In Tunisia
754 - INTERVISTA A LEENA BEN MHENNI |
Durante la visita del Ministro Terzi a Tunisi, abbiamo avuto modo di incontrare, anche se brevemente, la giovane attivista Leena Ben Mhenni che con il suo blog "Tunisian Girl" ha raccontato la caduta del regime di Ben Ali, ha informato e testimoniato, ed ha scosso le coscienze di tanti suoi coetani in Tunisia e all'estero. |
La giovane Leena, figlia del fondatore della sezione tunisina di Amnesty International, cresciuta si' sotto il giogo della dittatura ma a "pane e diritti umani", è stata candidata al Nobel per la Pace nel 2011, premiata per il suo impegno civile come miglior blogger dell'anno dal quotidiano francese Le Figaro, ed ha ricevuto anche il premio "Roma per la Pace e l'Azione Umanitaria e la Lupa, edizione XVIII".
Qualche giorno prima del nostro incontro davanti alla sede del prmo Ministero alla Kasbah sono stati rivolti i primi "dégage" al Premier Jebali da parte di simpatizzanti di Ennahda, perchè secondo lei, coloro che hanno votato il partito al governo, ora urlano "dégage"?
E' logico che siano usciti per strada. Non dimentichiamo che cio' avviene dopo i recenti accadimenti dell'Università di Lettere della Manouba. Quanti hanno votato per Ennahda non sono solo simpatizzanti del partito ma anche salafiti. Sono questi ultimi che si sono sentiti manipolati e quindi sono usciti a dire "dégage" a Jebali.
Cio' accade perchè quande si cerca di tradire la gente, quando si mente, il popole reagisce. Non sono stati onesti e soprattutto devono smettere di mentire. Stato e
religione devono essere separati. Il Governo non rappresenta coloro che per un motivo o per un altro l'hanno votato, siano essi di Ennahda o salafiti. E ora sono delusi.
Ha citato prima gli eventi della Manouba. Qual è la sua opinione al riguardo?
E' inconcepibile accettare ad un esame qualcuno col viso coperto.
E' passato un anno dalla rivoluzione del 14 gennaio. Cosa è cambiato?
Per me fin'ora non c'è un vero cambiamento. L'organizzazione gerarchica dei partiti rallenta le cose. Il lavoro dovrebbe essere fatto in linea orizzontale e non verticale.
Questo governo non mi rappresenta, non l'ho votato.
Lo scorso mese di dicembre le è stato conferito il premio internazionale "Roma per la Pace". Come ha accolto la notizia?
Sono rimasta molto sorpresa, ma mi sono sentita onorata. Quando ho iniziato a "lavorare" per la libertà del mio paese mi aspettavo di essere torturata o arrestata
ma non di ricevere premi, e certo non era questo il mio fine. Il mio lavoro tuttavia continua, come prima e più di prima. La lotta è ancora aperta.

Leena Ben Mhenni
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