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  Collettività
 665 - INTERVISTA AL DOTT. EMANUELE MINARDO, PRESIDE DELLA SCUOLA ITALIANA DI TUNISI

 

a cura di Francesca Bertolini

 

Signor Preside, innanzitutto la ringraziamo per aver accettato questa intervista, che ci piacerebbe introdurre con una breve descrizione della storia della scuola italiana in Tunisia.

La Scuola Italiana di Tunisi è nata 42 anni fa come scuola dell’Eni con prime classi delle Elementari e della Scuola media inferiore: nel 1982 è istituita una prima sezione del Liceo. Una delle insegnanti attive è stata la sig.ra Anna Maria Seminara Vaiarelli, che mi piace ricordare assieme a tutti gli altri. A quel tempo gli insegnanti erano soprattutto ministeriali inviati dall’Italia con lo scopo di dare un tangibile apporto e solido impulso allo sviluppo della Scuola. Dal 1993 al 1999 la sede della Scuola è stata in Rue Apulée. Nel 1994, durante l’inaugurazione dell’edificio, da parte dell’Ambasciatore Caruso, l’Aula Magna è stata intitolata alla memoria della sig.ra Vaiarelli scomparsa l’anno precedente. Tale targa oggi è collocata all’ingresso dell’aula magna dell’attuale sede.

A ricordo dei vecchi intensi momenti il Dr. Vaiarelli viene simpaticamente e sistematicamente a farci visita e a rendere omaggio a quella targa, ricordandoci lo spirito di missione e di abnegazione che ancora caratterizza il nostro Istituto.

La ripresa,  in tutti quegli anni, accanitamente voluta dai nostri connazionali pionieri, è stato un forte segnale di rinascita dell’offerta formativa per la lingua italiana dopo la parentesi degli eventi della seconda guerra mondiale. Segnale che costituisce la nostra bandiera.

Designata scuola «paritaria» con DM 267/3646 del 19.04.04, ha assunto la denominazione di «Istituto Scolastico Italiano G.B. Hodierna» di Tunisi nel novembre 2006. Gian Battista Hodierna era uno scienziato siciliano del ‘600, nato a Ragusa; scienziato dei Tomasi di Lampedusa.

Nel contesto di una azione programmatica in evoluzione notiamo che queste date rappresentano mete di prestigio che vanno tutte a favore delle nostre famiglie e degli studenti iscritti. Conferiscono spessore all’azione didattica odierna; concretizzano efficacemente il potenziamento dell’azione qualitativa dell’offerta formativa modellando opportunamente i criteri del processo acquisizione-appredimento che tentiamo di attuare con forza.

Nell’ottica globale del miglioramento, quest’anno è stato ritenuto essenziale un nuovo ritocco logistico: si è passati al potenziamento di ogni aula (nuove scrivanie, ventilatori, strisce di legno alle pareti, appendiabiti in dotazioni alle classi), al potenziamento del laboratorio d’informatica (otto nuovi computers). E’ in corso la pianificazione per un più usufruibile laboratorio scientifico; un potenziamento della biblioteca e della videoteca.

Si sta realizzando un sistema «sicurezza» più efficiente. L’impiego di una persona al cancello dell’Istituto, al posto del servizio di guardia precedente, è un primo segnale di riforma che porta al campo dell’accoglienza che vuole essere sempre più oculata e personalizzata.

Abbiamo un regolamento d’Istituto più approfondito che necessariamente deve essere applicato, seguito. Indirizziamo sempre verso una maggiore serietà nello studio, siamo verso una attuazione completa della professionalità nell’azione didattica, vogliamo un esame più approfondito dei programmi e della loro attuazione.

Occorrono obiettivi sempre più definibili, indicazioni sempre più chiare e lineari. Siamo accanto ai ragazzi.

Abbiamo la consapevolezza che il perno dell’azione didattica e di ogni impegno programmatico sia lo studente. La consapevolezza che al centro esista veramente l’alunno con tutte le sue problematiche, i suoi bisogni didattici, i suoi processi cognitivi, le sue aspirazioni, i suoi sogni, il suo mondo ed il suo modo d’essere.

