Cronaca
622 - Conferenza della “Cattedra Ben Ali per il Dialogo delle Civiltà” : “Sulle Tracce dei Fenici in Sardegna” |
La “Cattedra Ben Ali per il Dialogo delle Civiltà e delle Religioni” ha organizzato il 4 febbraio una conferenza sul tema “Sulle Tracce dei Fenici in Sardegna” tenuta dal Prof. Piero Bartoloni, all’Istituto Superiore delle Scienze Umane di Tunisi. |
In apertura il Prof. Mohamed Hassine Fantar ha presentato il professore italiano e la sua attività. Piero Bartoloni è Professore all’Università di Sassari specializzato negli studi Fenico-Punici; ha lavorato al Centro Nazionale di Ricerca poi all’Istituto di Studi Fenici e Punici di cui era il Direttore; ha insegnato in varie università italiane come quella di Urbino e quella di Cagliari prima di dirigere la Cattedra degli Studi Fenici e Punici alla Facoltà di Lettere dell’Università di Sassari; è membro del Comitato Nazionale per gli Studi e le Ricerche sulla civiltà Fenico-Punica presso il Ministero Italiano per i Beni e le Azioni Culturali e membro dell’Istituto Italiano per Africa e l’Oriente; ha intrapreso numerosi scavi in Sardegna, in particolare a Monte Sorai e a Sulcis; attualmente è capo della missione archeologica italiana a Zama (Tunisia) e, in tale veste, ha partecipato a molti seminari di Kerkouane al Cap Bon.
“Bertoloni è un amico della Tunisia da ormai 40 anni” così l’ha qualificato Fantar che ha colto questa occasione per ricordare l’atteggiamento della Tunisia verso il suo patrimonio culturale, comune con l’Italia, e al dialogo che riserva alle diverse civiltà.
Bertoloni ha iniziato la sua comunicazione con la presentazione della situazione dell’isola sarda prima dell’arrivo dei Fenici nel XVIII° Secolo a.C. L’isola era abitata da una popolazione che si chiamava “i Nuragici”. La denominazione proveniva da “nuraghe”, torre tronco-conica di pietra a base circolare costruita sovrapponendo grandi massi fra loro. L’interno della torre ha una struttura a tholos. La tholos, o falsa cupola, veniva edificata sovrapponendo file circolari di massi le une sulle altre, con i massi di una fila sporgenti leggermente verso l’interno rispetto a quelli della fila sottostante.
Il popolo che abitava queste torri era organizzato in tribù e le tribù in clan che vivevano in conflitto tra loro. Era un popolo essenzialmente composto da pastori erranti, e anche da agricoltori che coltivavano cereali.
Il loro primo contatto con i Fenici fu attraverso il commercio di metalli, come il bronzo e l’argento, e, soprattutto, di schiavi. Cominciò allora un primo periodo di pre-colonizzazione che si caratterizzava per la costruzione delle prime città dei Fenici in Sardegna che servivano come punti di sosta per i commercianti.
La più antica città è Sulky, fondata nel 770 a.C. , una città importante che commerciava con Tiro e con la Spagna.
Altre città sono state costruite dai Fenici come la città di Nora sul Golfo degli Angeli e la città di Bitia che si trova al Nord-Est di Capo Spartivento.
I lavori di scavo hanno dimostrato che le due popolazioni, quella fenicia e quella nuragica, sono co-esistite normalmente senza problemi. Ne testimoniano le stoviglie nuragiche usate nelle cucine feniche, le armi trovate, provenienti dalle due civiltà e persino l’uso dei vasi nuragici per contenere le ossa dei bambini fenici sacrificati agli Dei.
Bertoloni spiega questa integrazione con la necessità di fronte a cui si sono trovati i Fenici nell’inserirsi nella società nuragica per via del loro numero ridotto. Contrariamente ai Greci che annientavano le popolazioni colonizzate, i Fenici co-abitavano con loro in perfetta pace sociale.
La presenza fenicia in Sardegna si era concentrata soprattutto nelle città costiere del Sud-Ovest senza penetrare all’interno dell’isola.
Con la conquista cartaginese nel 510 a.C. iniziava un’altra epoca nei rapporti tra le popolazioni locali e i colonizzatori della Sardegna perché i Cartaginesi avevano distrutto molte città fenice e tanti villaggi nuragici.
Obiettivo di questa conquista, che è la prima di Cartagine fuori dal Nord Africa, era lo sfruttamento delle risorse minerarie e delle terre sarde coltivate a cereali.
La presenza cartaginese nell’isola di Sardegna è stata il tema di una seconda conferenza tenuta dallo stesso Bartoloni il 6 febbraio alla Facoltà di Lettere e delle Scienze Umane di Sousse.
Hanene Zbiss
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