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 679 - INTERVISTA ALL’AMBASCIATORE

INTERVISTA ALL’AMBASCIATORE D’ITALIA IN TUNISIA, ANTONIO D’ANDRIA

D. Nel Suo messaggio di auguri per il 2009, Lei si é detto fiducioso sulla tenuta dell’economia tunisina e sull’ulteriore sviluppo delle relazioni economiche tra l’Italia e la Tunisia nonostante la recessione mondiale. Due mesi dopo, può confermare queste valutazioni?

 

R. I dati statistici appena apparsi sull’evoluzione del commercio estero a dicembre e gennaio indicano che purtroppo anche in Tunisia la crisi mondiale sta avendo un’impatto negativo. Ma confermo il convincimento che nel corso dell’anno il flusso di nuovi investimenti italiani ed europei potrà bilanciare l’inevitabile riduzione congiunturale della produzione per molte delle imprese quì operanti. Il Governo Tunisino ha adottato con tempestività misure di sostegno per le imprese esportatrici ed anche da parte nostra prosegue l’impegno per rafforzare ulteriormente le relazioni industriali e commerciali tra i nostri due Paesi. Credo che le difficoltà del momento debbano costituire un’ulteriore impulso per indurre le imprese italiane già quì operanti a superare una tradizione di individualismo e cogliere la necessità di un’azione meglio concertata per far valere nei confronti delle istituzioni tunisine ed italiane le loro istanze.

 

D. In questo quadro, quale può essere il ruolo della Camera di Commercio Tuniso-Italiana, cui questo giornale ha dedicato spesso attenzione?

Dopo sette mesi é stato convocato il Consiglio d’Amministrazione: é stato presentato un ambizioso piano di rilancio per il 2009 e seguenti ed è stata confermata la volontà di convocare al più presto la riunione delle assemblee generali ordinaria e straordinaria, le quali dovrebbero eleggere il prossimo Consiglio d’Amministrazione.

Per attuare questo piano e soprattutto per ottenere l’adesione della maggior parte degli operatori italiani (più di 700) presenti nel paese, (solo 97 attualmente membri), non crede opportuno dare la massima diffusione, anche tramite il giornale, di tale piano in modo da indurre i predetti operatori  a partecipare ad un preliminare, costruttivo ed intenso  dibattito mirante a favorire il successo e facilitare il compito del prossimo consiglio di amministrazione?

 

R. Spetta naturalmente alla Camera di Commercio, nella sua autonomia, valutare le modalità più appropriate per far conoscere i propri obiettivi di rilancio e riorganizzazione. Ma desidero sottolineare che attribuisco grande rilievo al ruolo che la Camera può svolgere in questo Paese, in sintonia con la sua gloriosa tradizione e con l’obiettivo di riconquistare un ruolo di rappresentatività ed influenza comparabile a quello delle altre Camere di Commercio miste operanti in Tunisia.

Ho avuto più volte occasione di discuterne con il Presidente, i singoli membri del Consiglio di Amministrazione ed il Segretario Generale ed esporre il mio punto di vista e i miei auspici, che mi sembrano largamente ripresi nel piano di rilancio ora presentato e che riprendono del resto le indicazioni fornite dal Sottosegretario italiano al Commercio Estero, Adolfo URSO, in occasione della sua visita a Tunisi a fine ottobre scorso.

Muovo dalla constatazione che le Camere di Commercio all’estero sono associazioni private di diritto locale, che ricevono un modesto contributo dal Governo Italiano per la realizzazione di specifiche iniziative e che devono il loro maggiore o minore successo alla capacità di interpretare le priorità e le esigenze del territorio in cui operano.

In Tunisia, le norme locali e lo statuto impongono una struttura pienamente bilanciata fra esponenti italiani e tunisini: può essere un’elemento di grande forza ed autorevolezza, se opportunamente valorizzato puntando ad acquisire il massimo di rappresentatività sia dal lato tunisino che da quello italiano.

Dal lato tunisino, mi sembra importante stimolare una partecipazione attiva delle imprese più direttamente interessate al partenariato commerciale ed industriale con l’Italia, sensibilizzando a tal fine le grandi associazioni imprenditoriali – UTICA e UTAP- e le Camere di Commercio tunisine affinchè colgano l’utilità di un rafforzamento della presenza imprenditoriale tunisina nella Camera di Commercio mista.

Ma anche dal lato italiano, in una realtà come quella tunisina che ospita un numero così consistente di imprese italiane ormai solidamente installate, mi sembra essenziale valorizzare al massimo la natura associativa della Camera, che può e deve essere considerata come il naturale punto di riferimento e di aggregazione per gli imprenditori quì operanti, che cominciano a percepire chiaramente l’importanza di un foro di incontro e di discussione per analizzare insieme i problemi comuni e poterli  rappresentare in modo coordinato ed autorevole agli interlocutori istituzionali tunisini ed italiani.

