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In Tunisia
658 - TUNISIA – UNIONE EUROPEA |
Presentiamo una sintesi del rapporto presentato dalla direttrice del Ministero del Commercio tunisino in occasione dell’entrata in vigore dell’Accordo di libero scambio tra Tunisia e UE |
È terminato il periodo di smantellamento delle tariffe doganali
La Tunisia é entrata a tutti gli effetti, a partire dal 1° gennaio 2008, nella zona di libero scambio con l’Europa, mettendo così fine ad un lungo periodo transitorio di smantellamento delle tariffe con l’Europa durato dodici anni e caratterizzato da un’attiva politica di sostegno a livello macro economico e da un sistema di riforme multi settoriale. Questo lungo periodo transitorio (nel 1995 era stato firmato dell’Accordo di Associazione tra Tunisia e Unione Europea ) ha consentito la messa in atto di un processo di smantellamento tariffario progressivo che ha consentito di gestire gli effetti potenziali sugli scambi generati dall’ apertura commerciale con l’Europa, scongiurando gravi choc all’economia tunisina. Durante il perido transitorio la Tunisia non ha dovuto ricorrere a misure di protezionismo, peraltro previste nell’Accordo, e l’industria tunisina ha reagito alla nuova sfida divenendo piu’ aggressiva e competitiva. Grazie agli sforzi compiuti negli ultimi anni, oggi la Tunisia occupa il primo posto nella regione del Maghreb in termini di migliori performance ottenute a livello macro economico come dimostra il recente Rapporto Mondiale sulla competitività 2007-2008 presentato al Forum di Davos : il Paese é al 1° posto nel Maghreb e in Africa, 3° nel mondo arabo, e 32° a livello mondiale su un totale di 131 Paesi. Il rapporto 2007-2008 della Banca Mondiale posiziona la Tunisia all’87° posto su un totale di 180 Paesi per quanto riguarda il clima degli affari,mentre l’ONG Transparency International colloca la Tunisia al 51° posto nella classifica relativa alla percezione della corruzione e infine il rapporto del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo la colloca all’87° posto per quanto riguarda l’indice di sviluppo umano. La piu’ importanti agenzie di valutazione internazionali, quali Standard and Poor’s, Moody’s, Fitch et Rating and Investment Information giudicano debole il rischio di insolvenza del debito estero della Tunisia. Primo Paese della sponda sud del Mediterraneo ad aver superato le diverse tappe necessarie per la realizzazione di una zona di libero scambio con l’Europa dei prodotti industriali, la Tunisia si é servita di importanti programmi di sostegno, quali il programma nazionale di “mise à niveau” industriale al quale hanno aderito 3.470 imprese, il Programma di Ammodernamento Industriale (PMI) e il Fondo di Accesso ai Mercati Esteriori (FAMEX). Le riforme hanno coinvolto tutti i settori di attività economico e sociale e si sono concretizzate nella liberalizzazione progressiva dei commerci interni ed esteri, nella riforma fiscale, nella promozione delle reti di comunicazione e delle nuove tecnologie, nella modernizzazione di porti ed aeroporti. Senza dimenticare le riforme introdotte nel settore bancario, dell’insegnamento superiore, l’istruzione, la formazione professionale e i trasporti e la creazione di centri d’affari a livello regionale. La Tunisia é oggi dotata di un’infrastruttura moderna e di un’efficiente rete autostradale. L’accordo di associazione con l’Europa ha avuto un impatto positivo sull’economia del Paese e ha stimolato l’aumento di competitività delle imprese dando una spinta agli scambi commerciali tra Tunisia e Unione Europea, che rimane il primo partner commerciale del Paese. La stessa composizione delle esportazioni tunisine verso il mercato europeo si é diversificata, in particolare é stato registrato un aumento delle esportazioni dell’industria meccanica ed elettrica dal 12,7 % nel 1996 al 24,1% nel 2006. Un altro indicatore significativo, la bilancia commerciale tunisina, strutturalmente deficitaria, é divenuta eccedentaria con i principali partners commerciali europei. Le esportazioni verso l’Unione Europea hanno registrato un aumento annuale medio del 10% dal 1996 al 2006, mentre le importazioni sono aumentate in maniera minore, del 7,5 % e ciò