Ci interessa “l’allievo” nel suo processo di crescita. Non ci interessa cullarlo con accondiscendenza, ci interessa metterlo di fronte alla vita e alla sue difficoltà proponendogli modelli di azione e di difesa, di analisi e di scelta, di realizzazione e di crescita, di soluzioni.

 

Come è strutturata la scuola?

Lascerei da parte il vecchio appellativo di “Scuola italiana di Tunisi” (anche se di più immediata utilizzazione, e perché no, di fascino e individuazione efficace) e ripiegherei sul termine “Istituto” in quanto paritario e comprensivo di quattro scuole specifiche: la Scuola per l’Infanzia (ex Materna), la Scuola “Primaria” (ex Elementare), la Scuola secondaria di I grado (Scuola Media) e la Scuola secondaria di II grado (Liceo scientifico, nel nostro caso).

La Scuola per l’Infanzia conta 28 bimbi, la Scuola Primaria ha 62 iscritti distribuiti nei cinque livelli previsti, la Scuola “Media” 34 alunni distribuiti nei tre livelli di I, II, III e le classi del Liceo scientifico con ordinamento quadriennale, 44 iscritti. Classi non numerose e tentiamo sempre più ad equipaggiare didatticamente le aule (dizionari, audiovisivi, ecc.). 30 insegnanti, locali o provenienti direttamente dall’Italia; tutti con titolo specifico.

Rimando i nostri lettori al POF e al sito dell’Istituto: www.istitutoscolasticoitaliano.com

L’edificio che ci ospita comincia ad essere “stretto” e a volte siamo costretti a rifiutare delle iscrizioni. Il Comitato di gestione è molto sensibile a riguardo e si stanno trovando delle soluzioni ottimali.

 

Come si finanzia?

L’Istituto confida su alcuni Sponsors (Ditte Italiane operanti in Tunisia), sulle rette degli iscritti, su un finanziamento MAE inteso a coprire gli stipendi degli insegnanti chiamati dall’Italia (più i piccoli contributi per l’ampliamento dell’offerta formativa in itinere). Queste voci interagiscono in modo autonomo e la copertura totale delle spese annuali è sempre messa a rischio.

L’ideale sarebbe contare anche su un numero maggiore di Ditte coinvolte.

 

Quanto e come, secondo lei, la continua carenza di fondi per l’istruzione in Italia condiziona la conduzione di una scuola italiana all’estero?

Senso di precarietà con il quale convivere e per il quale lottare ed agire come se tali difficoltà non esistessero. Intanto bisogna mirare ugualmente al miglioramento dell’offerta formativa, all’arricchimento del materiale didattico, all’equipaggiamento delle aule, della biblioteca, del lab di informatica, del lab scientifico, dell’aula video.

Offrire delle opportune comodità logistiche. Di certo si chiede agli insegnanti una abnegazione  che non deve sfociare mai in proprie personali preoccupazioni e delusioni, e che comunque deve essere armonizzata costantemente con il contesto pressante di richieste da parte dell’utenza e della possibile corrispondenza economica.

 

Insegnare in una scuola italiana all’estero, al di là di seguire i programmi ministeriali, comporta un inevitabile distacco con la realtà italiana ..... (se é d’accordo mi piacerebbe affrontare temi un po’ scomodi ma che interessano ai genitori: ad esempio progetti di formazione continua e aggiornamento degli insegnanti)

Facciamo di tutto per creare occasioni culturali per i nostri studenti e ci serviamo anche di quanto programmato con gli Enti italiani e tunisini: mi riferisco in modo particolare ai programmi dell’IIC di Tunisi e di quanto programmato dai dipartimenti di italianistica delle università tunisine. Noi stessi come Istituto scolastico siamo in contatto con Istituti scolastici italiani ed intrecciamo attività in comune, a qualsiasi livello di scuola per svolgere argomenti e temi pertinenti la formazione dei giovani. Parecchi degli Insegnanti provenienti dall’Italia sono o sono stati inseriti nel sistema scolastico italiano. Abbiamo cercato un gemellaggio con la Scuola italiana di Atene. Abbiamo una pianificazione di gemellaggi tra scuole italiane e scuole tunisine. Siamo promotori di Convegni internazionali: l’ultimo dei quali è stato “Epigrafi e Mosaici: Le Pietre che parlano” (Tunisi, febbraio 2008) in collaborazione con il Dirigente Scolastico Prof. Gravier, con il Centro di Studi Sallustiani dell’Aquila e Istituzioni locali. Un Convegno visto anche come “Aggiornamento per Docenti italiani e tunisini”. Un progetto di grande rilievo pianificato in continuità con i precedenti Convegni su “Hodierna”, su “L’Africa Romana” e con il “Certamen Sallustianum”.