Sia le Autorità Tunisine che quelle Italiane hanno sempre mostrato di essere pronte a riconoscere alla Camera questo ruolo di rappresentanza degli interessi della business community italo-tunisina, e non sempre la Camera ha potuto rispondere pienamente a questa attesa: spetta alla imprenditoria interessata allo sviluppo delle relazioni economiche bilaterali cogliere questa sfida attraverso una partecipazione attiva alla vita della Camera.

Il mio auspicio é dunque che gli imprenditori italiani quì stabiliti colgano questa opportunità, iscrivendosi in massa alla Camera e assicurando massima rappresentatività al Consiglio di Amministrazione che sarà rinnovato fra qualche mese. Il successo o l’insuccesso della Camera dipende da loro, spetta a loro indicare quali siano i servizi che la Camera é chiamata ad offrire ma soprattutto spetta a loro animare con la loro partecipazione i comitati e gruppi di lavoro che dovranno far emergere le istanze della business community  nei confronti delle istituzioni tunisine ed italiane.

Ho chiesto all’amico Presidente della Camera Laroussi BAYOUDH di farsi interprete di analoga sollecitazione presso le Istituzioni rappresentative dell’imprenditoria tunisina, e confido nel suo personale impegno affinchè il rinnovo del Consiglio di Amministrazione possa essere anche dal lato tunisino l’occasione per un grande rilancio.

 

D. Cosa pensa del progetto di creare in seno ed in collaborazione con la Società Italiana di Assistenza un ufficio di rappresentanza con uno dei più importanti organismi nazionali italiani che dovrà svolgere un proficuo servizio di patronato per i cittadini italiani e binazionali qui residenti ?

 

R. Mi sembra un’ottima iniziativa, che ho personalmente incoraggiato . Risponde ad un’esigenza che diventerà sempre più avvertita nei prossimi anni ed é un’occasione per offrire ad un’antica istituzione come la SIA l’opportunità di aggiungere alla sua missione originaria una nuova significativa componente.

 

D.  Altre sono le associazioni tuttora operanti nel Paese, alcune di secolare presenza, ma attualmente con attività molto riservate. Cosa crede ed in quale modo potrebbe rinascere il Comites o una consulta nella quale potrebbero essere dibattuti e discussi in modo organico e sinergico le attività e le questioni varie agevolando e sviluppando nel modo più armonioso la partecipazione ed evitando o riducendo la concomitanza di manifestazioni similari , riducendone l’impatto e talvolta il successo?

 

R. E’ attualmente all’esame del Parlamento Italiano un provvedimento che proroga fino alla fine del 2010 gli attuali COMITES, rinviando conseguentemente le nuove elezioni che potrebbero questa volta interessare anche Tunisi. Sono naturalmente pienamente disponibile, nel frattempo, ad esaminare eventuali proposte di attivazione di un’organo consultivo, nelle forme e con le procedure previste dalle leggi italiane.

 

D. Dulcis in fundo, cosa pensa della presenza e del lavoro svolto dalla nostra testata? Crede opportuno ed utile   il proseguo della sua pubblicazione eventualmente tornando al ritmo settimanale come ai tempi della sua fondazione (tra il 1956 ed il 1964 stampavamo tra le 15/20000 copie)?

Continuando il ricambio generazionale e strutturale della nuova presenza italiana nel  paese, quale é il modo migliore per rafforzare e ottimizzare la nostra collaborazione con le istituzioni e le associazioni?

La nostra campagna abbonamenti 2009 risulta molto positiva (moltissimi i nuovi abbonati in città e da tutte le regioni della Tunisia), il nostro sito web é molto cliccato e ne stiamo studiando il potenziamento, numerosi sono infatti gli interrogativi e le manifestazioni di interesse che ci pervengono riguardo ai dibattitti su argomenti vari, come avrà visto da quanto pubblicato in questi ultimi tempi.

 

R. Ho già avuto più volte occasione di esprimere tutto il mio apprezzamento per la qualità della vostra testata e mi auguro vivamente che possa rafforzarsi ulteriormente, tenendo conto anche delle modificazioni intervenute nel bacino dei lettori potenzialmente interessati.

Sarebbe in questo quadro certamente poco opportuno che sorgessero nuove separate iniziative editoriali, mentre riterrei di grande interesse studiare la possibilità di sinergieche valgano a rafforzare la testata. Termino dunque io con una domanda: come il Corriere di Tunisi valuterebbe l’ipotesi di un’inserto mensile curato dalla C.T.I.C.I. e, a cadenza alternata, di un altro inserto mensile curato dall’Istituto Italiano di Cultura ?

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Non solo confermiamo la nostra totale ed entusiasta disponibilità ma ci permettiamo di ricordare tutte le nostre iniziative (sin dalla fondazione della testata), non per ultime la pubblicazione degli inserti "Mediterranews" (CTICI), il numero speciale 48bis ecc...

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