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  Dossier
 662 - ELEZIONI 2008

 

SILVIA FINZI

 

 

 

CANDIDATA PER IL PARTITO DEMOCRATICO (PD) CIRCOSCRIZIONE AFRICA, ASIA, OCEANIA E ANTARTIDE

 

Mi chiamo Silvia Finzi, sono nata in Tunisia l’ 11/12/54 e qui risiedo con la mia famiglia.

Ho due figli rispettivamente di 16 e di 15 anni.

Sono Professore ordinario presso la Falcoltà  di Lettere e Scienze Umane di Tunisi, dipartimento d’italiano.

 

Una storia di migrazione

La mia famiglia emigrò in Tunisia nella prima metà dell’Ottocento per ragioni politiche. Repubblicana e mazziniana, trovò rifugio su questa sponda sud del mediterraneo. Qui aprì la prima tipografia privata del paese e continuò la sua azione a favore dell’Unità d’Italia.

Alla fine dell’Ottocento, l’emigrazione di massa la vide impegnata nell’organizzazione sociale, culturale ed economica di una collettività che superò le centomila unità nella prima metà del Novecento.

L’attitudine anti-fascista di mio nonno ne fece una persona non grata al regime. Ad  aggravare ulteriormente la situazione, l’applicazione delle leggi razziali nelle scuole italiane di Tunisi impedirono a mio padre Elia di proseguire i suoi studi. Veniva negata, in questo modo,  un’appartenenza così profondamente sentita che non si immaginava potesse un giorno essere rimessa in discussione; la rivelazione che l’identità italiana non era più un fatto scontato ma una conquista, fu un vero e proprio trauma. 

Da questa storia nacque il bisogno di proporre un’italianità che non si identificasse con quella propandatistica del regime ma si fondasse su ideali di libertà e giustizia.

 In nome di questo ideale, nell’immediato dopoguerra  mio padre fondò il giornale Il Corriere di Tunisi, unica testata italiana tutt’ora esistente sulla riva sud del Mediterraneo che prese posizione  contro il Colonialismo e sostenne l’Indipendenza dei popoli e le nazioni prima tra le quali la Tunisia .

 

La continuità con la mia storia

Io mi sento in continuità con questa mia storia che significa proseguire questo percorso di convivenza, di progresso e di libertà nel rispetto di sé e degli altri: questi sono gli aspetti che compongono il mosaico della mia italianità e questi sono i valori che riconosco nel partito al quale appartengo, il Partito Democratico che è un’identità plurale, sola garante della tua libertà e della mia libertà proprio perché usa il plurale e mai l’esclusione del singolare.

Faccio quindi parte della cosiddetta emigrazione italiana storica che ha portato con sé un bagaglio  di saperi, di ricordi, di miti, che ha permesso alla gente di riconoscersi, di ricostituirsi, di costruirsi, di mantenere e difendere  una sua identità italiana . Voglio ricordarla perché dobbiamo riconoscerle il merito di non aver dimenticato da dove veniva e di aver sempre operato perché dell’Italia si avesse una percezione di operosità e di serietà attraverso il suo lavoro ed il suo impegno.

D’altra parte essa è,  nella storia delle migrazioni passate e presenti, un esempio di integrazione riuscita.     

A questi primi italiani all’estero si sono aggiunti dagli anni 70 ad oggi  nuove tipologie dell’essere italiano: matrimoni misti, figli bi-nazionali e bi-culturali, nuove energie imprenditoriali che hanno fatto evolvere il mio sentimento d’appartenenza proiettandomi verso un futuro ed una maggiore diversità  della presenza italiana all’estero.

  

La mia formazione ed il mio contributo alla diffusione della lingua e cultura italiana

Ho frequentato l’Università  in Italia e in Francia (La Sapienza a Roma,  La Scuola Normale a Pisa, Panthéon-Sorbonne  a Parigi). Ho conseguito il Dottorato in Filosofia etica e politica.ed ho vinto il concorso di Dottorato in Storia dell’Africa e paesi afro-asiatici.

Dopo aver insegnato nei licei storia e filosofia, essendo abilitata in Italia all’insegnamento, decisi di intraprendere una carriera universitaria, vincendo il concorso di ricercatrice a Tunisi. Dall’85 ad oggi la mia carriera si svolge in ambito universitario.

Nella mia università abbiamo attivato una laurea, un master ed un dottorato in italianistica.

