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Cultura
674 - PREMIO MATILDE DI CANOSSA 2008 |
“Tutto quanto io posso cantare di una donna sì grande è sempre meno di quanto ella meriterebbe; sappiate che può essere solo ammirata”. Donizone Vita Mathildis (II, 14-16) |
Il 26 settembre è stato assegnato, nella meravigliosa cornice del Castello di Bianello a Quattrocastella, in provincia di Reggio Emilia, il premio “Matilde di Canossa”, prestigioso riconoscimento riservato ad una donna distintasi, in Europa, per il proprio impegno in campo politico, sociale, culturale, economico, artistico. Quest’anno la “sfida” è stata vinta da Maria Nowak, economista francese di origine polacca, conosciuta come “la banchiera dei poveri” , creatrice (prima in Africa ed est Europa, successivamente in Francia) di progetti di microcredito e finanziamento alle persone meno abbienti. A Parigi, Maria Nowak, autrice del libro “Non si presta solo ai ricchi. La rivoluzione del microcredito”, che vanta una introduzione firmata dal premio Nobel Muhammad Yunus (fondatore in Bangladesh della Grameen Bank, una delle istituzioni-modello delle micro finanza) ha creato l’Adie - Associazione per il diritto all’iniziativa economica- che si occupa di offrire un minimo capitale a soggetti esclusi dal mercato del lavoro e dal sistema di credito bancario, permettendo loro di dar vita ad una propria attività. Una strada radicalmente diversa dal vecchio modello europeo di welfare che si limita ad aiutare i più poveri mantenendoli, spesso per molti anni, talora per tutta la vita, in una condizione di passività che riduce solo in apparenza il danno sociale dell’emarginazione. Maria Nowak è convinta, invece, che anche piccole cifre, tra i due e i cinquemila euro, possano far ripartire la vita di una persona o di una famiglia europea, stimolando l’iniziativa e restituendo loro l’indipendenza. “Gli inizi sono stati duri, non avevamo né clienti né soldi da prestare. Poi, dopo una fase pilota, i clienti sono arrivati grazie al passaparola e le banche hanno accettato di aiutarci. Oggi contribuiamo a far nascere seimila nuove imprese all’anno, abbiamo 12 mila clienti attivi e un tasso di restituzione del 96%. Ci sono molti progetti che meriterebbero di essere sostenuti, ma non riusciamo ad aiutare tutti coloro che si rivolgono a noi, non tanto e non solo per mancanza di fondi, quanto per mancanza di persone che possano affiancare i neo-imprenditori nei molti, complessi passaggi che creare un’attività comporta” afferma l’economista. Fiducia e speranza sono diventate le due parole chiave che i volontari della rete creata dalla Nowak cercano di trasmettere ai potenziali clienti, confidando nello spirito di iniziativa di ogni persona. La motivazione per la quale la giuria del premio, presieduta da Rita Levi Montalcini e composta dalla giornalista Natalia Aspesi, dalla Presidente di Confindustria Emilia Romagna Anna Maria Artoni, dal regista Gian Franco De Bosio e dal Prof. Paolo Golinelli dell’Università di Verona, ha scelto Maria Nowak si riassume perfettamente nella dichiarazione della presidente al momento del conferimento del premio: “Sono figure, queste, che ci fanno ritenere di essere ottimisti sul genere umano, ed in particolare su quello femminile. Maria Nowak ha il merito di aver dimostrato l’importanza del dare fiducia alle persone, del credere nelle loro qualità e creatività, e soprattutto nella loro dignità”. La cerimonia di assegnazione si è svolta nel castello in cui Matilde di Canossa fu nominata vicaria imperiale dall’imperatore Enrico V, ed è dedicato a questa figura storica straordinaria, incarnazione e simbolo della donna capace di ribellarsi con coraggio alle ingiustizie, alle convenzioni, ai pregiudizi dei poteri maschili del tempo e di imporsi sugli uomini più illustri della sua epoca per astuzia, lungimiranza e sensibilità culturale. Bellissima - la sua chioma fulva e il suo aspetto gentile fecero strage di cuori e alimentarono non poca letteratura - ma anche colta, intelligente e ardimentosa - la Gran Contessa ebbe un ruolo di protagonista, come poche donne hanno avuto, nella storia italiana. Resse per 40 anni uno Stato che si estendeva su buona parte del Nord e del centro Italia, ed il femminismo ante litteram sembra aver esordito proprio con lei, con la “Comitissa” che conquistò un ruolo chiave nelle vicende della storia. Fu, infatti, un’illuminata committente di chiese e cattedrali, di ospizi per poveri, contribuì in modo determinante a far sorgere l’Università di Bologna, ma si distinse principalmente come una regina delle trame intricate della scacchiera politica, quando, nella lotta per le investiture, spiccò per raffinata arte mediatrice promuovendo il famoso incontro, nel gelido inverno del 1077, tra il Papa Gregorio VII, ospite al Castello di Canossa ed il giovane imperatore Enrico IV, dopo un’attesa, da parte di quest’ultimo, di tre giorni e tre notti a piedi nudi sulla neve davanti al Castello per appianare la scomunica subita, risolvendo così una delle crisi più famose nella storia dei rapporti tra Impero e Chiesa. Erede di una grande dinastia feudale, Matilde ha compiuto, inoltre, scelte politiche che hanno contributo a segnare la fine di un’epoca e l’avvio della civiltà comunale, delle città e delle libertà individuali. Oggetto di agiografie ma anche bersaglio di calunnie, la figura della”Comitissa” appassiona da sempre gli storici soprattutto perché la sua personalità e le vicende della sua vita sono ancora in parte avvolte dal mistero.
Elena Benaglia
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