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  In Tunisia
 641 - Inaugurata la via intitolata a Bettino Craxi ad Hammamet

 

Un momento di grande emozione ed una forte prova di amicizia tuniso-italiana

 

La decisione presa dal Presidente Ben Ali di intitolare una via al nome di Bettino Craxi ad Hammamet è stata accolta calorosamente e con molta riconoscenza dalla Famiglia Craxi e dai sostenitori dell’ex leader del Partito Socialista. Per questo la figlia Stefania, Presidente della Fondazione Craxi, ha voluto organizzare una conferenza stampa, il 19 gennaio, data dell’inaugurazione della via, per esprimere tutta la gratitudine della sua famiglia verso la Tunisia e il suo Presidente. La conferenza è stata poi seguita dalla cerimonia d’omaggio al cimitero e di quella dell’inaugurazione della via.

 

Conferenza stampa di Stefania Craxi

 

All’inizio dell’incontro con la stampa tunisina, tenutasi presso la sede dell’APEIME, Stefania ha dichiarato, visibilmente emozionata, che questo gesto da parte dalla Tunisia è “un onore che rimarrà segnato nei nostri cuori” aggiungendo che “nessuno si dimenticherà della generosità del Presidente Ben Ali e del popolo tunisino. Nessuno si dimenticherà che grazie a voi mio padre riposa in una terra amica, come lui considerava la Tunisia”.

Stefania ha poi ricordato che “Bettino Craxi non era straniero in Tunisia dove è stato accolto, alloggiato e protetto. Viveva in comunione con il popolo tunisino di cui ammirava l’umanità, la semplicità, l’attività intensa, la volontà di crescere e di diventare una grande nazione sempre più prospera e unita”. Da sua parte, lo stesso Craxi, conferma sua figlia, “ha riposto alla familiarità dei semplici cittadini con sentimenti di fraternità” spiegando ancora che “è grazie alla Tunisia, dal primo all’ultimo dai suoi cittadini, che Bettino non ha sofferto che della lontananza dalla sua patria durante l’esilio”.

Ricordando dopo, come è visto Craxi oggi in Italia, Stefania ha affermato, con dispiacere che, nonostante il trascorrere degli anni “le menzogne continuano a circolare e la verità trova difficoltà a venire alla luce del giorno”. Per questo la Fondazione Craxi “continuerà la sua battaglia per la verità con la stessa forza e determinazione del primo giorno”. In questo senso ha tenuto a ricordare alcune delle grandi azioni e meriti di suo padre come il suo ruolo nella costituzione dell’Europa politica, nella battaglia contro il comunismo e per la libertà dei prigionieri politici nei Paesi dell’Est. Ha fatto tanto per la questione palestinese, essendo amico di Yasser Arafat e convinto che non ci sarà mai un pace nel Medio-Oriente e nel Mediterraneo sino a quando non verrà riconosciuto al popolo palestinese il suo diritto alla libertà ed alla decisione del proprio destino. Bettino Craxi era, inoltre, amico di tutti i Paesi arabi e di tanti Paesi africani e, ancora, credeva molto nell’importanza di far rivivere il Mediterraneo; voleva crearne “un luogo di commercio e di scambio culturale e scientifico”. 

Stefania ha concluso il suo discorso sottolineando come  la Tunisia abbia compiuto un “gesto di grande nobiltà che spinge a sperare nella giustizia e nella verità.”

Su una domanda del “Corriere” se c’è l’intenzione di dedicare una via a Bettino in Italia, precisamente a Roma o a Milano com’è stato detto in quest’ultimo periodo, la Presidente della Fondazione Craxi ha riposto che la questione è stata posta ma che trova sempre una opposizione da parte del centro sinistra. “E’ la stessa gente che ha provocato l’esilio di mio padre che oggi si oppone alla creazione di una via a suo nome” conferma Stefania aggiungendo che magari l’iniziativa della Tunisia “potrebbe contribuire a cambiare la situazione”. Ha tenuto comunque a ricordare che certe piccole città, come Grosseto, Valmontone,  hanno già dedicato una via a Craxi ma non le grandi città.

Su un’altra domanda della stampa tunisina, relativa ai prossimi progetti della Fondazione, Stefania ha risposto che si sta pensando di fare della casa di Craxi ad Hammamet un museo aperto con una biblioteca.

La Fondazione darà anche un dono all’orfanotrofio della città, in segno di riconoscenza.