Il mio ritorno in Tunisia  dopo gli studi è stata una scelta maturata a lungo poiché ho pensato che questa pluralità dovesse essere vissuta ed integrata anche da chi non aveva avuto la fortuna, come me, di essere su entrambe le rive del Mediterraneo, a casa sua.

I mari sono più sicuri se non sono solo frontiere; la circolazione delle merci, delle idee e degli uomini ha fatto grande la storia del Mediterraneo ed in particolare  quella dell’Italia.

Ritornare in Tunisia ha attivato la mia italianità poiché insieme ai miei colleghi abbiamo lottato per l’inserimento della lingua italiana nelle scuole tunisine e per il suo potenziamento nelle Università.

La diffusione della lingua italiana mi ha anche vista partecipare attivamente al Comitato della Dante Alighieri Tunisi che dirigo da vari anni.

 Ho partecipato e partecipo alla redazione di manuali d’insegnamento della lingua italiana per i licei  tunisini e per la Dante di Tunisi.

Dirigo il Progetto della Memoria degli italiani in collaborazione con il MAE e l’Università di Tunisi ed è in stampa il sesto volume della collezione intitolato “Poeti e scrittori italiani di Tunisia.”

Con l’Istituto di Cultura italiano, la casa editrice Finzi e l’Università tunisina, ho lanciato una collana di Classici italiani di cui stiamo pubblicando il decimo volume.

Partecipo attivamente alla redazione del giornale “Il Corriere di Tunisi”

Collaboro a progetti di ricerca con le Università italiane.

 

Il mio credo

Ritengo che la diffusione della lingua e della cultura italiana sia fondamentale non solo come difesa e mantenimento della nostra italianità ma anche perché possa essere espressione di idee e di dialogo di civiltà.

Se la cultura italiana si rafforza, più facile sarà anche per l’operatore economico portare il suo “know how”  poiché “far impresa” presuppone una cultura che può capire e condividere solo chi la possiede o la comprende.

Sono figlia dell’emigrazione ed in quanto tale ho sempre pensato che l’Italia, ma anche i paesi  nei quali questi migranti si sono inseriti, hanno un dovere di memoria  poiché ricordare chi siamo e chi siamo stati ci permette di non essere ai margini della storia,  né quella da dove siamo partiti   quella in cui siamo giunti.

La memoria dell’emigrazione è esperienza viva della multiculturalità, esperienza ricca che va condivisa perché possa divenire ricchezza di tutti gli italiani e non solo.

Sono vissuta in un ambiente in cui tutte le fedi erano presenti nella mia famiglia: cattolici, ebrei, musulmani, agnostici …

Ci siamo sempre seduti intorno allo stesso tavolo.

Per mantenere questo tavolo intorno al quale tutti possano sedersi e allargare questo mio vissuto familiare  in un ideale da condividere anche con gli altri, ho aderito al Partito Democratico perché mi è sembrato l’unico intorno al quale ci potevamo tutti sedere, partecipare, discutere, fare della nostra diversità una ricchezza.

 É il nostro tavolo, dobbiamo cercare di mantenerlo se crediamo che il mondo debba costruirsi nel dialogo e non nello scontro. Non dobbiamo credere che annulando gli altri, la nostra vita sarà più facile o migliore: al contrario, diventa molto più pericolosa perché tutto ció che è diverso o creduto tale, appare una minaccia.

Vogliamo vivere in pace e vogliamo pace per i nostri figli senza rinunciare ai nostri valori né ai nostri diritti.

Noi che sediamo intorno ad un tavolo sappiamo che la minaccia c’è quando sparisce il tavolo, mentre quando c’è possiamo sperare nel futuro dell’Italia, dell’Italia fuori dall’Italia, del Mediterraneo e del mondo.

 

Perché mi candido nel PD

Tutto rimbomba nel mondo e ci ritorna con un eco assordante. Per noi italiani all’estero questo eco si concretizza in immagine e condiziona il nostro lavoro, il modo in cui siamo percepiti, la nostra integrazione nei paesi esteri in cui operiamo. L’Italia suscita simpatia, consensi e interesse all’estero ed in particolare sulla riva sud del Mediterraneo. Non sprechiamo questo patrimonio ottenuto anche grazie al nostro lavoro.

Walter Veltroni ha detto: "L'Italia può riconquistare una posizione di eccellenza nell'economia globale se utilizza pienamente una risorsa troppo a lunga trascurata: gli italiani residenti all'estero.”