Il Prof. Gravier, Dirigente Scolastico della nostra Ambasciata, è in prima linea, con passione e magnifica competenza, per la realizzazione fattiva di tali attività a favore del nostro Istituto (convegni, conferenze, cineforum, collaborazione con le Istituzioni tunisine), e per tutto quanto utile alla formazione culturale dei nostri studenti e alla creazione di opportunità d’attribuzione di crediti formativi di particolare spessore.

La formazione continua e l’aggiornamento degli insegnanti è, ovviamente, un argomento che mi sta a cuore: nelle mie precedenti esperienze sono stato formato e chiamato a tali funzioni come Teacher Trainer del Ministero della Pubblica Istruzione. Dagli anni ottanta, per conto dell’Ufficio Studi e Programmazione e poi dell’IRRSAE Veneto, sono stato, ad esempio, coinvolto nel piano nazionale dell’aggiornamento per l’insegnamento della lingua straniera (indirizzato successivamente alla lingua materna), nel piano dell’inserimento della lingua straniera nelle Elementari e nell’applicazione dell’impostazione didattica delle altre materie fuori delle lingue straniere: è stato così che in campo nazionale si è arrivati ad un concetto comune di nozione impostazione ed utilizzo delle “unità didattiche” e delle loro strutture, e ad attività e appellativi quali il “brain storming”, “multiple choice”, “lettura intensiva, estensiva”, “grading”, “skill-getting activities”, “skill using activities” e “classroom management”, o il concetto di “step” per dirla breve. Nella nostra realtà scolastica di Tunisi moltissimo c’era da fare, alquanto è stato fatto, questo “alquanto” non è stato ancora potuto completare. Tantissimi i fattori che bisogna far coincidere. E poi ci sono delle scelte prioritarie da fare quando il sistema è da impostare adeguatamente.

 

Come in tutte le scuole italiane all’estero, immagino che anche a Tunisi il corpo insegnanti é vario: italiani di Tunisia, italiani temporaneamente dislocati in Tunisia, quindi contratti diversi....

Argomento ampio; un argomento che scotta e che ho subito individuato con il mio inserimento e per la cui soluzione stiamo lavorando in modo preponderante. Non importa se a piccoli o grandi passi, l’importante è avere iniziato a compendiarlo, studiarlo, discuterlo e portarlo a definizione entro questo anno scolastico: trova il coinvolgimento di tutti. Non è facile giostrarsi tra legislazione scolastica italiana, legislazione scolastica tunisina e aspettative personali. Con il prossimo anno scolastico deve andare in vigore una nuova formulazione dei contratti. E’ certo comunque che se vogliamo ottimo personale insegnante dobbiamo offrire loro considerazioni maggiori anche in termini remunerativi. Le direttive ministeriali sono chiare. Non sarà trascurato il personale assoggettato alla legislazione scolastica locale.

 

Dialogo interculturale, dialogo religioso, bilinguismo, immagino, siano i temi con i quali chi insegna nella scuola italiana si confronta quotidianamente...

Certamente, e noi come Scuola all’estero siamo privilegiati. I nostri ragazzi, i nostri figli sono educati in questo clima: se ne avvantaggia la preparazione personale, il saper essere cittadino del mondo e convivere rispettando il pensiero e la dignità altrui perché se ne conosce la cultura (la lingua), l’animo, il modo di pensare, di pregare e di far scaturire le azioni. Lo studente di una scuola all’estero come la nostra è chiamato ad uno studio più intenso e più adeguato alle difficoltà e allo spessore della cross-culture alla quale è sottoposto e nella quale è inserito: ma se è un onere ha anche gli strumenti per superare queste difficoltà (volente o nolente, e direi anche prima o poi): avere due e tre lingue straniere, ad esempio, è un bel peso di certo, ma al contrario del pari in Italia all’estero le lingue straniere possono essere affrontate usufruendo di una immersione completa in loco; senza contare che lo studente all’estero ha quel “quid” e apertura mentale tali da acquisire, se non è rinunciatario, qualità e differenza.

