla comunità italiana in Tunisia l’augurio caloroso di sempre maggiore prosperità, nella certezza che tutti i concittadini qui residenti continueranno ad accrescere i legami di amicizia e fratellanza con il popolo tunisino, elemento questo essenziale per contribuire a rendere più stretti i già eccellenti legami che uniscono i due Paesi.
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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