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Collettività
785 - SGUARDI INCROCIATI A TUNISI, RESET E LA SFIDA DEL DIALOGO |
Confrontare periodi storici diversi, ancor più se tra luoghi geografici differenti come Tunisia e Europa, (Italia in particolare), è sempre un esercizio pericoloso, ma sempre legittimo se il fine ultimo è la ricerca del dialogo. |
Questo uno dei concetti sviluppati durante la conferenza ''Sguardi incrociati, esercizio e cultura del compromesso dall'Europa del 1945 alla Tunisia del 2015'' svoltasi il 28 gennaio all'Istituto italiano di cultura di Tunisi ed organizzata da Reset-Dialogues on Civilizations, nell'ambito del progetto Arab Media Report, insieme all'Observatoire Arabe des Religions et des Libertés all'Università LUISS di Roma. Il concetto del confronto finalizzato al dialogo, emerso chiaramente fin dall'inizio dei lavori, oggetto anche di qualche critica nel corso dell'intervento del prof. Jonathan Laurence del Boston College, è stato volutamente accentuato dalla prof.ssa di lingua e cultura araba Francesca Corrao della LUISS, che ha affermato come proprio dalla forzatura del confronto tra Italia del dopoguerra e Tunisia della transizione democratica si possano cercare similitudini sulle quali fondare un dialogo, sempre più necessario visto la crisi che sta attraversando il mondo arabo ed i suoi valori da una parte, ma anche l'Europa e le sue convinzioni dall'altro. Il dialogo costituisce la base della democrazia e del compromesso necessario per raggiungerla, cosى come successo in Tunisia durante la transizione magistralmente riassunta in cinque punti da Yadh Ben Achour, già presidente della Haute Instance de la Révolution. Secondo Ben Achour infatti la rivoluzione tunisina si distingue da tutte le altre perché è stata una rivluzione di diritto che ha evitato il vuoto istituzionale e le violenze sepmlicemento usando gli strumenti legislativi offerti dalla vecchia Costituzione. Interessante poi il dibattito sviluppatosi sui temi della democrazia come cultura del compromesso e l'inclusione come fattore importante dello stesso. Qualche critica sulla necessità di comprendere nella fase di dialogo anche chi poco propenso a dialogare, ma il presidente di Reset Bosetti è fiducioso: ''gestire la diversità serve a combattere gli estremismi e bloccare la diffusione di false informazioni. Solo attraverso una migliore comprensione reciproca è possibile migliorare il nostro livello di dialogo''. Se nessuna esperienza può essere presa alla lettera o ad esempio, quella tunisina secondo Bosetti potrebbe però essere una ''eccezione'' virtuosamente contagiosa e dunque capace nel tempo di propagare la democrazia, la tolleranza, lo spirito del consenso in grado di sconfiggere i radicalismi. Intento di Reset è quello di radicare tra Tunisi e Roma un dialogo che possa durare nel tempo, in via di continuo miglioramento con l'inclusione di intellettuali arabi anche di altri paesi nei quali la capacità di comporre pacificamente i contrasti e lo stato di diritto non hanno ancora trovato una stabile casa. L'ambasciatore d'Italia a Tunisi Raimondo De Cardona, presente all'evento, non ha mancato di sottolineare la volontà dello Stato italiano di continuare a sostenere la Tunisia nel suo processo di completamento della transizione democratica.
P.P.
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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