 

Che rapporto ha la scuola italiana con le istituzioni e le scuole locali? Esistono programmi di scambio o attività in comune?

Ne ho fatto già cenno. Ricordo, per tutte, un’attività campione che andrà in attuazione il prossimo mese di maggio 2008: “Progetto Aquiloni”. Un’attività altamente socializzante che coinvolgerà le Classi IV e V Elementare, la Prima Media del nostro Istituto e, speriamo, Ragazzi tunisini del Club di Italiano della “Maison des Jeunes Cité Hilel” (Ministère de la Jeunesse et des Sports).

Insieme saranno avviati alla costruzione di aquiloni in modo diretto e completo; seguiti dai loro insegnanti e diretti da tre responsabili (che facciamo venire dall’Italia) dell’Associazione Aquilonisti “Alta Quota” (www.altaquotaquilonisti.it) che si è resa nota per numerose azioni pedagogiche tra cui quella di riportare gli aquiloni a Kabul. E’ una attività interdisciplinare che coinvolge scienza, tecnica ed arte e, come detto, fortemente socializzante.

 

Da quest’anno é attivo un corso pomeridiano per bambini italiani che risiedono a Tunisi ma che frequentano scuole straniere. Puo’ spiegare le modalità di accesso al corso e le sue finalità?

Si tratta di corsi integrativi di lingua-cultura italiana indirizzati agli alunni della fascia dell’obbligo: Scuola Primaria e Scuola secondaria di primo grado.

Siamo venuti incontro ad una specifica richiesta pervenuta da alcune famiglie italiane residenti in Tunisi, di far frequentare ai loro figli un corso di lingua e cultura italiana non previsto nei corsi frequentati nelle rispettive scuole di appartenenza. Si  tratta di scuole internazionali privi dell’insegnamento della lingua italiana. Molte famiglie italiane, in giro per il mondo, capitano in Paesi, o più Paesi, privi di una scuola italiana: il ripiego è ovviamente la scuola internazionale; ricorrere a tale tipo di integrazione è sacrosanto.

Questa situazione è prevista dal nostro ordinamento e viene compendiata dalla ex-Lege 153/71.

Il nostro Istituto ha pianificato un intervento specifico per permettere a questa categoria di studenti, appartenenti all’età dell’obbligo, di “integrare” la lingua e la cultura italiana con il loro programma di studi seguito nelle Scuole internazionali di appartenenza e di applicare i dettami della legge nata nel 1971.

Il Corso è indirizzato, attualmente, a nove bimbi e si diversifica in quattro livelli:  seconda elementare, terza elementare, quarta elementare, prima media

L’attuazione di questi corsi è molto delicata. Gli Insegnanti debbono essere opportunamente idonei a questo lavoro.

L’Istituto garantisce un corpo docente eccezionale con specifico titolo di studio e grossa esperienza sul campo; le lezioni sono alquanto armonizzate con le caratteristiche del bimbo e la sua preparazione nonché propensione « a fare ». Inoltre c’è bisogno di una direzione che sappia il fatto suo ed abbia esperienza specifica in glottodidattica della lingua straniera, lingua italiana compresa (L1, LS e L2).

Vede, la formazione delle classi dipende, non soltanto dall’età, ma dipende soprattutto dal livello di lingua italiana posseduta (e dalla disponibilità/capacità di interazione dell’allievo, della volontà a “fare”). Viene comunque rispettato il livello di scolarità dovuta che deve combaciare con il livello di frequenza nella scuola internazionale (o straniera) di appartenenza. Semmai si interagisce con maggiore approccio per uno stesso livello: uno stesso livello di classe non presuppone omogeneità di preparazione dei bimbi (c’è chi non ha mai frequentato una scuola italiana o corso di italiano; chi non ha mai fatto italiano in modo sistematico e ha appreso l’italiano orale dai genitori e mai affrontato lo scritto, e così via).

