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Cultura
A scoprire la targa il sindaco di Tuoro sul Trasimeno Mario Bocerani e Michel Thomas Penette, direttore dell’Istituto Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa. Uno spazio importante, appena ristrutturato che servirà da ufficio informativo e da desk operativo per l’Itinerario Internazionale sulle orme di Annibale che vede il Comune del Trasimeno capofila. Con il progetto, che nella giornata del 21 giugno a Perugia ha fatto un ulteriore passo in avanti con la firma della Carta di Perugia da parte delle amministrazioni europee interessate a sviluppare un percorso turistico e promozionale comune, s’intende sviluppare una rete turistico-culturale tra i diversi luoghi del Mediterraneo. L’obiettivo è quello di dar vita a una rete di turismo culturale nel mediterraneo sulle tracce di Annibale, recuperando il patrimonio materiale e immateriale, realizzando itinerari ed eventi. Al termine dei tre giorni di lavoro Michel Thomas Penette, direttore dell’Istituto Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa e osservatore speciale a Tuoro per studiare da vicino il percorso fatto sulle sponde del Trasimeno nell’ambito della valorizzazione e della promozione turistica e culturale, ha affermato: “Quello che ho visto è qualcosa di veramente interessante, il lavoro fatto in questo comune risponde a tutti i requisiti stabiliti a livello europeo per gli itinerari culturali: Salvaguardia e tutela dell’ambiente e della memoria, promozione e ricerca storica, condivisione di saperi e messa in rete a livello extraterritoriale”. Il forum, dedicato all’Itinerario culturale “Cammino di Annibale” e organizzato in collaborazione con la Provincia di Perugia per celebrare l’anniversario della Battaglia del Trasimeno (217 a.C.), ha imposto alcune riflessioni sul lavoro svolto negli ultimi anni, lavoro che ha portato il “modello Tuoro” a ricevere riconoscimenti ed attenzioni a livello internazionale. Lorenzo Borgia, assessore alla Cultura e al Turismo, tra le anime di questo progetto, spiega: Siamo veramente soddisfatti, oggi abbiamo messo un altro punto fermo al nostro lavoro, da domani si riparte, ora bisognerà lavorare per mettere insieme i diversi territori d’Europa e non solo. Quello che stiamo facendo, prosegue, è la dimostrazione di come territori, anche piccoli, possano decidere in maniera autonoma il proprio sviluppo. A Tuoro abbiamo scelto uno sviluppo turistico legato ad alcuni cardini imprescindibili: tutela del paesaggio e della memoria, partecipazione, ricerca storica e innovazione”. Con l’inaugurazione della nuova sede del “Cammino di Annibale” inizia una nuova fase del progetto: al Comune di Tuoro spetterà il coordinamento delle iniziative volte alla messa in rete dei diversi territori interessati dal passaggio del condottiero cartaginese. Si tratta di un occasione unica, che darà lustro e visibilità internazionale a Tuoro, al Trasimeno e all’Umbria tutta. La sede di Tuoro sul Trasimeno funge da Centro di Pedagogia del Patrimonio, strumento di sviluppo e contenitore di idee e di talenti della Rotta dei Fenici. Presso la nuova sede il gruppo di lavoro, costituito da giovani del luogo, formati appositamente dalla Rotta dei Fenici, oltre ad essere un punto di informazione dell’itinerario, svilupperà attività varie adatte al territorio del Trasimeno in coerenza ai prodotti già sviluppati su altri territori della Rotta, al fine di arricchire la proposta turistico - culturale dell’intero itinerario. Come spiega Antonio Barone direttore della Rotta dei Fenici, Itinerario culturale riconosciuto dal Consiglio d’Europa, all’interno del quale si sviluppa il “Cammino di Animale”: “quello che ci aspetta è un’avventura molto stimolante, le adesioni al progetto sono numerose, per Turo e per l’Umbria si aprono scenari davvero interessanti”. Intanto crescono ancora le presenze turistiche: nel periodo gennaio-aprile i dati Istat relativi agli arrivi segnano un + 20%. Tuoro, dunque, mantiene il trand positivo degli ultimi mesi e continua a crescere; segno che il lavoro fatto per sviluppare un turismo culturale continua a dare frutti. “Si tratta di frutti maturi, spiega Lorenzo Borgia, che è tempo di raccogliere, ma che allo stesso tempo bisogna continuare a coltivare. Un ringraziamento, prosegue, va alla Provincia di Perugia che fin da