Condivido questa posizione e penso che la mia azione sul terreno sia in sintonia con i sei punti programmatici del PD che riguardano gli italiani all’estero:

I sei i punti programmatici:

1. Informazione circolare - dall'Italia agli italiani all'estero e tra questi ultimi, e viceversa - sulla cultura italiana e le esperienze della nostra comunità all'estero, utilizzando anzitutto il servizio pubblico radio televisivo italiano, anche rimuovendo i programmi criptati.

2. Promozione della lingua e della cultura italiana, con la riforma - già promossa dai Parlamentari eletti all'estero - delle leggi e dei relativi Regolamenti. Essenziale, a questo scopo, la riforma dei Comites (Comitati degli Italiani all'Estero) e del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero).

3. Legge per il riacquisto della cittadinanza.

4. Riorganizzazione dei Consolati, utilizzando le professionalità degli italiani all'estero nei servizi consolari, nell’informazione, nelle attività di promozione della lingua, della cultura e del Made in Italy, e valorizzando le Associazioni a scopo non lucrativo degli italiani residenti all'estero, i servizi dei Patronati.

5. Diversa regolazione della imposizione fiscale e tariffaria (ICI, TARSU) sulle abitazioni di proprietà in Italia degli italiani residenti per quasi tutto l'anno all'estero e piena attuazione della Finanziaria 2008, in tema di assegno di solidarietà.

6. Valorizzazione delle eccellenze italiane nel mondo. Sostegno di scambi di esperienze e progetti tra Università italiane e straniere, con il coinvolgimento di professionalità italiane operanti all'estero

Infine e non ultima, aderisco a questa  volontà, che si è espressa nelle liste del PD, di costruire un’Italia sul valore  di un’assoluta  parità tra donne ed uomini .

Ritengo che l’esercizio alla parità ed alla partecipazione sia tra i  più importanti valori di un democratico.

Silvia Finzi


Silvia Finzi candidata PD per il Senato

La circoscrizione che raggruppa Africa,Asia Oceania e Antartide è estremamente composita sia perché è l’espressione di storie diverse, sia perché esprime bisogni  e richiede azioni che dal Marocco ad Israele, dagli Emirati alla Cina,  dall’Australia all’Africa del Sud  non sono spesso raggruppabili in un’unica ed esaustiva linea programmatica.

Ne ho coscienza per questo la mia necessaria generalizzazione non significa un’occultazione dei problemi specifici ad ogni componente dell’area.

 

Storie diverse: vecchie e nuove migrazioni, liberi professionisti,  dipendenti e precari, mondo del volontariato religioso e laico, giovani ed anziani alcuni dei quali in gravi difficoltà economiche, bi-nazionali, italiani per acquisizione, italiani d’Italia trasferitisi in paesi esteri, italiani fuori d’Italia.

Attese diverse, italianità diverse in una diversa Italia.

Rispondere a tutte le attese in poche righe in pochi slogan non sarebbe ragionevole né chiederlo a me  né pretenderlo da voi.

 

Perché allora votarmi?

 

·        Sono l’unica candidata  che proviene dalla riva sud del Mediterraneo.

·        L’unica  candidata che vive  in un paese  africano, arabo e musulmano .

·        L’unica candidata dell’Africa del Nord.

·        L’unica donna candidata per il Senato della Circoscrizione Africa,Asia Oceania e Antartartide

·        L’unica lista che presenta un candidato che vive ed opera nel Mediterraneo è il Partito Democratico, il solo per il quale il Mediterraneo l’Africa ed il Medioriente contino non solo a parole ma con scelte concrete tra cui la mia candidatura. (Quando si pensa  però a temi come immigrazione, sicurezza, dialogo, equilibrio, opportunità di lavoro  partenariato economico, si parla della riva sud  del Mediterraneo.)

 

Tenetelo presente quando voterete!

Sono mediterranea ma faccio mie, le istanze di tutti quelli che operano in tutta la mia circoscrizione.

 

Estratto del mio programma

 

·        Per una rete consolare efficiente degna di un paese moderno al servizio del cittadino

 

·        Per permettere agli italiani che si trasferiscono all’estero di iscriversi all’AIRE per agevolarli e non metterli in difficoltà  sia in Italia che all’estero (ICI, tassa sul passaporto, assistenza sanitaria, carta di soggiorno…)

 

·        Per servizi più efficienti agli imprenditori italiani che decidono di investire all’estero, anche in materia fiscale

 

·        Per favorire i bi-nazionali nell’ottenimento dei loro diritti di cittadini italiani, nella prosecuzione degli studi, per l’equipollenza dei diplomi, per l’ottenimento di borse di studio e nella ricerca di lavoro

 