Il programma, svolto in ogni classe, è impostato con un coinvolgimento armonioso e globale dell’allievo nella lingua e civiltà italiana con attenzione alle lacune presenti a livello individuale e ad ogni livello di classe.

Es.: Il bimbo di seconda elementare (che è tale per età e livello di iscrizione e frequenza della propria scuola internazionale che mai ha iniziato uno studio globale e sistematico dell’italiano ed ha appreso l’italiano orale dai genitori), ha bisogno anche, e in modo armoniosamente sistematico, di una impostazione e avvio alla scrittura di livello di prima classe. Si pensi all’introduzione al corsivo al quale i bimbi di questo livello non sono abituati e che disconoscono.

 

I bimbi seguono un libro di testo?

Il libro di testo è uno strumento puramente simbolico; nel senso globale serve principalmente in classe per entusiasmare e motivare. Ai bimbi si fa costruire un proprio file di riferimento e di lavoro. Il libro di testo dà concretezza e fermezza ai bimbi di classe superiore, scuola media compresa; su di esso si svolgono attività globalizzanti che tengono conto del programma della scuola di appartenenza.

Il programma (sia a livello di scuola primaria sia a livello di Media) fa riferimento ai livelli di appartenza ed è anche una “integrazione” con il programma svolto nella scuola “principale” (tale programma puo’ essere preso come « spunto » e puo’ essere utilizzato come riferimento dal quale partire o con il quale fare comparazioni e raffronti culturali), sarà quindi di lingua italiana, di storia italiana e di geografia italiana.

 Alla fine verrà rilasciata una certificazione ministeriale (M.A.E.) di frequenza con profitto che andrà ad integrare quanto mancante, di lingua e cultura italiana, nel programma internazionale seguito, facendo giungere alla equipollenza dei livelli con il sistema scolastico italiano, anche in termini di esami finali e sempre per la fascia della scuola dell’obbligo.

Tale iniziativa, indirizzata ai figli di tutti i connazionali residenti in Tunisia, ha una valenza culturale e sociale alquanto notevole.

Le ore di insegnamento sono tre a settimana durante un arco di tempo conciliabile con l’anno scolastico delle scuole di appartenenza; comunque sono ore flessibili ed i corsi sono autonomi in termini di calendario scolastico. Il costo dipende dal numero di alunni iscritti, dal numero di insegnanti impiegati e dai materiali impiegati. Attualmente ogni livello di classe ha il proprio insegnante anche con la presenza di un solo allievo. Si possono prevedere pluriclassi o interclassi.

 

Esistono, e se si, puo’ descriverci le attività promosse dalla scuola italiana per gli adulti?

Fa parte della nostra offerta formativa extra curriculare. Sono il “Laboratorio d’Arte”, il Corso di Lingua Araba, il Corso di Lingua Inglese. Quest’ultimo è pianificato per condurre ai livelli di certificazione che Cambridge prevede per le l’Inglese come LS. Gli adulti sono inseriti dietro richiesta.

 

Dopo quasi un anno dal suo insediamento, quali sono gli aspetti e/o i temi che, compatibilmente con le risorse finanziarie della scuola, vorrebbe affrontare?

Poco più di sette mesi. L’edilizia scolastica. Comunque c’è un altro obiettivo primario sul quale ho iniziato e continuo a lavorare: la quadriennalità del Liceo scientifico. In termini accessibili significa considerare una attuazione di programmi specifica intensa ed opportuna. Questo non lo si può fare senza considerare la preparazione degli Insegnanti, l’impegno, lo studio e la resa degli studenti, l’equipaggiamento didattico delle classi e delle strutture dell’Istituto, la qualità dell’insegnamento, l’intensità di applicazione di un dialogo educativo che deve presupporre motivazione interesse capacità intellettive degli studenti e loro disponibilità ad essere “plasmati” verso una crescita culturale psicologica sociale interiore.

