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  Economia
 630 - Salone del Tessile e dell’Abbigliamento TEXMED 2006 - Tunisi, 14-16 giugno 2006

Il Centro Tunisino di Promozione delle Esportazioni – CEPEX – ha organizzato , dal 14 al 16 giugno 2006 presso il Parco delle Esposizioni del Kram a Tunisi, il Salone Euro-mediterraneo del Tessile e dell’Abbigliamento, con il concorso degli organismi tunisini specializzati nel settore tessile.

La Manifestazione è stata essenzialmente dedicata alla promozione degli scambi commerciali nella regione mediterranea e si è svolta simultaneamente al Forum di Cartagine e alla Conferenza Annuale sul Tessile e l’Abbigliamento (CATH). Al Salone hanno preso parte circa 200 operatori in rappresentanza di oltre 20 paesi. Tra essi molte imprese italiane e pugliesi in particolare, a sottolineare l’importanza di tale settore in Italia e la necessità di intensificare scambi e partnership con la Tunisia. In questi anni il sistema moda italiano è riuscito a mantenere un ruolo di leadership in alcune nicchie di mercato, focalizzandosi su alcuni dei segmenti più elevati del comparto. Tuttavia nel corso degli ultimi anni la competitività delle imprese italiane del settore moda è stata minata da alcuni mutamenti congiunturali e strutturali che stanno investendo l’intera economia mondiale, con pesanti ripercussioni in Europa, in Italia e nel Bacino del Mediterraneo. Va tuttavia osservato che tuttora esistono dei punti di forza riconosciuti a livello internazionale, quali lo stile e le tendenze, che possono essere ulteriormente consolidati, sfruttando i recenti sviluppi tecnologici nel campo dei tessuti. (fonte: IPI). Con specifico riferimento alla nutrita presenza di operatori pugliesi del settore è interessante notare come in tale regione esistano dei veri e propri poli storici di eccellenza.

L’area Barese, specializzata prevalentemente nella produzione di abbigliamento intimo e maglieria; l’area brindisina, attualmente in fase di sviluppo all’interno della fascia della provincia confinante con le province di Bari e Taranto. Il potenziale rappresentato è notevole ed in grado di generare ricadute positive in termini di reddito e occupazione. Altra area interessante, di recente sviluppo, è quella foggiana che ha ricevuto un forte impulso dalla Altra area di vera eccellenza è quella salentina in cui, storicamente, prevalgono la produzione di abbigliamento, calze, camicie, cravatte e cappelli. Ma, a rappresentare il vero punto di forza del sistema TAC Pugliese è l’area Jonica, in particolare il territorio di Martina Franca in cui si rileva la significativa presenza di oltre 300 imprese attualmente alle prese con significativi processi di riposizionamento strategico e consolidamento soprattutto sui mercati esteri. (fonte POR Puglia). Di rilievo è da segnalare l’avvio, nel 2003, del Corso di Laurea Interfacoltà in Scienze e Tecnologie della Moda di Taranto, da parte dell’Università di Bari.

