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 690 - I PROBLEMI DEI TERREMOTATI ABRUZZESI

RIFLESSIONI

Il periodo vacanziero è terminato, almeno per la maggior parte della gente, ed anche i politici riprendono la loro attività, ma i problemi dei terremotati abruzzesi non solo non sono andati in ferie e non si sono risolti, anzi si sono aggravati.

La situazione è tragica, tutti coloro che vivono ancora nelle tendopoli sono ormai sfiniti fisicamente e psicologicamente; sono rimasti soprattutto gli anziani perché i giovani hanno cercato altrove una sistemazione più agevole.

 I vecchi non sanno dove andare o spesso non vogliono, hanno paura, sono disorientati, hanno i loro problemi resi ancora più pesanti dal non avere più niente e dal vivere quotidianamente in uno stato di incertezza che certo non si addice alle loro invalidità ed impedimenti.

Nonostante l’installazione dei condizionatori nelle tendopoli, le alte temperature estive hanno reso impossibile la vita delle persone, non solo anziane. ma anche dei bambini piccoli, con grande preoccupazione dei genitori che hanno temuto per la salute dei loro figli.

Questa precaria situazione non è più sostenibile per le persone deboli ed indifese, come vecchi e bimbi in tenera età.

L’estate sta volgendo al termine e le insidie della stagione invernale sono alla porta, anche perché per la situazione geografica il freddo, in queste zone montane, arriva in anticipo.

Questa gente non ama più rilasciare interviste ai vari giornalisti che chiedono “come si sente?” o “che cosa prova?”; sono domande stupide perché la loro disperazione è talmente evidente e forte che preferiscono tacere, ormai vogliono solo risposte concrete e fatti, fatti che non si vedono, promesse da parte dei politici che “non si avverano”.

Dentro di loro albergano rabbia, risentimento e senso di ribellione.

Non certo è bastata loro l’idea “geniale” che Berlusconi abbia scelto L’Aquila per il G8, evento che è servito più alla sua persona che ai terremotati, infatti quali benefici abbia portato a questa terra devastata dal sisma non sono ancora noti perché non ce ne sono stati.

Anche le visite del Presidente del Consiglio o di altri esponenti del Governo non hanno certo migliorato le condizioni psicologiche e fisiche dei terremotati.

Sono stata a riposarmi nella zona abruzzese, quindi ho percepito realmente la tristezza e la paura di queste popolazioni; i paesi, a differenza degli altri anni, sono rimasti pressoché disabitati, la paura delle scosse telluriche è ancora impressa nella mente degli abitanti ed ha allontanato anche i villeggianti, i nativi di queste zone non hanno avuto il coraggio di tornare nelle loro case per trascorrervi qualche giorno di riposo.

La terra sembra tranquilla, almeno nel momento in cui scrivo, anche se l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia registra ancora scosse giornaliere di lieve entità.

L’Ospedale” San Salvatore” continua con tanta buona volontà da parte dei medici e degli operatori sanitari a visitare ed ad intervenire, lavorando nel capannoni allestiti tra mille difficoltà.

Qualche negozio ha rialzato le saracinesche per potere ritornare all’attività commerciale, situazione anche questa sempre più precaria.

Si vive alla giornata, non si possono fare progetti, mancano punti di riferimento importanti: la casa, il lavoro, la scuola e la sanità.

Molte persone hanno perso il lavoro per la chiusura di molte fabbriche o per la riduzione di personale in alcune aziende, anche chi gestiva in proprio un’attività tenta di riaprirla tra mille difficoltà.

Molti volontari sono venuti sia da Roma, da Padova, da Trento, da Firenze e sono ancora presenti prestando il loro prezioso aiuto in diversi settori: illuminazioni, ripristino della rete fognaria, riallaccio dei tubi del gas e transito telefonico.

Le scuole si riaprono puntualmente, ma gli alunni sono pochissimi, considerando poi che la Casa dello studente ed il Conservatorio di musica sono andati completamente distrutti.

Le lezioni e le prove degli studenti del Conservatorio avvengono in un capannone e si cerca di “tenere in vita” quello che con tanta fatica era stato creato.

La burocrazia italiana, assurda nei suoi mille cavilli, rallenta ogni operazione di ricostruzione, non consentendo ancora di dare in appalto i lavori, mentre migliaia di sfollati non potranno rientrare nelle loro case, rese sì inagibili, ma che con esigui lavori permetterebbero loro di rientrarvi ed affrontare l’inverno con più serenità e minori disagi.

Anche i finanziamenti si fanno attendere e non esiste un programma politico che accenni ai tempi ed ai modi per la ricostruzione del centro storico de L’Aquila.

Anzi le notizie che sono riportate nel mensile della CGIL “LiberEtà” – giugno 2009 – pag. 92 destano una grande preoccupazione.

“Mai in tutta la storia della nostra Repubblica è stato negato ai cittadini il risarcimento integrale dei guasti dei terremoti, per la prima casa. Ma questa regola, sempre rispettata (come, ad esempio, nel Friuli e in Umbria), non vale per l’Abruzzo. Da un primo esame del D.L. n. 39 saltano agli occhi queste particolarità: all’art. 3 non si parla di una cifra specifica, ma nella relazione tecnica allegata si indica la somma di 150.000 euro quale tetto massimo spettante ai singoli cittadini per la prima casa. Orbene, la cifra che sarà poi effettivamente riconosciuta a ciascuno degli avanti diritto, per un terzo dovrà essere coperta con un mutuo a tasso agevolato a carico del cittadino, e per un altro terzo dovrà essere anticipata, sempre dal cittadino, che potrà recuperarlo nell’arco di 22 anni non pagando le imposte, mentre lo Stato interviene con denaro liquido solo per l’ultimo terzo”.

Se non ci saranno modifiche al suddetto articolo, la situazione è e rimarrà assai preoccupante e discriminatoria.

Un governo che si rispetti dovrebbe essere pronto a risolvere al più presto situazioni di emergenza in minor tempo possibile, senza sprechi di ingenti somme, stroncando fin dall’inizio ogni tentativo di truffa e di corruzione, ma questo proponimento resta una speranza o una mera illusione.

In Italia ogni dopo-terremoto è tristemente noto per i suoi indecorosi avvenimenti politici, sociali ed economici, che ogni volta si ripetono con la vergognosa considerazione che il passato non insegna nulla, non fa riflettere e non risveglia le coscienze.

                                                                          

Adriana Capriotti

 

 

Puntellamento per la messa in sicurezza dei fabbricati (foto – E. Nardi)

 

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