·        Per prestare particolare attenzione alle esigenze della categorie più deboli: anziani, indigenti(assegno sociale, assistenza sanitaria, potenziamento degli enti di assistenza)

 

·        Per il potenziamento e il sostegno alla diffusione della lingua e della cultura italiani ed il rafforzamento delle  scuole italiane all’estero, aperte anche agli italiani meno abbienti grazie a borse di studio e sovvenzioni

 

·        Per favorire gli scambi tra istituzioni culturali, scolastiche ed accademiche italiane ed estere

 

·        Per attività di sostegno economico e legale alle donne italiane sposate con cittadini stranieri e residenti all’estero

 

·        Per un’ attenzione particolare alle esigenze delle coppie miste

 

·        Per una rappresentanza diretta e più attiva dei cittadini italiani residenti all’estero attraverso la promozione della riforma dei Comites e del CGIE

 

·        Per favorire il dialogo interculturale e la convivenza pacifica fra i popoli

 

Per il diritto alla diversità!

 


DA

SOCIETÀ DANTE ALIGHIERI

IL MONDO IN ITALIANO

21 marzo 2008

SILVIA FINZI SCRIVE ALLA "DANTE ALIGHIERI": «FONDAMENTALI LA CONOSCENZA DELLA LINGUA E UN DIALOGO COSTANTE E TRASPARENTI CON L'AREA MEDITERRANEA»

Nell'ambito di un'inchiesta avviata dalla Società Dante Alighieri tra i parlamentari per le circoscrizioni dell'estero, la candidata per il Partito Democratico al Senato nella circoscrizione Africa, Asia, Oceania e Antartide comunica alla "Dante" la propria attività in favore dei nostri concittadini all'estero e di una maggiore valorizzazione della lingua e della cultura italiane nel mondo