ha influito positivamente sull’equilibrio della bilancia commerciale. L’intero processo di riforme che ha caratterizzato il periodo transitorio é stato reso possibile grazie anche ad un sostegno europeo multisettoriale (cooperazione a livello politico, economico, culturale, tecnico, finanziario e nella ricerca scientifica). Il processo ha portato all’identificazione di quattro categorie di prodotti e fin dall’inizio é stato accelerato lo smantellamento tariffario di quei prodotti che non avevano dei similari fabbricati in Tunisia. Ecco che la prima categoria (12% delle importazioni) é stata quella delle materie prime e delle attrezzature. Questo ha consentito di ridurre i costi di approvvigionamento delle imprese, incrementandone allo stesso tempo le attività, ma anche favorendo gli investimenti diretti stranieri che sono aumentati di 960 milioni di dinari tra il 2002 e il 2005. E proprio gli investimenti diretti stranieri hanno registrato in questi ultimi anni un’evoluzione significativa , rappresentano oggi il 10% degli investimenti produttivi, generano un terzo delle esportazioni ed occupano un sesto della manodopera. Gli investimenti diretti stranieri sono quasi raddoppiati in cinque anni passando da un valore di 402,9 a 1.015 milioni di dinari tra il 2001 e il 2005, secondo i dati forniti dal Ministero dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale. Lo smantellamento tariffario si é quindi focalizzato per cinque anni su una seconda categoria di prodotti semilavorati e quindi su una terza categoria (dal 1996 al 2007) di prodotti aventi similari fabbricati in Tunisia e considerati competitivi, che hanno mantenuto solamente una tassa dell’1, 72%. La quarta lista (il 4,75% dei diritti di dogana), relativa ai prodotti industriali “sensibili”, é stata coinvolta nel processo di smantellamento tariffario a partire dal 2001 e la riforma é stata ultimata a fine 2007. Si tratta di prodotti semilavorati che hanno i loro equivalente nel Paese, semilavorati prodotti localmente ed in grado di far concorrenza ai prodotti europei, come il marmo, i prodotti per la pittura, le scarpe, le attrezzature meccaniche ed elettriche, i condizionatori, i frigoriferi e gli utensili per la cucina. Per quanto riguarda i prodotti agro-alimentari, lo smantellamento tariffario ha solamente interessato la componente industriale mentre quella agricola (una tassa del 10,43%) é stata mantenuta per consentire al settore industriale di essere piu’ competitivo. Fin dall’inizio, i prodotti agricoli giudicati “sensibili” sono stati di principio esclusi dal processo di smantellamneto tariffario. Infine é stata definita una lista negativa contenente i prodotti non interessati dallo smantellamento tariffario (paste alimentari, njogurt, tappeti, friperie). La prossima tappa di negoziati con l’Unione Europea, riguarderà la liberalizzazione degli scambi nell’agricoltura e nei servizi. Il processo di apertura della Tunisia ai mercati esteriori e l’ integrazione nell’economia mondiale ha comportato una riduzione del numero delle tasse doganali da 54 nel 1994 alle 11 attuali, ma ha anche determinato un abbassamento dei tassi massimali. Di conseguenza, la Tunisia ha avviato, a partire dall’entrata in vigore dell’Accordo di Associazione, un processo di diminuzione progressiva delle tasse doganali al fine di armonizzarle e avvicinarle alle esenzioni di cui beneficia l’Unione Europea. La Tunisia, ambiziosa di accelerare il suo tasso di crescita, intende allo stesso tempo trarre benefici dagli accordi di libero scambio conclusi a livello bilaterale (Marocco, Giordania e Turchia) e sul piano regionale e multilaterale con i Paesi del mondo arabo (la grande zona araba di libero scambio), con l’associazione europea di libero scambio (Norvegia, Svizzera ed Islanda) e con i paesi firmatari dell’accordo di Agadir (Marocco, Egitto, Giordania). Al termine di tale processo, la Tunisia avrà concluso una serie di accordi di libero scambio nel rispetto della Dichiarazione di Barcellona che prevede l’instaurazione di una zona di libero scambio Euro-mediterranea nel 2010.
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Elia Finzi |

Tunisi 1923-2012
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