 

Il 19 gennaio 2007, una giornata storica ad Hammamet

 

Cominciata con la conferenza stampa di Stefania Craxi la giornata del 19 gennaio ad Hammamet, è proseguita con la cerimonia di omaggio al cimitero poi quella dell’inaugurazione della via, svolte tutte entrambe in un clima di grande emozione.

Così una piccola città, come Hammamet, ha visto la sua via principale, vicino al Forte, riempirsi  di italiani, non solo quelli venuti dall’Italia ma anche molti di quelli residenti in Tunisia accorsi tutti per onorare la memoria di Bettino Craxi e partecipare all’inaugurazione di questa nuova via a lui dedicata che segna, ancora una volta, i forti legami che legano i due popoli amici.

Per una pura coincidenza, o combinazione del destino, la via è stata inaugurata un venerdì sacro dopo la grande preghiera dei musulmani come così fu sei anni fa nel giorno del funerale che avvenne, appunto, il venerdì pomeriggio 21 gennaio 2000. Forse il fatto non è così strano se ci si ricorda del rispetto che portava Craxi alla religione musulmana e ai musulmani. Forse è anche per questo è stato sepolto nel cimitero cristiano di fronte a quello musulmano.

Poco prima della cerimonia era già presente vicino la tomba un piccolo gruppo di persone che hanno voluto essere i primi a salutare l’ex leader del Partito Socialista Italiano. Avvicinati a loro per primi, abbiamo saputo che sono membri dell’Associazione “Giovine Italia” di Stefania Craxi e membri anche del Partito Rifondazione Socialista venuti appositamente dall’Italia per partecipare l’evento. Secondo Stefano Staggi, uno dei partecipanti, “questo gesto della Tunisia è degno di un governo rispettoso e forte che ha saputo riconoscere un grande uomo politico che lavorava per il consolidamento del Mediterraneo”.  Facendo poi allusione alla situazione in Italia Stefano, pensa come i suoi amici lì presenti, Cesare, Guido e Umberto, che nel loro Paese “c’è una cattiva coscienza perché malgrado il fatto che Bettino è stato sciolto dalle accuse mosse in tutti i processi  contro di lui, la sinistra italiana non ha ancora il coraggio di riconoscere di aver sbagliato”. Così entusiasti e forti delle loro convinzioni continuano a sbandierare la loro bandiera, che porta la firma di Craxi, come segno di omaggio e di proseguimento nell’azione della sua corrente riformista della sinistra.

Un po’ per volta è poi arrivata la gente sino a creare una grande folla introno alla tomba decorata con molti fiori. I fotografi si fanno avanti, facendo confusione, per prendere la foto della famiglia Craxi che si avvicina alla tomba. Bobo, emozionato, che si forzava di trattenere le lacrime, era accompagnato dalla moglie e dal figlio. Vicino a lui la sorella Stefania e la madre. Un momento di silenzio, di meditazione e soprattutto di ricordo che fu interrotto dal gesto di una persona che gli presentava il mazzo di fiori mandato dal Presidente Ben Ali. Tutti e due, in un gesto di fraternità, l’hanno posto sulla tomba accanto agli altri mazzi.

Poi si va in direzione Hammamet Sud dove c’è la via dedicata a Craxi. Lì un’altra folla aspetta l’arrivo del Ministro dell’Interno tunisino, Rafiq Belhaj Kacem, accompagnato dal Governatore di Nabeul, Mohamed Lamine El Abed, per l’inaugurazione assieme alla famiglia di Bettino.

E’ stato un momento di forte emozione e gioia quando è stato tolto il piccolo drappo dal pannello che portava il nome di Craxi. Da una parte e dall’altra si sentiva “Viva Craxi”, “Viva l’Italia”, “Grazie Ben Ali” e “Grazie la Tunisia”. Poi ci si precipitava per fare la “foto ricordo” di fronte al pannello per riportare un domani alla memoria questa giornata indimenticabile!

Bobo Craxi, quanto a lui, vedeva la via “particolarmente bella e luminosa come l’amicizia tra i due Paesi”.

Adesso Hammamet porta per sempre il nome dell’uomo che aveva  riparato e accolto generosamente. Lì vicino, perpendicolare alla via Bettino, c’è la via Arafat, il suo amico. Una bella coincidenza! Amici nella vita, amici nella morte, riuniti in una terra accogliente, sempre aperta a tutti com’è stata ed è la Tunisia!

 

Hanene Zbiss       

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