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 613 - Gli Incontri Dell'A.I.A.T. con l’Ambasciatore di Tunisia a Roma

 

Questo mese di Luglio è stato per l’AIAT tutto un susseguirsi di piacevo­li incontri col nuovo Ambasciatore di Tunisia a Roma, S.E. Habib MANSOUR.

Anzitutto quello del I° Luglio a Prato di Coppola di cui si è già parlato Poi il 4 luglio, c’è stata l’inaugurazione del Club "Roma-Cartagine" che prima era solo un’associazione. Ora, per il Club, si è creato un "salotto" nel quartiere romano di S. Lorenzo, dove si svolgeranno molte attività culturali come conferenze, seminari, dibattiti e mostre.

Presidentessa : l’attiva  Signora Mahboub Gaaya.

A tagliare il nastro rosso dell'apertura del Club è stato l’Ambasciatore, S.E. Habib Mansour con accanto il Prof. Mohamed Hassine Fantar, Presidente d’onore del Club.

Entrando in questo spazioso locale, si notano subito le bianche pareti decorate con tende tunisine e con bei quadri di paesaggi tunisini dipinti da Claudia Ghia Balestrieri che ha vissuto   a lungo in  Tunisia. L’Ambasciatore apre l’inaugurazione con eloquenti parole sull’amicizia tra l’Italia e la Tunisia e sulla politica democratica e lungimirante del Presidente BEN ALI che ha  portato la  Tunisia odierna ai massimi livelli. Segue il discorso del Prof. Fantar che conosciamo per aver partecipato alla grande conferenza sull’Euro-Mediterraneità del Presidente BEN ALI, svoltasi il 27/9/04 presso il Grand Hotel di Roma. Il Prof. Fantar, studioso di chiara fama, è titolare della "Cattedra BEN ALI per il dialogo delle civiltà e delle religioni”.

Nel suo intervento al Club, partendo dalle lontane origini di Cartagine che risalgono al 508 a.-c., arriva alla politica attuale del Presidente e formula l’augurio di un costante e sempre maggiore sviluppo delle re­lazioni di amicizia fra l’Italia e la Tunisia.

Molti gli invitati tra i quali i dirigenti dell'Ambasciata e del Consolato di Tunisia, dell'Ambasciata di Francia, il Sig. Habib Mastouri del giornale il Dialogo, la Prof. Gaetana Pace di cui conosciamo i libri sul Presidente Ben Ali e la storia della Tunisia. Ora ha appena scritto due libri dallo stile diverso : "La donna Mosse" sono i rapporti con la religione, la società e le famiglie dell'Etnia del Sahel. E "La mela e il melograno" (ovvero dal giardino delle Esperidi alla grande Mela), i diversi significati nella mitologia greco-romana fino ai nostri giorni.

Fra i molti presenti, non si poteva  non notare la figlia minore della Signora Gaaya, studentessa alla Sorbonne, col suo bellissimo costume di Hammamet e il suo dolce visino dagli occhioni neri.

E per finire, naturalmente tutti al buffet dove faceva bella mostra di sè l'ottimo conscous preparato dalla Signora Gaaya, esperta nell'arte di ricevere.

Infine il couscous offerto il 13 luglio dall’Ambasciatore che riceveva nella sua bellissima residenza con accanto a  se l'Ambasciatrice, la gentile Signora Raja, molto elegante nel suo abito estivo tunisino.

Ristretto il numero degli invitati : gli esponenti dell’AIAT, l’Arch. Maurizio Guercio di Latina, il Dott. Antonio Loche, Segretario Generale dell’Associazione Italia-Tunisia, il Dott. Fioravanti Ruggero, Agronomo in Tunisia  e  Signora, il Dott.. Fausto Gianni, Prefetto, il Sig. Mastouri e la Prof.ssa Pace e altre personalità tunisine e italiane.

Prendendo la parola, l’Ambasciatore si riferisce a questo prolunga­mento tra l’Italia e la Tunisia che rappresenta  secoli, anzi  millenni di storia comune. Per questa ragione bisogna trarne un insegnamento che non ci permetta più di commettere errori e malintesi accumulati nel passato a causa di una certa ignoranza o da un antico oscurantismo .

Ora, dice S.E. Mansour, bisogna fare in modo che l’uomo sia capace di costruirsi la sua civiltà e la sua felicità affinchè sia preser­vata la sua dignità e la sua sensibilità. E non dimentichiamo, aggiunge, che siamo tutti esseri umani  con dei valori univer­sali e che, qualsiasi sia la nostra appartenenza culturale o religiosa dobbiamo sempre difendere e rispettare.

L'Ambasciatore ringrazia  tutti quanti per avere accettato il suo invito sottolineando la presenza di alcuni suoi amici e soprattutto quella della sua cara professoressa della seconda media di Sousse alla quale va il merito di avergli insegnato che lo sforzo compiuto alla scuola e poi sul lavoro costituiscono il valore per ottenere un posto nella società.

Parole pronunciate con voce commossa che ci hanno fatto meditare e apprezzare la personalità di S. E. Habib MANSOUR al quale auguriamo una meritata e brillante carriera.

Maria Bianca Pinco

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