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 616 - A Torino “Volontariato : Le Sfide per il Futuro” : Rilanciare la solidarietà sociale e coinvolgere di più il mondo giovanile

 

In questo contesto di globalizzazione economica e con la crescita dei conflitti etnico-religiosi, il volontariato, come azione gratuita di milioni di persone e affermazione dei valori della giustizia e della legalità, s’interroga oggi più che mai sul nuovo ruolo che deve giocare sulla scena nazionale e internazionale per continuare a sostenere e difendere i diritti dei più deboli.

Nuovi modi di procedimento da definire, nuove popolazioni sociali da coinvolgere nell’azione volontaria, nuovi obiettivi da stabilire e nuovi strumenti da adottare sono questi gli argomenti discussi  nel corso del convegno internazionale ”Volontariato : Le Sfide per il Futuro”, organizzato l’8 ottobre presso il Centro Congressi Museo dell’Automobile di Torino, da parte dell’Associazione “Idea Solidale Centro Servizi Volontariato” della Provincia di Torino in collaborazione con l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze (ANPAS), comitato regionale del Piemonte.

A questo convegno hanno assistito personalità del mondo politico regionale e nazionale, del mondo universitario e della società civile mettendo a confronto i loro punti di vista sul tema. Invitato di onore è stato il rappresentante dell’United Nations Volunteers, M. Carvalho.

E’ stato il Presidente di Idea Solidale, Luciano Dematteis, ad aprire i lavori con una serie di interrogazioni sul ruolo del volontariato oggi, la sua strumentalizzazione da parte dal mondo politico, la sua incapacità di risolvere i problemi della crescente violenza nel mondo, della povertà e della fame e la necessità di inventare nuovi modi di azione.

A dare una prima risposta a queste domande è stato Monsignor Giovanni Nervo, presidente onorario della Fondazione Zancan e membro della CARITAS, che ha fatto un importante   intervento in cui ha presentato il bilancio dello stato del Volontariato. Monsignor Nervo ha subito precisato che il mondo oggi sembra essere meno bisognoso dell’azione volontaria vista l’importanza del “terzo settore”, poi ha insistito sulla necessità di non confondere i due indirizzi e di delimitarne bene i limiti  di  entrambi : il “terzo settore” è una istituzione, mentre il volontariato deve essere indipendente da qualsiasi struttura amministrativa o civile. Bisogna preservare la sua identità come azione gratuita e volontaria, cioè libera, per assistere i più deboli nella società. Per questo Mons. Nervo avverte di non considerare volontariato l’azione del servizio civile così come l’ha voluto il ministro Giovanardi e di non condividere la strumentalizzazione dell’azione volontaria da parte degli enti locali per risparmiare sui costi.

Ha segnalato inoltre che la globalizzazione ha aumentato l’ingiustizia nel mondo e quindi il volontariato deve essere più che mai presente nella vita sociale, ma non solo, lo deve essere anche nella vita politica. Deve fare pressione sul mondo politico per cambiare la condizione umana ma senza essere organizzato sotto forma di partito. In breve, il volontariato deve essere libero di fronte alla politica ma deve agire fortemente sulle decisioni del potere e fare sentire la sua voce. Per questo ha richiamato ad una maggiore sensibilizzazione della comunità per partecipare alle azioni sociali e a coinvolgere di più i giovani, cioè la nuova generazione per garantire la continuità dell’azione volontaria e ancora, e soprattutto, ad aumentare lo sforzo di formazione.

Dello stesso avviso è stato il rappresentante dell’United Nations Volunteers, M. Carvalho, che ha ricordato come la globalizzazione abbia provocato l’aumento della povertà e la miseria nel mondo. Perciò è il compito del volontariato “rendere l’umanità all’uomo e riportarlo al centro dello sviluppo”. A suo giudizio la cooperazione allo sviluppo deve considerare l’azione volontaria come risorsa, per questo bisogna riorganizzarla in settori di attività e creare delle reti mondiali di volontariato.

Quanto a Luigi Bulleri, portavoce della Consulta Nazionale del Volontariato – Forum del Terzo Settore, ha fatto notare che il volontariato italiano è una grossa risorsa con le sue 20.000 associazioni sul territorio che prestano gratuitamente i loro servizi alla società. Questo patrimonio bisogna sfruttarlo meglio, nel senso che il volontariato deve unirsi e mobilitarsi per assumere un ruolo politico più forte.

Bulleri ha precisato che  il volontariato è di fronte a grandi sfide che richiedono l’identificazione di un progetto di sviluppo sociale che permetta la realizzazione e il controllo dei servizi offerti alla comunità, e la promozione della formazione. Il volontariato deve comunque mantenere la propria autonomia dal “terzo settore” e non limitarsi al contesto nazionale ma estendere la sua azione al contesto europeo per creare l’Europa sociale.

