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  Nel Mediterraneo-Maghreb
 637 - PREMIO MEDITERRANEO PER LA CULTURA

Il «Premio Mediterraneo per la cultura», alla sua prima edizione, promosso dalla Archigen s.r.l., scaturisce da un impegno forte: quello di promuovere e valorizzare, in un vasto raggio d’azione, la cultura siciliana e dell’area mediterranea in genere oggi, come per il passato, di un ‘importanza straordinaria nel panorama europeo

 La Sicilia e ed il  Mediterraneo sonno dentro l’Europa senza distinguersi da essa e tuttavia restando incontaminabili e specifici. Ciò scaturisce dal nostro essere nazione e non soltanto regione, dall’avere la Sicilia composto in unità originalissima tanti disparati ingredienti culturali ed etnici del Mediterraneo, di ciascuno conservando intatte le sue riconoscibili peculiarità. Consapevole della centralità dell'isola nell’area mediterranea, l’Archigen promuove il “Premio Mediterraneo per la cultura”,  assegnato, sabato 28 ottobre 2006, nel corso di una solenne manifestazione, a una personalità di prestigio che, con il complesso della sua opera, ha promosso la cultura dell’area del Mediterraneo, e un premio a un traduttore che, nella suddetta area, ha significativamente promosso la  cultura siciliana.

I premi sono stati assegnati da un'autorevole giuria internazionale costituita da:

Sarah Zappulla Muscarà (Presidente), Ordinaria di Letteratura Italiana, Università di Catania; Annamaria Andreoli, Ordinaria di Letteratura Italiana, Università di Potenza, Presidente del Vettoriale degli Italiani; Vicente Gonzcílez Martin, Ordinario di Letteratura Italiana, Università di Salamanca, Vicedirettore del quotidiano «La Sicilia»; Rawdha Zaouchi-Razgallah, Docente di Letteratura Italiana, Università di Cartagine (Tunisia); Enzo Zappulla, Presidente dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano.

Il premio allo scrittore è stato assegnato alla nota autrice siciliana Silvana Grasso che con i suoi romanzi ha cercato di cancellare l’immagine giullaresca della Sicilia, dando corpo a passioni aracaiche, politiche e sociali prima che letterarie. Tradotta in molti paesi del mondo, ha già ricevuto prestigiosi premi letterari. Il traduttore premiato è Joaquín Espinosa Carbonell, ordinario di filologia italiana presso l’Università di Valencia, autore di innumerevoli pubblicazioni in lingua spagnola anche su scrittori siciliani.

 

Di seguito un estratto dell'Intervento del membro della Giuria, Prof.sa Rawdha Zaouchi-Razgallah,  ISLT, Università 7 novembre a Cartagine.

 

Tunisia-Sicilia : Partenariato Modello di Saggezza e di Tolleranza

 

L’amicizia tuniso-italiana è la ragion d’essere delle relazioni che esistono tra la Tunisia e la Sicilia. Abbiamo sempre il piacere di ricordare quanto quest’amicizia sia radicata nella storia e come abbia superato i vincoli, per uscirne sempre più rafforzata.

Oggi più che ieri, il dialogo delle civiltà e l’edificazione d’una comunità mediterranea solidale e coerente, è un ruolo prioritario per i due paesi ed i due popoli vicini, che sono animati dai valori di libertà, di democrazia, di giustizia e di rispetto dei diritti dell’uomo. E’ evidente per ogni osservatore obiettivo, che i rapporti d’amicizia e di cooperazione tra la Tunisia e la Sicilia sono eccellenti e si sviluppano con un ritmo molto soddisfacente.

La Sicilia e la Tunisia sono terre bellissime, sia per gli aspetti naturali che per le affinità culturali, prettamente mediterranee, che le accomunano alle nazioni mediterranee. Se osserviamo attentamente la realtà odierna, ci si accorge che molte tradizioni tunisine sono simili a quelle siciliane e viceversa. Basti pensare che l’unica parte d’Italia dove si mangia cuscus è proprio la Sicilia, soprattutto il versante occidentale, in particolare a Palermo e dintorni. A meno della lingua (anche se il siciliano è ricco di parole arabe ed il tunisino è ricco di parole siciliane) e di alcuni aspetti religiosi, il sistema di vita e la cultura di fondo dei Tunisini e del sud dell’Italia, in particolare la Sicilia, si assomigliano molto; al punto tale che gli italiani, in Tunisia, quando qualche turista esterna la sua meraviglia nel constatare che il sistema di vita rientra nei canoni occidentali, gli rispondono che la cultura tunisina è tipicamente mediterranea, identificando in questo mare la comune “culla” in cui i due popoli sono cresciuti.

I rapporti economici e sociali hanno conosciuto uno slancio dinamico e forte ed hanno aperto nuove e grandi prospettive.

Prospettive che conosceranno certamente un nuovo sviluppo che metterebbe queste relazioni in sintonia con la realtà del mondo attuale in profondo cambiamento.

Raccogliere insieme le grandi sfide del futuro è il compito per il quale s’impegnano la Sicilia e la Tunisia.

L’università tunisina ha sempre messo la Sicilia ed i Siciliani al centro degli studi, perché la storia ci accomuna. Per quello che riguarda la mia università, legami profondi esistono attraverso convenzioni di lunga data. Abbiamo organizzato delle giornate di studi con la collaborazione dell’università di Catania e della Fondazione di Studi Pirandelliani che hanno trattato l’opera di Pirandello con la presenza dell’eminente critico Enzo Laureai, dei professori Enzo Zappulla e Sarah Zappulla Muscari, un’altra giornata di studi sull’opera di Pirandello Il Fù Maffia Pascal svolta nella sede della Fondazione Orestiadi «Casa Sicilia». Le tradizionali giornate di studi italiani nel mio Istituto Superiore di Lingue di Tunisi (Università 7 novembre a Cartagine) hanno visto l’interesse a diverse ricerche e relazioni sul dialetto siciliano, sulle memorie siciliane in Tunisia, sul linguaggio siciliano nella parlata tunisina, sulle forme di cooperazione tra la Tunisia e la Sicilia, sull’opera letteraria di Giuseppe Bonaviri, presentate dai colleghi tunisini, siciliani e stranieri (Francia, Spagna, Germania).

Per concludere questa mia relazione sugli scambi culturali con la Sicilia, vorrei insistere sul fatto che il popolo tunisino come quello siciliano è aperto ad ogni visita, ad ogni popolo amico e differente. Ciò è dovuto alla loro storia antica e moderna segnata dalle diverse civiltà che si sono impiantate nelle loro terre. Terre di mare, di quel mare Mediterraneo che unisce i popoli in un unico passato, un unico presente e che, speriamo, un unico futuro fatto di pace e di cooperazione.

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