E la Tunisia? Come si pone in questo panorama? Il settore del tessile e dell’abbigliamento riveste una grande importanza per l’economia tunisina anche per l’impatto occupazionale che genera, con oltre 250.000 posti di lavoro. Le imprese attive nel settore sono circa 2.000, con una dimensione media di circa 100 addetti. Il settore è primo nell’industria anche per quanto riguarda le esportazioni, che con circa 2.600 milioni di USD rappresentano circa il 50% delle esportazioni manifatturiere. Il settore tessile e dell’abbigliamento contribuisce per circa il 5,9% alla formazione del PIL, per un impiego di circa il 50% della forza lavoro del settore manifatturiero. Il sotto-settore dell’abbigliamento genera mediamente un valore aggiunto di circa 880 milioni di USD, quasi triplo rispetto al tessile (308 milioni di USD), e ha occupato un numero di addetti quasi doppio (150 mila circa nell’abbigliamento contro 78 mila nel tessile). Le dinamiche del settore sono molto positive. La crescita ha conosciuto un ritmo molto elevato negli ultimi anni, con incrementi nell’ultimo decennio che hanno anche sfiorato il 10% (media del periodo 1992-96: 8%). Un considerevole progresso si è registrato durante gli anni ’80, in particolare nella confezione e nei tessuti in cotone, segnatamente nel Denim. Anche sul piano tecnologico la Tunisia risulta essere all’avanguardia; infatti, le nuove tecnologie di produzione hanno registrato uno sviluppo notevole. Il settore dell’abbigliamento è un comparto che, negli anni, è riuscito ad attrarre un fortissimo afflusso di capitali esteri. Le imprese tunisine del settore partecipate e/o controllate da investitori di paesi terzi – prevalentemente attraverso la costituzione di società miste – sono circa 850, su un totale di circa 2.000 imprese a controllo e/o a partecipazione estera. Nella confezione e nell’abbigliamento sono presenti circa 400 tra le principali imprese a livello mondiale. Secondo un recente censimento, le imprese a partecipazione di capitale italiano in Tunisia nel tessile/abbigliamento erano 198, e davano occupazione ad oltre 14.000 persone. Tra queste, le imprese più importanti che operano in Tunisia sono Ragno, Benetton, Marzotto, Lubiam, Miroglio, Vestebene. L’industria dell’abbigliamento si contraddistingue per l’esistenza di unità produttive di piccole – o anche piccolissime – dimensioni, le quali, se da un lato lasciano presagire significativi margini di miglioramento, dall’altro evidenziano scarse economia di scala. L’organizzazione all’interno delle imprese generalmente è comunque piuttosto buona, sebbene spesso ci si trovi davanti a carenze di personale dirigenziale, presumibilmente a causa della giovane tradizione del settore. Tali carenze vengono colmate con l’invio di personale proveniente dall’estero (ad es. dalla stessa impresa italiana); negli ultimi tempi si sono stabiliti in Tunisia molti tecnici provenienti da Paesi dell’Europa orientale (in particolare rumeni) che, vantando una buona esperienza nel settore, vengono utilizzati dalle imprese locali con funzioni di responsabilità (prevalentemente direttore di linea o di stabilimento), con richieste salariali che rimangono comunque piuttosto contenute. La Tunisia ha dimostrato di sapersi facilmente adattare alle esigenze della nuova congiuntura internazionale e di saper fronteggiare la concorrenza dei Paesi asiatici, soprattutto avvantaggiandosi del trasferimento tecnologico dei partner stranieri. Ciononostante, si registra ancora la necessità di una più spinta modernizzazione dei mezzi di produzione per il rafforzamento della competitività del settore. La Tunisia appare orientata da un lato a favorire gli investimenti esteri e la produzione per l’esportazione per far fronte alla concorrenza dei nuovi Paesi che entrano nel mercato europeo, dall’altro a rafforzare e consolidare l’industria locale che produce anche per il mercato interno. (Fonte: Bulletin de l’Agence de Promotion de l’Industrie, EIU) .

L’Italia è uno tra i primi clienti della produzione tunisina (4,4% delle esportazioni tunisine sono dirette all’Italia) ed uno dei principali fornitori della Tunisia (5,9% delle importazioni tunisine). Le importazioni italiane dalla Tunisia nel settore sono consistenti, mentre le esportazioni italiane verso la Tunisia ammontavano negli ultimi cinque anni ad una media di ca a 422 milioni di USD. L’interscambio commerciale italo-tunisino rispecchia la tendenza generale, con l’Italia che esporta prevalentemente tessuti e filati (circa 300 milioni di USD) ed importa quasi esclusivamente articoli di abbigliamento. (fonte: Map, PriceWatherhouse, ISRI).

Concludendo, il Tessile Abbigliamento costituisce un settore da ulteriormente incrementare e sviluppare, tra Tunisia ed Italia, per permetter di intensificare i già proficui rapporti esistenti tra i due Paesi.

 

Tommaso Cozzi

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