
EDITORIALE
Come ricorderete abbiamo scritto sul numero di marzo che stiamo cercando di ristrutturare il giornale con l’aiuto di un gruppo di amici e ed estimatori per assicurarne la continuità e la sopravvivenza, tra questi vogliamo ricordare Mino Rosso il quale aggiornando quotidianamente le news sul nostro sito web ci consente di essere sempre presenti anche se le pubblicazioni cartacee sono più rarefatte per un insieme di motivi che abbiamo più volte segnalato precedentemente.
Questa premessa per confermare che comunque per tutto il 2011 il giornale continuerà ad essere presente in edicola ed i nostri impegni sottoscritti nei confronti degli abbonati e inserzionisti pubblicitari ad oggi saranno mantenuti senza variazioni di prezzo.
Con difficoltà notevoli ma con profonda gioia siamo riusciti a ritrovare la nostra scrivania della rue de Russie. Percorrendo le strade di Tunisi abbiamo visto le tracce di questi primi mesi dell’anno, tracce non belle perchè speravamo e speriamo che la rivoluzione dei gelsomini consenta vermaente al paese di completare il non facile cammino verso una democrazia compiuta.
Abbiamo già vissuto questi momenti esaltanti e difficili, il ricordo di Habib Bourguiba, del sacrificio dei martiri del 9 aprile 1938 della prima costituente ci hanno portato a riproporre nuovamente quanto scrivevamo tanti anni orsono. Ne lasciamo il commento ai lettori. L’approccio dell’Europa e del mondo, i revival di Bechir Ben Yamed, Jean Daniel e tanti altri, le visite di alte personalità tra le quali particolarmente burrascose quelle del Presidente Berlusconi e del Ministro Maroni.
Le preoccupazioni degli ambasciatori, in particolare d’Italia e Francia, che dovevano e debbono seguire le sorti dei loro connazionali, dei loro investimeneti nell’avvenire delle relazioni future con questa nuova Tunisia. Queste preoccupazioni sono anche le nostre che viviamo in questo paese ormai da secoli.
Consentiteci quindi di riproporvi quanto scrivevamo nel lontano anno 1970 per il quindicesimo anniversario della fondazione del nostro giornale :
"NON DISPERARE …NON AMMAINARE"
Quando si festeggia o si ricorda un anniversario, oltre a sottolineare i principi basilari che ormai da secoli guidano le nostre azioni, è opportuno, mi si ricorda più o meno gentilmente, di soffermarsi un po’ sui bilanci o, perlomeno, di fare il famigerato "punto della situazione".
"Non disperare, non ammainare (Elia dixit)" mi scrive in una sua recente missiva l’amico Carlo Chibbaro, segnalandomi en passant che da ormai dieci anni attende, e con lui attendono una soluzione al problema del rimpatrio, centinaia di famiglie.
Ebbene, malgrado amarezze e delusioni, credo fermamente che proprio il perseverare, nella certezza che quanto si chiede sia giusto e onesto, possa portare i suoi frutti.
La collaborazione italo-tunisna non è un mito. La solidità di questa vecchia e sincera amicizia, malgrado incrinature e sussulti, spesso giustificati dalle necessità storiche, ha permesso di superare mille incomprensioni e difficoltà.
Il problema di chi è tornato in Italia non si è esaurito negativamente come si temeva un tempo, ma si avvia lentamente a soluzione. Il problema di quelli che sono rimasti, o di quelli che sono venuti o verranno… o forse ritorneranno, è ormai il medesimo per quanti operano o vogliono qui operare, in piena uguaglianza di intenti, per il progresso civile del paese che li ospita.
Certo, il cammino da percorrere è ancora lungo e i problemi da risolvere numerosi, ma il clima è il migliore. Le esperienze vissute, gli errori commessi da ambo le parti, la volontà di riparare, consentono e giustificano un po’ d’ottimismo.
La copertina del supplemento
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