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Anni 2005/2006 | :: :: :: :: :: :: :: ::
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Dossier
645 – Dossier - Bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi (Nizza 1807-Caprera 1882) |
Una giornata alla Università della Manuba dedicata alla figura di Giuseppe Garibaldi si è svolta con il concorso dell’Istituto Italiano di Cultura il 4 aprile, in presenza di una folta schiera di studenti ed insegnanti. |
Tre sono stati gli interventi : Aldo Ricci, nella sua interessante e documentata relazione, ha ricostruito l’itinerario garibaldino avvalendosi di una serie di documenti d’archivio di cui riproduciamo alcune foto tra le più significative, Silvia Finzi ha cercato di esporre quali furono i contatti tra profughi mazziniani e i due viaggi di Garibaldi : il primo all’indomani del suo esilio forzato dopo il fallimento dell’insurrezione di Genova del 1834 per Marsiglia, da cui s’imbarca in un vascello del Bey di Tunisi e presso il quale lavorerà per alcuni mesi sotto lo pseudonimo di Giuseppe Pane. Sarà ospite del suo fedelissimo amico Gaetano Fedriani, capo storico insieme a Leonilda Morpurgo del Comitato Mazziniano in Tunisia. Da Tunisi riprenderà la via del mare, sia perché il quieto vivere tunisino non si confaceva al suo desiderio d’azione, sia perché la sua movimentata vita amorosa rischiava di metterlo in serie difficoltà. Con questa sua partenza da Tunisi, inizia il suo periplo in Sud America che gli varrà la denominazione di « Eroe dei due mondi ». Dopo la caduta della Repubblica Romana farà un tentativo di ritorno a Tunisi ma come lo dice nelle sue Memorie « La mia speranza su migliori destini del mio paese-mi faceva preferire un luogo vicino. A Tunisi trovavasi un Castelli di Nizza, amico mio d’infanzia - ed un Fedriani amicissimo mio dal ’34 - e compagno della mia prima proscrizione. M’imbarcai dunque per Tunisi sul vapore da guerra Tripoli. Ma a Tunisi il Governo, subordinato alle aspirazioni della Francia - non mi volle - e fui trasportato indietro e depositato nell’isola della Maddalena- ove stetti una ventina di giorni». Il suo peregrinare lo porterà poi da Tangeri al Nord America. Il rifiuto dello sbarco di Garibaldi a Tunisi nel ’49 provocherà una forte emozione nella collettività italiana residente in Tunisia, ormai acquisita per la maggior parte di essa, all’ideale mazziniano e repubblicano. Malgrado le prese di posizione contro Garibaldi dei vari agenti consolari rappresentanti gli stati italiani quale il Regno delle Due Sicilie, Il Piemonte ed il Granducato di Toscana, gli italiani di Tunisi si riunirono per protestare contro questa misura punitiva che già era premessa di un controllo politico della Francia sulla Tunisia dopo l’avvenuta colonizzazione della vicina Algeria.
Infine Ciro Oliviero Gravier nella sua relazione « Garibaldi fu ferito » ci ha permesso di ricostruire questo tragico momento in cui colui che rappresentava nell’immaginario collettivo l’eroe ed il combattente dell’Unità italiana viene ferito sull’altopiano dell’Aspromonte dall’esercito regolare italiano. « Terribile fu per questo momento - dice Garibaldi - Gettato nell’alternativa di deporre le armi come pecore - ò di macchiarmi di sangue fraterno ! Tale scrupolo non ebbero certamente i soldati della monarchia – ò, dirò meglio i capi che comandavano quei soldati. Che contassero per il mio orrore per la guerra civile ? Anche ciò è probabile- e realmente, essi marciavano su di noi con una fiducia che lo faceva supporre. Io ordinai che non si facesse fuoco- e tale ordine fu ubbidito…Vi fu che si fregò le mani al fausto, per lui, annunzio delle mie ferite- che si credettero mortali… Finalmente, dopo tredici mesi, cicatrizzò la mia ferita del piede destro- e sino al ’66- condussi vita inerte ed inutile».
Manifesto nel quale Garibaldi ricostruisce i combattimenti del 30 giugno. Roma, 1 luglio 1849.
Archivio di Stato di Perugia. Archivio Storico del Comune di Perugia. Leggi, circolari e regolamenti, reg. 11, n° 202
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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