La  prima  parte  del convegno  svoltasi  sul  tema “Il Mondo  ha  ancora  bisogno  del Volontariato”  si   è  conclusa con  un  dibattito  con  i  diversi relatori.  Dematteis  ha  insistito sul fatto  che  il  volontariato non  deve  sostituire  il  servizio pubblico  ma  arricchirlo.  Bullero  ha  sottolineato la necessità di migliorare la qualità dell’azione volontaria. Carvalho ha indicato che bisogna promuovere lo sviluppo mondiale attraverso il volontariato coinvolgendo di più le multinazionali affinché assumano un ruolo sociale nei confronti della comunità.

La seconda parte della giornata, organizzata sul tema “Il Volontariato e il capitale sociale del territorio” e moderata dal giornalista e scrittore Bruno Gambarotta, ha visto soprattutto l’intervento degli assessori regionali e comunali alle politiche sociali e ai servizi sociali, esponenti del mondo del Volontariato e  di quello universitario. E’ stato Pier Luigi Sacco, professore ordinario di Politica Economica presso l’Università IUAV di Venezia, a intervenire per primo spiegando che il problema del volontariato oggi è soprattutto un problema di una società che sta cambiando e che cambia i suoi valori. Una società in crisi  per via della disoccupazione, dei problemi economici, della globalizzazione e dell’alienazione dei giovani. Di qui il suo suggerimento per la costruzione di un nuovo modello d’identità e l’invito a intraprendere una politica culturale per riavviare i valori della solidarietà sociale e del volontariato. Opinione condivisa da Giorgio Soro, professore ordinario di Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione, Università degli Studi di Torino, che suggerisce di organizzare per i giovani corsi di perfezionamento universitari al fine d’integrare il mondo del volontariato con la società civile e di offrire loro, da parte degli enti locali, borse di studio.

Dello stesso tenore gli altri  interventi anche se con alcuni distinguo.

Un convegno su una questione importante come quella del volontariato, questione che troppo spesso viene considerata, a torto, marginale in una società troppo chiusa nel suo egoismo.   Agli organizzatori il merito di averla portata giustamente in primo piano.

 

 

Luciano Dematteis, Presidente di Idea Solidale Centro Servizi: Vogliamo creare un volontariato che operi per la crescita della cittadinanza attiva.

 

* Perché la scelta del tema del volontariato ?

* Abbiamo scelto questo tema per il convegno perché abbiamo notato che il volontariato oggi sta andando in crisi visto che sono sempre meno i giovani coinvolti nelle azioni sociali, poi si sente il bisogno di creare un volontariato più preparato e più consapevole. Inoltre un altro obiettivo della manifestazione è quello di fare conoscere il modello del volontariato italiano visto che è diverso dal modello mondiale che opera attraverso le ONG. La nostra filosofia si basa sull’azione gratuita e vogliamo esportarla all’estero, cioè internazionalizzarla. (1)

* Quale volontariato si cerca di creare ?

* Si cerca di ridefinire e rilanciare l’azione volontaria. Il volontariato deve diventare un soggetto politico influente ma indipendente. Deve essere un elemento che agisce oltre che sulla situazione sociale anche su quella economica. Deve essere un soggetto attivo, inserito in tutti i campi che concernano la vita sociale della comunità. Vogliamo infine creare un volontariato che operi per la crescita della cittadinanza attiva.

* Come si pensa di coinvolgere il mondo giovanile nell’azione volontaria ?

* I giovani oggi non vogliono più sentire solo discorsi sul volontariato ma vogliono invece sentirsi utili, agire direttamente sul campo e quindi hanno bisogno che qualcuno dia loro delle certezze operative per potersi muovere ad assistere la comunità. Così per comunicare con loro abbiamo pensato di chiedere aiuto alle organizzazioni giovanili che già operano sul campo come gli scout, la Legambiente, ecc. Pensiamo che esse, poiché sono più vicine ai giovani, hanno già acquisito una certa esperienza nell’avvicinarli e orientarli.

* Quali sono le frontiere tra il “ terzo settore” e il volontariato ?

* Il “terzo settore” fornisce servizi senza profitto invece il volontariato è una azione gratuita. Comunque i due settori dovrebbero lavorare in rete. Certo che le frontiere devono essere mantenute, ma bisogna ridefinirle secondo le attività ed i servizi offerti alla comunità. E’ soprattutto necessario lavorare insieme per identificare i veri bisogni della società.

 

 

Luciano Dematteis

 

    (1) ndr. “Idea Solidale” collabora con lo IUSS (Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia) accogliendo studenti tunisini che hanno frequentato il Master ESAS Internazionale in Scienza e Tecnologia dei Media all’Università di Tunisi.

 

Hanene Zbiss

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