Si verifica una lotta contro il tempo dove non c’è spazio per le attese passive. Io percepisco la gestione degli studenti come un fenomeno alto e complesso assolutamente essenziale alla formazione alla vita. Per una attuazione di questa intensità occorrono minimo tre anni di costante impostazione ma troppe sono le varianti che portano a segnare il passo, abbiamo a che fare con un feed back degli studenti non sempre all’altezza; con una professionalità docente ancora da definire in alcune individualità.

Vorrei anche affrontare l’offerta formativa di un altro indirizzo di scuola “superiore”: offrire, rispetto alle richieste vere e specifiche del mondo del lavoro sul territorio, un indirizzo tecnico professionale nel quale parecchi studenti potrebbero identificarsi senza essere costretti all’unico indirizzo scientifico che attualmente l’Istituto offre.

Sto affrontando un tutoraggio specifico per l’insegnamento delle lingue straniere: mi riferisco all’inglese, al francese e all’arabo (tutte lingue insegnate nel nostro ordinamento). Una analisi specifica della didattica applicata ed una conduzione di classe con maggiore coscienza professionale, nonché un aiuto agli insegnanti di lingue, locali, che non conoscono l’ordinamento italiano e le forme di apprendimento dei nostri studenti nel cimentarsi con i programmi ministeriali. E vorrei che l’Istituto diventasse anche riferimento e fucina per la formazione di insegnanti tunisini di italiano:  abbiamo i presupposti accademici e scientifici per una collaborazione con le università tunisine e per una attuazione efficace di stages per i futuri insegnanti locali.

Vorrei affrontare l’aggiornamento permanente dei miei insegnanti. Ma c’è una difficoltà di fondo che risiede nella complessità degli ordini  delle varie “Scuole” di cui il nostro Istituto si compone. C’è anche una difficoltà economica non indifferente.

Non escluderei nel prossimo futuro di inviare insegnanti locali con borse di studio in Italia per imparare bene la lingua italiana e successivamente poter affrontare corsi di didattica di italiano LS o L2.

 

Come lei sa, il giornale si propone con questo nuovo ciclo di interviste di far conoscere i principali enti italiani che operano in Tunisia: abbiamo molto apprezzato la sua disponibilità a collaborare con il giornale inviandoci notizie sulle attività in corso. Pensa che sia prematuro ipotizzare un maggiore coinvolgimento dei ragazzi stessi in questa iniziativa?

Sarebbe nell’ordine naturale delle cose una volta costituita una partecipazione matura e chiara degli studenti al dialogo educativo: lotto affinché loro concentrino bene se stessi a offrire con fiducia il frutto di una loro fase finale di autonomia di elaborazione e giudizio alle quali debbono essere condotti dal sistema educativo messo in atto per loro.

Abbiamo già avuto qualche esempio di partecipazione e di coinvolgimento dei ragazzi in occasione del Convegno sui mosaici. E’ un primo esempio di frutti di un sistema educativo da noi messo in atto: continueremo su questa strada.

 

C’é qualcosa infine che vorrebbe dire alla collettività italiana approfittando di questo spazio?

...di essere certi che si lavora al meglio.

    

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 :: 648 - MARCO FEDI ELETTO AL PARLAMENTO ITALIANO PER LA RIPARTIZIONE AFRICA, ASIA E OCEANIA IN TUNISIA DAL 28 GIUGNO AL I LUGLIO 
 :: 648 - FESTA DEL 2 GIUGNO 
 :: 644 - L’AIAT GIUNGE AL SUO QUINQUENNIO 
 :: 639 - MOSTRA DEI PRESEPI A TUNISI - LA TRADIZIONE CONTINUA 
 :: 639 - L’ON. CASSOLA (VERDI) IN VISITA ALL’EDITRICE FINZI 
 :: 638 - Gli Auguri per Natale e l'Anno Nuovo di S.E. Arturo Olivieri agli Italiani di Tunisia 
 :: 634 - Discorso del Papa: una offesa all’Islam o un invito al dialogo tra le religioni? 
 :: 633 - Rinnovo dell’accordo di collaborazione RAI-ONT 
 :: 630 - Gemellaggio tra Lions Club Tunis Doyen e Taormina 
 :: 627 - Lettere al Direttore 
 :: 625 – Immagini dalla presentazione del Nuovo Corriere di Tunisi 

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