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Cultura

note di cultura mediterranea
a cura di Franca Giusti
« è sul margine di una pagina d’altri che ci si annota »
[Delfino Maria Rosso in www.gliannidicarta.it ]
BUON ONOMASTICO
All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?
(U. Foscolo) |
Se qualcuno non trovasse il proprio nome sul calendario, se non sapesse quando festeggiare l’onomastico o a quale santo far riferimento, la festa del 1° novembre è l’occasione giusta.
Ognissanti è un’espressione rituale cristiana per invocare tutti i santi e martiri del Paradiso, noti o ignoti che siano. La festa di tutti i Santi antichi e moderni ed ha origini molto lontane nel tempo e caratteristiche diverse da Paese a Paese. Le origini della ricorrenza si trovano nelle tradizioni dei celti che festeggiavano la fine dell’estate. A sera tutti i focolari venivano spenti e riaccesi dal “sacro falò” curato dai i sacerdoti. Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva all’anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva la terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.
Poiché i Celti non temevano i propri morti, anzi aspettavano di riceverli in visita, per loro lasciavano del cibo sulla tavola in segno di accoglienza, di benvenuto. Usanza rimasta ancora in qualche casolare di campagna dove la notte tra l’1 e il 2 novembre si prepara la minestra di castagne.
Le commemorazioni dei martiri, comuni a diverse Chiese, cominciarono ad esser celebrate nel IV secolo. Le prime tracce di una celebrazione generale sono attestate ad Antiochia, e fanno riferimento alla domenica successiva alla Pentecoste. La data di svolgimento della festività fu spostata al 1º novembre per farla coincidere con il Samhain, l’antica festa celtica del nuovo anno, a seguito di richieste provenienti in tal senso dal mondo monastico irlandese. In Brasile la città di Bahia de todos os Santos, si chiama così perché il portoghese Pedro Álvares Cabral vi sbarcò nel 1500 il giorno 22 aprile, quando ancora si festeggiava la festa di tutti i Santi in primavera.
Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nell’esistenza di demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all’uomo. Secondo le tradizioni celtiche, nella notte di Samhain fate ed elfi erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini ed è in relazione a queste credenze che, oltre Oceano, il sentimento religioso si è trasformato in trick- or- treat, dolcetto o scherzetto, per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, passano di casa in casa cercando qualcosa di dolce da mangiare e disposti a fare uno scherzo in caso non trovino cibo (Dolcetto o scherzetto?).
In epoca romana, Samhain fu assimilata probabilmente all’equivalente celebrazione di Pomona, una festa del raccolto, cosicché uscì dai confini etnici del nord per svilupparsi in diverse varianti fino ad essere poi assorbita dal cristianesimo che tornò a marcare il rispetto per i defunti e attenzione alla vita oltre quella terrena. Fu Papa Bonifacio IV ad istituire la festa di tutti i santi il 13 maggio 610 e ogni anno, da allora in poi, in quello stesso giorno, venivano onorati i cristiani uccisi in nome della fede. Per oltre duecento anni le due festività procedettero affiancate, sino a che papa Gregorio III (731- 741) ne fece coincidere le date. Altri ritengono che sia stato Sant’Odilone di Cluny a spostare la celebrazione cattolica nel 1048 all’inizio di novembre al fine di detronizzare il culto di Samhain. Quell’anno la festa di tutti i Santi fu spostata dal 13 maggio al 1 novembre per dare ai cristiani l’opportunità di ricordare tutti i santi e, il giorno successivo, tutti i cristiani defunti. In inglese moderno è Halloween da All Hallows Eve la vigilia appunto della festa.
Anche negli Stati Uniti, dove Halloween è oggi festeggiato con gran dispendio economico, un tempo la festa era di carattere religioso e trascorsa nelle famiglie rispettando le tradizioni del Paese di provenienza degli immigrati e la fede personale.
Le cose iniziarono a mutare in epoca vittoriana quando le classi superiori della società si impadronirono della festa, organizzando feste, soprattutto a scopo benefico, la notte del 31 ottobre. Era necessario eliminare i collegamenti con la morte ed amplificare i giochi e la parte scherzosa della festa che con l’aumento del potere economico vide la produzione di dolci, costumi giochi poi cene, feste e intere vetrine allestite con prodotti, legati unicamente a questa occasione. Prende in questo periodo la connotazione di “notte degli scherzi” o “notte del diavolo”, durante la quale ci si abbandonava all’anarchia ed erano ricorrenti gli atti di vandalismo. Si racconta anche di un ragazzo, “Jack”, che compiva atti malvagi sulla terra e più di una volta aveva fatto gli scherzi al diavolo, così, quando morì, diventò un fantasma che vaga con una lanterna ricavata da una zucca illuminata, Jack o’ lantern.

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Elia Finzi |

Tunisi 1923-2012
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