        Nell'ambito di un'inchiesta avviata dalla Società Dante Alighieri tra i parlamentari candidati per le circoscrizioni dell'estero, Silvia Finzi, candidata per il Partito Democratico al Senato nella circoscrizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, ha scritto alla "Dante" evidenziando i settori in cui intende porre particolare attenzione: «Le principali esigenze degli italiani all'estero si collocano su tre livelli: quello istituzionale, quello materiale e quello culturale. Le esigenze primarie sono rispettivamente la disciplina della nazionalità, l'attenzione ai più bisognosi, il potenziamento e il coordinamento linguistico-culturale, più qualificata attenzione al mondo dell'imprenditoria».
        «Quando parliamo di italiani all'estero - spiega la candidata - occorre innanzitutto sapere di quali italiani parliamo, le loro storie di partenza ed il modo in cui essi hanno dovuto rapportarsi dal punto di vista culturale , linguistico, lavorativo, emotivo, psicologico sia al Paese ed alla regione di provenienza che al Paese d'approdo. D'altra parte dobbiamo anche evocare i tempi storici dell'emigrazione dell'Ottocento e del Novecento. Partendo da queste differenze potremo definire seppur sommariamente i loro bisogni. Per la cosiddetta emigrazione storica penso che il bisogno più urgente sia di mantenere i legami con l'Italia: la loro realtà lavorativa si svolge nei Paesi di residenza e, salvo gravi problemi politici, la loro carriera proseguirà in queste patrie aggiunte. Essi hanno però bisogno di radicare la loro storia ed esprimere la loro identità perché sono rimasti, nonostante i vari passaggi generazionali, molto legati alla madre patria. Considerarli parte integrante della storia italiana significa non solo prendere coscienza di un oriundo italiano quando vince il premio Nobel ma far capire in primis all'Italia che la storia degli italiani è storia d'Italia nella sua integralità».
        In tema di lingua e cultura, Silvia Finzi considera determinante l'impegno delle Istituzioni italiane in loco e la massima tutela e valorizzazione dell'idioma: «Vi sono Istituzioni - afferma - che da più di un secolo operano per il mantenimento dell'identità italiana attraverso l'insegnamento sia della lingua che della cultura italiana. Se prendo per esempio il Comitato della Società Dante Alighieri di Tunisi è per non dimenticare che nei suoi locali si organizzarono i primi corsi di alfabetizzazione degli emigrati italiani, i primi concerti, le prime recite e mostre pittoriche. In questa sede vi furono i dibattiti politici più accesi che furono e restano un modo attivo di rapportasi alla propria italianità. Nel secondo dopoguerra, il lavoro di questa associazione si è concentrato sul mantenimento dei legami linguistici e culturali dei giovani nati ed educati in ambienti non più italofoni, ma nel contempo ha cominciato a sviluppare lo studio e la conoscenza dell'Italia e dell'italiano ai tunisini. Questo percorso oggi è quello di tutte le Istituzioni culturali italiane che operano nel mondo poiché quando parlo la lingua di un Paese straniero gli sono più vicina e naturalmente sono portata ad avere con esso relazioni culturali, economiche e politiche. Conoscersi ci fa uscire dagli stereotipi di cui sono stati a lungo vittime gli italiani. In un mondo della globalità l'italiano è il primo e insostituibile strumento per sopravvivere come italiani ed essere forza vitale anche al servizio degli italiani all'estero e dell'Italia "tout court". Oggi per poter conservare la lingua e la cultura italiana non dobbiamo più chiuderci in noi stessi. Mantenere la propria italianità suppone quindi potenziare o creare una rete italofona nei Paesi di residenza degli italiani all'estero. L'italofonia consente di aprire l'accesso alla lingua e alla cultura agli altri e di rimbalzo questo interesse ha ripercussioni positive sull'insieme degli italiani all'estero. L'Italia e l'italiano non sono più un prodotto di nicchia esportabili solo ad un gruppo minoritario. Conservare deve abbinarsi a trasmettere. Oggi il mondo italiano si esporta oltre i confini dell'italianità. Si tratta di istituire nuovi Istituti Culturali che lavorino in sinergia con i Comitati della "Dante Alighieri" e contestualmente di assegnare almeno un dirigente scolastico in ciascuna circoscrizione diplomatico-consolare cui affidare il compito di promuovere ed estendere la presenza della lingua e della cultura italiane nelle istituzioni scolastiche e formative locali. Bisogna stipulare protocolli con gli Stati ospiti per il riconoscimento reciproco dei titoli di studio rilasciati in loco avvalendosi della consultazione e della cooperazione del personale e delle Istituzioni presenti. Bisogna aumentare le borse di studio per gli studenti in loco e per coloro che proseguono il percorso scolastico-formativo in Italia, attivando le più opportune sinergie con le associazioni operanti nel settore. Bisogna concedere contributi significativi per la stampa locale in lingua italiana. Gli italiani nel mondo desiderano mantenere con l'Italia e con l'Europa un legame culturale e politico. La loro appartenenza al mondo italiano si esplica su uno sfondo multiculturale e polimorfo».
        In tema di cittadinanza, «si dovrà lavorare per far arrivare il testo in Parlamento ed approvare la riforma. Concretamente: riconoscere il diritto alla riacquisizione della cittadinanza degli oriundi che ne facciano richiesta; competenza da assegnare alle Ambasciate / Consolati o a un giudice ad hoc della provincia italiana di cui era originario l'antenato; risposta alla richiesta nel termine massimo di un anno; trasmissione della cittadinanza italiana per filiazione e per matrimonio».
        Una risposta concreta dovrà essere offerta alla crescente domanda di lingua e cultura italiane. Ecco le proposte sottolineate dalla Finzi alla "Dante": «Istituzione di classi in cui si insegna l'italiano all'interno dei sistemi scolastici locali, potenziamento dei rapporti fra le scuole metropolitane e quelle locali, convenzioni inter-universitarie e collaborazioni con le Istituzioni italiane, aumento dei lettorati nelle Università, dipartimenti di italianistica, formazione dei docenti, istituzione di sale mutimediali, conferenze e convegni, concerti e mostre, apertura di librerie italiane, progetti culturali e formativi comuni».
        Sulle relazioni italo-mediterranee, «in tutti gli ambiti esiste un rapporto tra i Paesi dell'area mediterranea: in ambito religioso, storico e politico contemporaneo. Emigrazioni e scambi economici e culturali, rapporti tra Nord e Sud, tra Oriente e Occidente, tra Paesi antichi e ricchi e Nazioni emergenti in via di sviluppo: è tutto un intreccio di relazioni che vanno seguite con rispettosa attenzione ed impegno civile. In tale quadro, le prospettive non possono essere che positive, a condizione di privilegiare ciò che unisce su ciò che separa, nella convinzione che si tratta piuttosto di diversità (e quindi di ricchezza) che di separazione (e quindi di distanza-ostilità). Vanno quindi perseguite tutte le iniziative e sostenuti tutti gli sforzi in tal senso, operando per la promozione di una memoria plurale e di un dialogo costante e trasparente».

Società Dante Alighieri - Piazza Firenze, 27 - 00186 Roma - http://www.ladante.it

 

 

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