
Nuova Serie | :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: ::
|
Anni 2005/2006 | :: :: :: :: :: :: :: ::
|
Utilità | :: :: :: :: :: :: ::
|
|
|
Tempo Libero
672 - TUNISIA : SEJNANE UN MONDO DA SCOPRIRE |
Sulla strada sinuosa che va da Biserta a Tabarka, nel cuore della regione di Magod, si trova il villaggio di Sejnane |
In contrasto con il paesaggio spesso arido della Tunisia, questa zona é circondata da montagne e colline tappezzate da foreste e fiori mentre piccoli fiumi la irrorano. Durante l'inverno la neve puo' imbiancare questo magnifico paesaggio che per la sua ricchezza é stato scelto come Patrimonio Mondiale dall'UNESCO.
Nella parte settentrionale della regione, il mare Mediterraneo pescoso e immensamente blu bagna la costa a volte rocciosa a volte sabbiosa. Nelle località di Kef Abbad, Cap Serrat, Sidi el Mechreg e Capo Negro ci si puo' bagnare nell'acqua trasparente ed asciugare sulla sabbia fine, godendo di uno splendido panorama.
Vicino alla strada nazionale, alcune piste di terra argillosa, macchiando di rosso il paesaggio, portano alle vecchie cave di ferro, mentre da febbraio ad agosto, le cicogne riutilizzano gli stessi nidi degli anni precedenti per deporre le uova accantoal la graziosa stazione coloniale.
Le testimonianze storiche non sono rare. Qua e la', sulla sommità delle colline o nel cuore della foresta, riaffiorano grotte troglodite, ad uso funerario, scavate nella roccia, che sono state utilizzate come abitazione fino a pochi anni fa.
Nei piccoli villaggi la maggior parte della gente vive di modesti allevamenti ovini, magre culture di tabacco, ceci e spezie, tanto da farne la più povera regione della Tunisia.
Per questo motivo, già negli anni passati, gli uomini si trasferivano in città o altrove per cercare qualche modesto lavoro, mentre le donne si occupavano dei figli, del bestiame, della raccolta della legna e dell'acqua, della scarsa agricoltura, della filatura e della tessitura.
Guardiane della tradizione, le donne hanno imparato a modellare l'argilla ogni primavera per soddisfare i bisogni domestici e adornare le loro poverissime abitazioni.
La miseria, la qualità del terreno argilloso a portata di mano, la tradizione e la grande forza di queste donne hanno fatto diventare la produzione del vasellame una fonte di reddito. Le forme degli oggetti e le fantasie dei disegni vegono trasmesse da madre in figlia e hanno delle origini millenarie.
L'argilla, trovata nel territorio adiacente alle case, viene mescolata all'acqua trasportata con i muli o a piedi, non essendoci l'acqua corrente. Dopo essere lavorata e modellata senza l'ausilio di alcun mezzo meccanico, viene cotta all'aperto su un fuoco di sterpi ed escrementi di mucche mescolati alla paglia precedentemente fatti essiccare.
La decorazione viene fatta con tinte naturali minerali o vegetali: é un momento di relax dove le donne accovacciate su pelli di montone, bevono té e chiaccherando, disegnano forme tradizionali di solito geometriche nere, rosse e ocra su sfondo beige.
Sono i gesti di sempre nelle case povere e disadorne di sempre che il mondo che noi viviamo non ha ancora contaminato, ma che é alle loro porte.
Grazia Fontana

|
|

Il giornale | :: :: :: :: ::
|
Elia Finzi |

Tunisi 1923-2012
|
Numeri recenti | :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: ::
|
|