subito, dimostrando una spiccata sensibilità, ha creduto al progetto e ha organizzato questa tre giorni, rivelatasi molto importante per aumentare la rete a livello internazionale. Considerazioni importanti sono arrivate anche dalla dott.sa Anna di Bene Soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici dell’Umbria: “Gli Itinerari Culturali, coinvolgendo il territorio con le loro ramificazioni, possono indubbiamente svolgere l’importante ruolo, riconosciuto e valorizzato dall’Europa, di tutelare e promuovere la memoria storica”. Come già detto il percorso, partito quasi due anni fa, sta già dando i suoi frutti sia in termini di presenze turistiche che di riconoscimenti. E oggi il nuovo itinerario, sviluppato all’interno della Rotta dei Fenici, rappresenta un modello di dialogo e di promozione culturale integrata tra diversi paesi del Mediterraneo, il Cammino interessa: Tunisia, Spagna, Francia e Italia. Ancora una nota a margine: Nonostante l’imprevisto mal tempo gli invitati ai lavori del forum hanno potuto assistere a una interessante rievocazione storica della battaglia avvenuta nella piana in località Malpasso. In scheda a parte i fatti storici. [foto: Simone Millotti]
Mario Boccerani e Michel Thomas Penette scoprono la targa
Inaugurazione del Centro di Coordinamento Internazionale "Cammino di Annibale"
I FATTI STORICI All'alba del 21 giugno del 217 a.C., sotto una fitta coltre di nebbia, la maggior parte dell'esercito romano entrò nella pianura a nord del Trasimeno dalla stretta via che correva ad occidente tra le ultime pendici dei Monti Cortonesi e le acque del lago. Annibale aveva nascosto sulle pendici dei colli boscosi che chiudono ad ovest la valle i reparti della cavalleria e quindi le fanterie celtiche, allungate fino alla strettoia, che la tradizione ci ha tramandato con il nome di Malpasso. Le fanterie veterane, composte da Libici e Ispanici, le aveva collocate, al contrario, ben in vista, di fronte alla via, ove aveva anche posto il suo accampamento, sopra lo sprone roccioso proteso verso il lago ove oggi è posto l'abitato di Tuoro. Il generale cartaginese aveva invece ben nascosto i frombolieri delle Baleari e gli altri armati alla leggera all’interno del vallone ad est di questo colle. Appena la maggior parte dell’esercito guidato dal console Caio Flaminio Nepote entrò nella valle e l’avanguardia giunse a vedere il suo accampamento sul colle di Tuoro, egli diede l'ordine simultaneo di attacco. Le legioni romane furono spezzate in due dalle fanterie celtiche che piombarono loro addosso dalle rocce soprastanti la strettoia del Malpasso. I reparti della retroguardia dell’esercito romano rimasero così esclusi dallo scontro e pochi giorni dopo fecero il loro rientro a Roma sani e salvi. La parte della colonna romana penetrata nella valle venne colpita dalla cavalleria punica, forte di 10.000 guerrieri montati, sul fianco sinistro e spezzata in molti tronconi. Intanto, al comando di Annibale, anche le fanterie leggere erano uscite dalle forre per coprire lo spazio tra il colle di Tuoro e le acque del lago, circondando così completamente i Romani. I legionari, inferiori di numero, attaccati in ordine di marcia, furono in breve sopraffatti. La battaglia si concluse dopo tre ore. Circa 8-10.000 Romani vi trovarono la morte: i più perirono per mano nemica, alcuni si uccisero l'un l'altro per non cadere prigionieri, altri affogarono nelle acque del lago. In verità i 6.000 che componevano l'avanguardia riuscirono ad aprirsi un varco a nord-est verso la cima del Monte Castelluccio e da lì, diradatasi la nebbia, videro la fine dei loro compagni. La notte successiva essi furono raggiunti e fatti prigionieri dalla cavalleria al comando di Maharbale. Una parte di questi soldati, quelli appartenenti alle popolazioni alleate di Roma, furono liberati mentre i Rom:ani vennero messi in catene. Lo stesso console fu ucciso in battaglia da un cavaliere celtico della tribù degli Insubri. Il suo corpo venne fatto cercare da Annibale per dagli una degna sepoltura, ma non fu mai trovato. A Flaminio fu tagliata la testa, come era costume tra i Celti. Una volta spogliato della sua splendida armatura, sul campo di battaglia il suo cadavere rimase anonimo fra quelli dei suoi fedeli triarii che lo difesero fino alla morte.
Tuoro - Campo di Sole
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